Perché Mimmo Lucano è stato condannato

Luna Luciano

02/10/2021

Condannato a 13 anni e 2 mesi. Mimmo Lucano è stato accusato non di favoreggiamento d’immigrazione clandestina, ma per una serie di reati contro la Pubblica Amministrazione.

Perché Mimmo Lucano è stato condannato

Una condanna ingiusta”. I legali dell’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, sono rimasti impietriti davanti alla sentenza di primo grado emessa a Locri dai giudici. La condanna risulta essere quasi il doppio rispetto a quanto lo stesso pubblico ministero aveva chiesto: dai 7 anni e 11 mesi, Mimmo Lucano è stato condannato per 13 anni e 2 mesi.

La storia del’ex sindaco di Riace, eletto tra i 50 leader più influenti al mondo della rivista americana ’Fortune’, aveva elaborato un nuovo modello per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti. Proprio a causa di questo modello era stato accusato da alcuni esponenti politici, e non solo, di favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

Dall’ascesa alla discesa il passo è stato breve. La condanna è arrivata inaspettata, ma le ragioni sono altre. Infatti Lucano si sarebbe macchiato di alcuni reati contro la Pubblica Amministrazione.

Mimmo Lucano: dal “modello Riace” alla sua caduta

Nel 2016 Mimmo Lucano era stato eletto al 40° posto nella classifica tra i 50 leader più influenti al mondo dalla rivista americana Fortune; l’ex sindaco di Riace aveva reso famoso il suo borgo per il modello di accoglienza e integrazione per i migranti approdati sulle coste italiane.

Il modello Riace

Tutto aveva avuto inizio nel 1998 in seguito allo sbarco di duecento profughi dal Kurdistan a Riace Marina. Lucano con l’associazione Città Futura decisero di assegnare loro le case abbandonate, in seguito allo spostamento della maggior parte della popolazione verso altre zone che stava condannando il borgo a diventare un “paese fantasma”.

All’accoglienza doveva succedere un’efficace integrazione tra gli abitanti locali e i rifugiati e migranti irregolari. Per questo con il lavoro della sua amministrazione Lucano aveva aperto scuole, laboratori, bar, panetterie e finanziato micro-attività. In attesa dei fondi europei aveva anche creato una moneta ad hoc per aiutare gli immigrati nelle spese quotidiane.

Il villaggio globale in 17 anni ha ospitato più di 6 mila richiedenti asilo provenienti da oltre 20 Paesi. Il “modello Riace” ha reso famoso il Borgo e lo stesso Lucano, divenuto però oggetto di critiche del centrodestra.

La caduta

Il 2 ottobre 2018, però, tutto cambia. La Guardia di finanza gli presenta un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dalla Procura di Locri proprio per la gestione del “modello Riace”.

Tra le accuse spuntano quelle di presunte irregolarità nella gestione dei fondi per l’accoglienza dei migranti e la violazione di alcune leggi sull’immigrazione. In TV e nei giornali si racconta di presunti matrimoni combinati solo per garantire agli immigrati il permesso di soggiorno.

Da quel momento il borgo di Riace si comincia a svuotare di migranti e Riace torna a essere simile a quella “città fantasma” che era prima di Lucano e intanto l’ex sindaco, candidato alle amministrative 2021, in questi giorni ha ricevuto una condanna di 13 anni e 2 mesi, ma non per la gestione migranti.

Mimmo Lucano: nessuna condanna per migrazione clandestina

La dura sentenza che ha colpito Mimmo Lucano e che lo vede condannato a 13 anni e 2 mesi non è avvenuta per favoreggiamento d’immigrazione clandestina. Questa accusa era stata accantonata dallo stesso Pubblico Ministero (PM).

Nessuna condanna quindi per le accuse che lo volevano al centro di un disegno criminoso a favore della migrazione clandestina. Ciò che viene contestato all’ex sindaco sono una serie di azioni che costituirebbero reato contro la Pubblica Amministrazione; essendo poi slegati tra di loro il tribunale ha sommato le singole condanne arrivando alla sentenza che ha lasciato sconvolti gli stessi difensori.

Mimmo Lucano: condanna e capi d’accusa

Peculato, truffa, falso e abuso d’ufficio sono i capi d’accusa contro l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano. Sebbene dunque non centri il favoreggiamento d’immigrazione clandestina, Lucano negli anni si sarebbe macchiato di tali crimini. La sentenza emessa è quindi il risultato di due capitoli di accusa.

  • Il primo vede tutte le accuse legate alla gestione dei fondi pubblici giunti al comune di Riace per poter garantire una migliore gestione delle politiche migratorie. Si parla quindi di truffa e peculato, ossia quando l’autorità pubblica si appropria di beni o denaro di cui dispone per via del suo incarico. A questi due si aggiunge l’accusa di associazione a delinquere data la sua collaborazione con gli altri imputati. Infatti, nella sentenza si fa riferimento alla gestione di servizi affidati a cooperative di migranti e della loro rendicontazione. Questo primo filone ha condotto i giudici di Locri a emettere una prima condanna a 10 anni e 4 mesi.
  • Il secondo capitolo d’accusa sarebbe legato a unico fatto. Lucano avrebbe emesso una carta d’identità a una cittadina nigeriana, non residente nel Comune di Riace. In questo caso si tratta quindi di abuso d’ufficio e di falso in atto pubblico e per tale reato la pena erogata corrisponde a 2 anni e 10 mesi.

Sommando quindi le due condanne Mimmo Lucano ha ricevuto una condanna pari a 13 anni e 2 mesi sconvolgendo una grande fetta dell’opinione pubblica che si era schierata a favore dell’ex sindaco e del suo incredibile lavoro per l’integrazione dei rifugiati politici. Una questione da sempre scottante per tutta Europa e che a breve dovrebbe riaffrontare in seguito alle migrazioni dall’Afghanistan e degli altri Paesi in cui non sono garantiti i diritti fondamentali.

Iscriviti a Money.it