L’aviazione contribuirà all’enorme sforzo teso alla distribuzione su scala globale dei vaccini anti-Covid. Grazie al conseguente incremento dei consumi di carburante, il rally in corso del petrolio è destinato a durare.
La prossima distribuzione dei vaccini anti-Covid alimenterà il rally del petrolio, già in rialzo nell’ultimo mese del 20%.
L’enorme macchina logistica che si metterà prossimamente in moto per soddisfare la richiesta dei prodotti testati da AstraZeneca, Pfizer e Moderna conterà infatti sull’apporto degli aerei per garantire la massima inclusività nel processo di distribuzione.
Senza aspettare la ripresa del trasporto aereo commerciale o il ritorno dell’automotive agli standard pre-pandemici, dunque, il petrolio beneficerà dell’incremento dei consumi di carburante per l’aviazione.
Ora, grazie allo sblocco della domanda petrolifera assicurato dalle prossime manovre sul fronte pandemico, gli analisti rivedono al rialzo le prospettive dell’oro nero per il 2021, fiaccato sinora dalle restrizioni che hanno rimodellato le abitudini di consumo – e, più in generale, di vita – dei cittadini.
Il vaccino spinge il rally del petrolio
C’è una certa malinconia nel vedere gli aerei delle principali compagnie internazionali parcheggiati nelle grigie rimesse. E non aiutano a lenire i sentimenti negativi quei dati sull’industria automobilistica, inchiodata dall’architettura pandemica che ha riscoperto le mura domestiche come centro nevralgico delle attività umane.
Ma per un aereo che tiene il muso a terra, ce n’è un altro pronto a solcare i cieli. Sono quelli a cui si ricorrerà per distribuire i vaccini anti-Covid, in un’operazione che vedrà i consumi di carburante tornare con decisione verso quelle quote abbandonate la scorsa primavera.
Un rapido calcolo: per consegnare una dose ad ognuno dei 7,8 miliardi abitanti della Terra ci vorranno approssimativamente 8.000 Boeing 747. Un aereo di queste dimensioni necessita di circa 150.000 litri per completare un viaggio dagli Stati Uniti all’Europa. Inoltre, se ogni persona dovesse ricevere una seconda dose per completare il processo di vaccinazione, queste stime preliminari andrebbero raddoppiate.
Si tratta dunque di uno sforzo logistico ciclopico che avrà un impatto diretto sulla quotazione del petrolio nei prossimi mesi, sebbene non manchino alcuni scetticismi sulla fattibilità dell’ambiziosa – ma necessaria – manovra di coordinamento per assicurare l’immunità di gregge a livello globale.
Se è vero che gli aerei cargo possono soddisfare parzialmente la domanda, quelli commerciali rimangono necessari per raggiungere un tasso di distribuzione all’altezza della sfida che stiamo affrontando. Tradizionalmente, infatti, i farmaci viaggiano insieme ai passeggeri, ma l’abbattimento delle rotte – logica conseguenza del terremoto che ha travolto il comparto aereo nel 2020 - rende ora l’accesso agli spazi particolarmente competitivo, e quindi non ottimale.
Petrolio ai livelli più alti da inizio pandemia
Forse sono proprio queste considerazioni, unitamente alla speranza mai sopita di chiudere il capitolo pandemico già nel 2021, ad aver alimentato sin qui il rally del petrolio. Nell’ultimo mese il Brent del mare del Nord – un benchmark nel mercato del greggio europeo – è passato da una quotazione di 39,8 dollari al barile a quella attuale di 46,2 dollari.
Una progressione del 16% che di fatto ha riportato l’oro nero ai livelli di inizio marzo, quando le principali economie mondiali stavano iniziando ad intravedere quella voragine in cui - chi più chi meno – sarebbero precipitate.
Ma per allinearsi agli standard pre-pandemici il petrolio dovrebbe quantomeno scavallare la soglia dei 50 dollari al barile. Su questo aspetto gli analisti tendono ancora ad offrire scenari divergenti, sebbene una recente analisi sulle previsioni aggregate dei principali istituti finanziari abbia rilevato un prezzo medio al barile di 53,5 dollari nel 2021.
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