Tentativi precedenti di introdurre un simile strumento sono stati bloccati dal Consiglio Costituzionale o dall’opposizione parlamentare.
Negli ultimi mesi, il tema del finanziamento dell’industria della difesa con l’épargne (risparmio) dei cittadini francesi è diventato sempre più centrale nel dibattito politico ed economico.
La ministra dei Conti Pubblici, Amélie de Montchalin, ha sollevato la questione evidenziando come, attualmente, gran parte dei prodotti di risparmio escludano l’industria militare dai loro investimenti, in nome della responsabilità sociale e delle direttive europee sulla finanza sostenibile. Tuttavia, con il crescente bisogno di rafforzare le capacità militari europee, soprattutto alla luce delle tensioni geopolitiche e della guerra in Ucraina, il governo francese cerca nuove soluzioni per mobilitare risorse finanziarie interne.
Il dibattito si concentra in particolare sul Livret A, il principale strumento di risparmio regolamentato in Francia, con un volume di fondi superiore ai 440 miliardi di euro. Attualmente, il 60% di questi fondi viene utilizzato per finanziare il settore dell’edilizia popolare, mentre il restante 40% è destinato alle PMI dell’economia sociale e solidale e alla transizione ecologica. Secondo alcuni esponenti politici e rappresentanti dell’industria della difesa, questa ripartizione esclude ingiustamente un settore strategico per la sicurezza nazionale. [...]
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