Perché se cade Draghi non ci sarà un governo militare in Italia

Luna Luciano

29/07/2021

Un governo militare che governi l’Italia. È questo uno dei possibili scenari apocalittici, ma non futuribili, disegnati e raccontati da Marcello Sorgi. Cerchiamo di capire perché non è possibile.

Perché se cade Draghi non ci sarà un governo militare in Italia

È vento di crisi per il Governo Draghi, ma questo certamente non può essere un dato su cui costruire, o anche solo immaginare, un governo militare. Eppure da questa mattina non si parla d’altro.

Di fronte a un ipotesi simile voci indignate si sono sollevate a ondate dopo l’uscita dell’editoriale di Marcello Sorgi, direttore del quotidiano La Stampa e direttore del Tg1. Infatti nell’editoriale del 29 luglio Sorgi avrebbe descritto uno scenario quasi “apocalittico” come conseguenza alla caduta del governo Draghi.

Nonostante l’ironia che sembrerebbe esserci nelle parole del direttore alcuni lettori sono entrati in confusione e si sono preoccupati. Vediamo quindi di procedere con ordine e capire perché, se dovesse cadere il Governo Draghi, non ci sarà alcun governo militare in Italia.

Governo militare: la teoria di Sorgi e il periodo ipotetico

La fantasiosa teoria, che ha quasi del “complottistico”, si deve alle parole ironiche - o presunte tali - del direttore del quotidiano La Stampa, Marcello Sorgi, il quale ha cercato di rispondere ai suoi lettori, preoccupati della tensione accumulata a Palazzo Chigi.

Alla domanda quindi emblematica sul perché non ci sarà una crisi politica ad agosto, Sorgi ha condotto il suo ragionamento vagliando scenari possibili, arrivando addirittura a parlare della possibilità di un “governo elettorale, forse perfino militare” chiosando con una frase provocatoria: “A mali estremi, estremi rimedi. Anche se non è affatto detto che ci si arriverà”.

In realtà queste parole provocatorie sarebbero smentite dallo stesso giornalista, se si leggesse con più attenzione l’incipit dell’articolo; infatti dopo aver chiarito - secondo la sua opinione - che di una crisi politica ad agosto non ci sia alcuna possibilità né voglia, ha voluto precisare di non “immaginare Mattarella con le mani legate” durante il semestre bianco (impossibilitato a convocare le elezioni anticipate).

A questo punto si aprono le porte delle alternative, o dei cosiddetti universi paralleli. Sorgi ha analizzato lo scenario in cui Draghi fosse costretto a dimettersi, aggiungendo tra parentesi:

(ma va ripetuto: è un’ipotesi del terzo tipo, il periodo ipotetico dell’impossibilità).

Davanti all’impossibilità che Draghi si dimetta, Sorgi vuole comunque guardare alle possibili alternative e alcune di queste hanno dell’apocalittico.

Alle dimissioni di Draghi, infatti, Mattarella rinvierebbe il premier alle Camere costringendo i partiti ad assumersi le proprie responsabilità e facendo cessare al momento le tensioni.

Ma metti anche che – ha proseguito il giornalista – in un intento suicida gli stessi responsabili delle dimissioni insistessero per mandare a casa il banchiere a Mattarella non resterebbe che mettere su un governo elettorale, forse perfino militare, com’è accaduto con il generale Figliuolo per le vaccinazioni.

Uno scenario che dunque non appare solo improbabile, ma conseguenza di un evento dato per “impossibile”.

È possibile un governo militare in Italia?

Come abbiamo visto la stessa ipotesi di Sorgi non è plausibile. L’ultimo esperimento di un governo militare in Italia risale al periodo della seconda guerra mondiale, con il governo Badoglio, dopodiché non vi sono più stati giunte militari nella storia dell’Italia.

Eppure spaventa l’ipotesi di un’Italia governata da una giunta militare, se ne parlava già negli anni ’60 e ’70 a causa del “piano Solo” e del “golpe Borghese”, che avrebbero garantito all’arma il controllo dello Stato. Due piani segreti rimasti inattuati.

Possiamo concludere che uno governo militare in Italia non appare che altamente e fortemente improbabile.

Il governo Draghi è davvero in crisi?

L’articolo di Sorgi ha un fondo di verità, un’aria di crisi c’è a Palazzo Chigi a causa della riforma di giustizia di Cartabia. Il Consiglio dei Ministri convocato questa mattina dal Premier, per chiudere la questione sulla riforma è stato sospeso.

Il mancato accordo con il Movimento 5 stelle, che contesta la decisione di non inserire tra i reati non soggetti a «improcedibilità» le attività volte a favorire le associazioni mafiose, è la causa delle tensioni che fanno vacillare il governo. Questo però non porterà a un futuro governo militare.

Questa riforma, ricordiamo, è fondamentale per l’Italia. Senza di questa infatti l’Unione Europea impedirà al Governo di accedere ai fondi del Recovery, necessari per l’Italia.

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