Perché il debito è un grave problema dell’economia globale

Violetta Silvestri

30 Maggio 2022 - 13:08

In questi tempi complessi per l’economia mondiale, il pagamento del debito sta diventando davvero problematico. I Paesi in via di sviluppo e quelli più ricchi si trovano dinanzi a una sfida grande.

Perché il debito è un grave problema dell’economia globale

Mercati emergenti e Paesi sviluppati: tutti, a loro modo, si trovano dinanzi al grande problema del debito pubblico.

Pagare o nutrire la popolazione? Per alcune nazioni il dilemma che si è palesato è proprio questo, il più estremo. Tuttavia, anche gli Stati più ricchi hanno visto lievitare il loro indebitamento con la crisi pandemica e adesso, nella prospettiva di tassi più elevati, pagare sarà una grande sfida.

Il debito, quindi, sta diventando uno dei maggiori problemi dell’economia globale: ne sarà travolta?

Pagare il debito o sfamare la nazione? Il dilemma di Stati sull’orlo del default

Jack McIntyre, un portfolio manager di Brandywine Global Investment Management, come riporta Bloomberg, ha iniziato a guardare più da vicino i prezzi del riso e dei cereali.

La carenza di cibo globale, infatti, sta presentando ai Governi una scelta difficile: pagare i propri debiti o nutrire la propria gente.

Lo Sri Lanka ha optato per quest’ultima opzione, lasciando cadere in arretrato il suo debito estero il 18 maggio in mezzo alla mancanza di dollari per alleviare la carenza di tutto, dal cibo al carburante.

Le scommesse dicono che altri potrebbero seguire. Quindici Paesi dei mercati emergenti si ritrovano con un debito a livelli distressed, o un premio per il rischio superiore a 10 punti percentuali. Quattro di queste nazioni si trovano in Africa.

Con in mente i ricordi dei disordini della Primavera Araba all’inizio degli anni 2010, gli investitori stanno fuggendo dalle nazioni dei mercati emergenti minacciate di grave carenza di cibo e rivolte.

L’invasione dell’Ucraina ha interrotto le forniture vitali di generi alimentari, aggiungendosi ai problemi causati dalle temperature estreme e dalla carenza di pioggia.

I Paesi più colpiti sono quelli in via di sviluppo. Per queste nazioni, il cibo è quasi un terzo degli attuali indicatori dell’inflazione primaria anno su anno.

Misure disperate come la mossa dell’India di limitare le esportazioni di grano, annunciata all’inizio di questo mese, si aggiungeranno alle pressioni sui prezzi globali, vanificando gli sforzi dei banchieri centrali per tenerli sotto controllo. E le proteste contro il dolore domestico hanno il potenziale per diffondersi.

Più una nazione è esposta all’inflazione alimentare, più è probabile che la sua valuta si indebolisca, con il peso messicano, il peso colombiano, il ringgit e la rupia tra i più vulnerabili.

Ciò rende il servizio del debito, in particolare del debito in dollari, ancora più difficile, aumentando la prospettiva che i Paesi in via di sviluppo perdano l’accesso ai mercati nel momento in cui ne hanno più bisogno. I rendimenti delle loro obbligazioni in dollari sono vicini ai più alti degli ultimi due anni con quasi il 7%.

Nelle nazioni più ricche il debito resta alto: il grafico

Considerando alcuni Paesi sviluppati, il tema debito in rapporto al Pil resta in focus. E problematico.

Secondo un’elaborazione Ispi, infatti, il calo del rapporto è ancora molto lento, come evidente nel grafico:

Debito pubblico in rapporto Pil Debito pubblico in rapporto Pil

Quello che emerge è che dall’anno della pandemia il livello del debito/Pil è diminuito assai poco e ancora per il 2023 si preannuncia difficile la contrazione dell’indebitamento.

In Europa, l’Italia resta tra le nazioni in testa per il peso del debito. Schizza quello del Giappone.

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