Pensioni, addio bonus 200 e 150 euro per questi pensionati. Dovranno restituirli, un po’ per volta, a partire da giugno.
Per molti pensionati potrebbe esserci una brutta sorpresa sulle prossime pensioni: l’Inps ha infatti concluso le verifiche sui bonus da 200 e 150 euro erogati nel 2022 e ha individuato coloro che non avevano diritto a riceverli.
Chi rientra in questa categoria dovrà restituire le somme percepite e il recupero avverrà direttamente attraverso trattenute sugli assegni pensionistici. Si tratta di una notizia allarmante per migliaia di pensionati che, nel pieno del caro prezzi, avevano beneficiato di questi bonus per fronteggiare l’aumento del costo della vita. Ora, invece, rischiano vedere ridotto l’importo della loro pensione per il recupero dell’indebito.
Ma chi rischia davvero e come avverrà la restituzione? Facciamo chiarezza.
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Di che bonus si tratta
Nel 2022, il governo Draghi introdusse, con il decreto Aiuti (DL n. 50 del 17 maggio 2022), un bonus una tantum da 200 euro destinato a lavoratori, pensionati e disoccupati con un reddito annuo non superiore a 35.000 euro. Il beneficio venne riconosciuto anche ai titolari di pensione e prestazioni assistenziali, come l’Assegno sociale, la pensione di invalidità civile, la pensione per ciechi e sordomuti e i trattamenti di accompagnamento alla pensione.
Successivamente, con il decreto Aiuti-ter (DL n. 144/2022, art. 19), venne introdotto un ulteriore bonus da 150 euro, riservato ai pensionati con redditi inferiori a 20.000 euro. In entrambi i casi, i pagamenti furono effettuati in automatico sulla base del reddito presunto del 2021, ma con l’impegno da parte dell’Inps di effettuare controlli successivi.
Ora, con il completamento delle verifiche, è arrivato il momento del recupero delle somme indebitamente percepite per coloro che invece avendo superato le suddette soglie non erano nella condizione di poter beneficiare del sostegno.
Chi deve restituire il bonus sulla pensione?
L’Inps ha individuato i pensionati che hanno superato le soglie reddituali previste e ha già avviato la fase di recupero delle somme. Per questi soggetti, la comunicazione ufficiale è già disponibile sulla Piattaforma Send, il servizio di notificazione digitale degli atti della Pubblica Amministrazione.
Come anticipato, dovranno restituire il bonus i pensionati che nel 2021 avevano un reddito superiore ai limiti previsti, ovvero oltre 35.000 euro per il bonus da 200 euro e oltre 20.000 euro per il bonus da 150 euro. In alcuni - limitati - casi, la restituzione riguarderà entrambe le somme ricevute. Il problema principale è che molti pensionati non ricordano più i requisiti richiesti all’epoca dell’erogazione e potrebbero trovarsi di fronte a una richiesta inaspettata.
Come avverrà il recupero sulle pensioni?
L’Inps ha stabilito che - fortunatamente - la restituzione non avverrà in un’unica soluzione, ma attraverso trattenute mensili sulla pensione. L’importo sarà di 50 euro al mese e il recupero inizierà da giugno 2025. Nel caso in cui non sia possibile trattenere l’importo direttamente dall’assegno pensionistico, l’Inps invierà invece un avviso di pagamento tramite PagoPA.
Per molti pensionati, questo significa che la pensione subirà una riduzione per diversi mesi, fino a quando l’intero importo non sarà stato restituito.
Come verificare se si è coinvolti?
Chi ha ricevuto uno dei due bonus dovrebbe verificare la propria posizione accedendo al sito Inps con Spid, Cie o Cns e controllare la sezione dedicata alla comunicazione di indebiti. È anche consigliabile controllare il cedolino pensione per individuare eventuali trattenute future.
Se si ritiene di non dover restituire le somme richieste, potrebbe essere opportuno valutare la possibilità di presentare un ricorso.
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