Perché l’Italia è stata scelta come Paese dell’anno 2021

Chiara Esposito

16 Dicembre 2021 - 23:05

Una menzione d’onore con delle motivazioni da indagare a fondo: il titolo che dà lustro all’Italia del 2021, spiegata nel dettaglio.

Perché l’Italia è stata scelta come Paese dell’anno 2021

L’Italia è stata premiata con il titolo «Paese dell’anno» (Country of the year) dal settimanale inglese di informazione politico-economica The Economist, una testata affermata e rinomata anche al di là del proprio settore di competenza.

La redazione annuale del report sul paese che si è saputo distinguere durante l’edizione in corso però non privilegia lo stato ricco o più felice bensì la nazione che, secondo la visione dei giornalisti londinesi, “ha attuato il miglioramento più significativo nel corso del 2021”.

La forza di un paese di rialzarsi, imprimere un forte cambiamento o una positiva inversione di rotta rispetto al proprio destino o ancora rappresentare un esempio per il panorama globale sono criteri ben più importanti, se non centrali, nell’elezione del cosiddetto vincitore di questo premio.

Se nelle edizioni precedenti sono stati premiati l’Uzbekistan per aver abolito la schiavitù, la Colombia per il suo processo di pacificazione e la Tunisia per l’adesione al sistema democratico, nel 2021 si celebra l’Italia per la sua rinascita politica con il forte segnale di resilienza e concretezza fattuale che l’operato di Mario Draghi come Presidente del Consiglio ha saputo imprimere sulla scena internazionale.

Dettagliando perciò la propria decisione i redattori dell’Economist hanno sottolineato le motivazioni che si celano dietro questa lettura della realtà nostrana.

Le motivazioni del premio

I redattori dell’articolo che celebra la penisola affermano nettamente il valore politico di questa decisione poiché, pur considerando la vittoria nell’ambiente calcistico con l’Europeo e musicale con l’Eurovision Song Contest in una sola volta, il vero obiettivo della loro ricerca è quello di individuare una strategia operativa capace di fronteggiare le avversità producendo floridi risultati di ripresa.

L’Italia sarebbe quindi riuscita a raggiungere con eccellenti risultati l’obiettivo proprio grazie “ad un primo ministro rispettato e competente” che ha saputo guidare la nazione verso “un alto tasso di vaccinazione contro il Covid nella popolazione, tra i più elevati d’Europa”. Il tutto poi si sostanzia nel riflesso di questa operazione sull’economia che, stando alle statistiche e ai giudizi forniti dalla redazione, sono indice di una ripresa più rapida rispetto ai paesi limitrofi, un quadro che ci pone in vantaggio insomma rispetto alle economie francesi e tedesche in poche parole.

Il cambiamento impresso dall’attuale premier sarebbe stato anche comparato dalla stessa rivista allo status di ricchezza degli italiani nel 2019 che, letteralmente, “erano più poveri rispetto al 2000". A fronte di questi dati numerici ci sono però anche considerazioni di merito sullo spirito dei partiti politici che si sono uniti in un’ampia maggioranza per intraprendere un programma di riforme più importante delle classiche divergenze che vengono alla luce in tempi non emergenziali.

Al contempo però su questo tema viene espressa una preoccupazione che si sostanzia nel caso in cui Mario Draghi dovesse diventare presidente della Repubblica. Gli esperti in questo caso prevedono infatti come l’ “insolita esplosione di governance possa subire un’inversione" e soprattutto concretizzarsi nelle elezioni di una figura meno competente per lasciare a Draghi un ruolo troppo formale e poco operativo.

Le reazioni della politica italiana

Varie le voci di consenso provenienti dai partiti che hanno riletto le frasi dell’Economist in chiave personale per apportare un contributo proprio e dare rilievo ai temi affini alla loro posizione.

Partendo da Andrea Marcucci, il senatore in quota Pd scrive su Twitter di pensarla proprio come i redattori della rivista visto che secondo lui l’Italia ha dato prova del suo miglioramento sotto la guida di Mario Draghi. Riallacciandosi al timore dei britannici poi sottolinea di essere preoccupato per una sua possibile sostituzione a Palazzo Chigi. In chiusura del suo messaggio si spinge a formulare un auspicio di peso dicendo:

“C’è ancora tanto da fare affinché il Paese possa tornare a competere. Io mi auguro che ci siano le condizioni per un nuovo governo Draghi anche dopo le elezioni del 2023".

Anche Forza Italia ha qualcosa da dire e lo fa nelle veci del senatore ed ex presidente del Senato Renato Schifani che sottolinea come quello di Mario Draghi sia “il solo nome capace di far valere il peso del nostro Paese all’estero e di mantenerlo allo stesso tempo unito”. Questa considerazione ovviamente si riferisce all’assenza di una maggioranza così ampia in tempi non emergenziali. Con spirito di orgoglio sottolinea infine come, dopo essere stata per anni “il fanalino di coda dell’Europa sotto molti aspetti, l’Italia è oggi capace di reagire prima e meglio degli altri alla enorme sfida della pandemia”.

Da Italia Viva infine arriva il commento della capogruppo alla Camera dei deputati Maria Elena Boschi che commenta in maniera piuttosto telegrafica, sottolineando come anche all’estero si accorgano che il governo Draghi faccia la differenza.

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