Pensioni dimenticate dal taglio delle tasse: il Governo non può sbagliare di nuovo

Simone Micocci

8 Novembre 2021 - 11:48

Taglio delle tasse, quali conseguenze per le pensioni? A seconda di quelle che saranno le decisioni prese dal Governo potrebbe esserci un aumento della pensione netta.

Pensioni dimenticate dal taglio delle tasse: il Governo non può sbagliare di nuovo

Le pensioni rischiano di rimanere - di nuovo - fuori dal taglio delle tasse.

Come noto, con la Legge di Bilancio 2022 vengono stanziati 8 miliardi di euro da destinare alla riforma fiscale, con la quale ci sarà un taglio delle tasse per cittadini e imprese. I pensionati, però, potrebbero non avere alcun vantaggio a riguardo nel caso in cui dovessero essere confermate alcune delle indiscrezioni che circolano in questi giorni.

Le ipotesi, lato cittadini, sono due e a seconda di quella che sarà la strada intrapresa ci saranno vantaggi o meno per la categoria dei pensionati. Nel dettaglio, si sta valutando di:

  • ridurre nuovamente il cuneo fiscale, portando l’attuale bonus 100,00€ a un importo di 120,00€;
  • modificare le aliquote Irpef, riducendo quindi la tassazione su tutti i redditi delle persone fisiche.

È ovvio che a seconda dei casi ci saranno, o meno, delle conseguenze per i redditi da pensione.

Pensioni tagliate fuori dalla riduzione del cuneo fiscale

Nel luglio del 2020 venne attuato il taglio del cuneo fiscale con vantaggi sulla busta paga dei dipendenti, con il bonus Renzi che da 80,00€ è passato a 100,00€.

Un’operazione a vantaggio dei soli lavoratori. D’altronde, per cuneo fiscale si intende la somma delle imposte (dirette, indirette, contributi previdenziali) che impattano sul costo del lavoro sia dalla parte dei datori di lavoro che rispetto ai lavoratori.

Niente da fare, quindi, per i pensionati che non hanno potuto godere di un bonus Irpef per limitare la differenza che c’è tra l’importo lordo e netto di pensione. In quell’occasione i sindacati chiesero che anche le pensioni potessero essere coinvolte in una tale operazione, ma non se ne fece nulla. Ci fu, però, la promessa da parte del Governo (diverso da quello che c’è oggi in carica) che le pensioni sarebbero state “coinvolte in una futura riforma fiscale”.

Ecco perché nel caso in cui alla fine il Governo dovesse decidere in favore di un potenziamento del cuneo fiscale si tratterebbe di una beffa per le pensioni, ancora escluse dai vantaggi fiscali di una tale operazione. E con i sindacati che già minacciano di scendere in piazza a causa delle poche novità in termini di flessibilità, con la sola Quota 102 che non soddisfa le parti sociali, il taglio del cuneo fiscale rischierebbe di riscaldare ancora di più gli animi.

Pensioni: quali vantaggi nel caso del taglio Irpef?

Discorso differente nel caso in cui, come era stato promesso dal Governo Conte nel 2020, si decidesse di procedere con un taglio delle aliquote Irpef. In questo caso, infatti, tutte le persone fisiche avrebbero vantaggi, pensionati compresi.

Ma attenzione, perché anche in questo caso molte pensioni rischiano di essere tagliate fuori. Secondo indiscrezioni, infatti, semmai una riforma delle aliquote Irpef ci sarà riguarderà perlopiù i redditi nella fascia compresa tra i 28.000€ e i 55.000€, per i quali oggi si applica un’aliquota Irpef del 38%.

Il taglio potrebbe essere di 2 punti percentuali, arrivando così al 36%. I vantaggi, in termini di cifre, sarebbero importanti: per coloro che hanno un reddito di circa 45.000€, infatti, ci sarebbe un risparmio annuo di 340 euro. 540 euro in meno, invece, per coloro che superano i 55 mila euro, i quali godrebbero a pieno della riduzione prevista per lo scaglione 28-55 mila euro.

Ne restano esclusi, però, coloro che sono sotto i 28.000€, che di fatto sono la maggior parte dei pensionati italiani. Nessun vantaggio, dunque, per le pensioni d’importo più basso: i soggetti svantaggiati ancora una volta verrebbero esclusi dal taglio delle tasse.

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