Pensioni: cosa fare in caso di morte del pensionato

Simone Micocci

11 Agosto 2021 - 14:52

Pensioni: cosa succede in caso di morte del titolare dell’assegno? Ci sono una serie di dubbi da chiarire: ecco quali.

Pensioni: cosa fare in caso di morte del pensionato

In questo articolo daremo una risposta alla domanda su cosa fare quando il pensionato muore, nonché su quali sono diritti e doveri degli eredi.

Quando muore un parente che allo stesso tempo era titolare di pensione, ci si interroga infatti su cosa bisogna fare per non rischiare una sanzione per omessa comunicazione del decesso. Una domanda lecita visto quanto succedeva fino a qualche anno fa, ma che oggi ha una risposta ben chiara: “Non bisogna dare alcuna comunicazione all’Inps”.

Diverso il caso in cui si intenda fare richiesta della pensione di reversibilità, con uno o più degli aventi diritto che quindi andrebbero a percepire la quota di pensione spettante in qualità di superstiti. E ancora: bisogna capire cosa fare nel caso il defunto stesse ancora aspettando degli arretrati di pensione, o di altre prestazioni a essa collegate.

Tutti dubbi ai quali daremo una risposta nel proseguo di questa guida dedicata al decesso del pensionato e alle conseguenze di questo tragico evento.

Il decesso del pensionato va comunicato?

Fino al 2002 era obbligo dei cittadini consegnare il certificato di morte in forma cartacea direttamente agli uffici dell’INPS. Un obbligo che spettava agli eredi del titolare di pensione, i quali in caso di omissione della comunicazione, e di riscossione dell’assegno, potevano essere incriminati per il reato di “indebita percezione di erogazione ai danni dello Stato”.

Con la Legge finanziaria del 2013 (n°289 del 2002), però, vi è stata una modifica dei soggetti obbligati a dare suddetta comunicazione. Non compete più, infatti, ai privati cittadini, quanto alle anagrafi comunali e, dal 1° gennaio 2015, anche ai medici necroscopi. Sono questi a essere chiamati, dunque, a trasmettere online all’INPS il certificato di accertamento del decesso.

Pensione erogata dopo la morte del pensionato: che fare?

La novità suddetta non deve confondere. Il fatto che l’obbligo competa a Comuni e medici necroscopi non significa che fino a quando l’Inps continuerà a pagare la pensione al defunto i parenti di quest’ultimo, o comunque coloro che sono cointestatari del conto sul quale avviene l’accredito, possono disporre liberamente delle somme senza rischiare alcunché.

Come ribadito anche dalla Corte di Cassazione, IV Sezione Penale, nell’udienza del 12 maggio 2021, nel caso si continui a godere della pensione di un defunto non sussiste il reato d’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato descritto dall’articolo 316 del Codice Penale. Questo perché l’omissione d’informazioni dovute non sussiste, dal momento che comunque - come abbiamo già avuto modo di vedere - la comunicazione non competeva al cittadino.

Niente accusa penale quindi, ma il rischio di un giudizio civile sussiste: chi gode della pensione di un defunto, infatti, è in ogni caso obbligato a restituirla.

Pensione di reversibilità ai superstiti

In caso di decesso, la pensione del de cuius potrebbe spettare ai suoi superstiti. In seguito alla morte del coniuge, o di un genitore, vi è infatti la possibilità di godere della pensione di reversibilità.

Ricordiamo che la pensione ai superstiti è pari a una quota percentuale - che varia a seconda delle persone a cui questa spetta - della pensione già liquidata o che sarebbe spettata all’assicurato deceduto. Fare domanda è molto semplice: o dal sito dell’Inps oppure chiamando al numero verde dell’Istituto. In alternativa vi è la possibilità di farsi assistere da un ente di patronato.

Pensioni arretrate defunto: a chi vanno?

Attenzione: sia nel caso in cui venga riconosciuta la reversibilità che nel caso contrario gli eredi hanno diritto a spartirsi le quote arretrate di pensione. La legge 912/1986, infatti, ha stabilito che indipendentemente dalla tipologia di prestazione, vale tanto per la pensione ordinaria che per quelle d’invalidità, le quote arretrate di pensione (quelle dunque maturate prima del decesso) rientrano nella quota che viene spartita dagli eredi.

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