La recensione di Persona 5 Strikers: il ritorno dei Ladri Fantasma passa per un sequel che rispetta l’originale virando sull’action JRPG stile musou.
Tornano i ladri fantasma: Persona 5 Strikers è il primo e atteso sequel ufficiale di uno dei JRPG più amati degli ultimi anni, un titolo che ha fatto affezionare i giocatori di tutto il mondo per le sue trame complesse e per i personaggi stratificati, tutto circoscritto in uno stile unico (musica e game design indimenticabili) e un gameplay che svecchiava un sistema di gioco rimanendo circoscritto nei canoni del genere.
Dopo l’edizione Royale, uscita lo scorso anno che allargava ancora di più un gioco già di per sé complesso e longevo, arriva Persona 5 Strikers: tanto atteso quanto rischioso a partire dalle sue premesse.
Persona 5, ancora di più nella sua edizione Royale, portava in gioco un racconto lungo e sfaccettato ma questo secondo capitolo, pur scegliendo una strada diversa (e più semplice), è in grado di soddisfare chi voleva ancora immergersi nel metaverso e nei desideri oscuri dell’animo umano.
Recensione Persona 5 Strikers: un ritorno piacevole come una vacanza estiva
La trama di Persona 5 Strikers, pur rispettando il materiale di partenza senza cadere nella superficialità, rientra nei canoni dell’OAV, ovvero quelle avventure che fanno da ponte a una storia ben definita e ne permettono di approfondire ancora di più temi e storia svicolando dal cuore principale: Atlus lo rende un sequel ufficiale ma il sapore è quello di un meraviglioso film originale che può accostarsi o meno a quanto già sappiamo sul mondo dei Ladri Fantasma. Non è un caso infatti la scelta di una cornice estiva, lontana dai ritmi frenetici e serrati delle lezioni scolastiche.
Si aggiungono due personaggi: Sophia, un IA che ricalca fin troppo alcuni stereotipi del genere (chi legge manga e consuma anime non faticherà a ritrovarli) e Zenkichi. Quest’ultimo rappresenta forse la migliore aggiunta, dopo un iniziale titubanza che non gli permette di avere un vero e proprio ruolo per il giocatore nella prima parte, questo personaggio adulto e lontano dalle motivazioni e dalle dinamiche del party originale offre un’occasione giusta per vedere le cose da una prospettiva inedita.
Al posto dei palazzi troviamo le prigioni dominati da potenti regnanti denominati monarchi (che si rifanno sempre a personalità negative che estremizzano i lati tossici e malvagi di un individuo) che collezionano i desideri delle loro vittime. I personaggi sono quelli di sempre, e sembrano mancare i riferimenti alla versione Royale (che risulta canonica ma leggermente messa da parte da questo titolo che si fa seguito della versione originale).
Fin dai primi minuti ritroviamo un game design in linea con Persona 5.
Nello stile visivo e nel design di menù, finestre, opzioni e mondo di gioco Persona 5 Strikers è il sequel che in molti speravano di vedere: resta la divisione in giorni, ma il corso della giornata e molto meno importante e più focalizzato sul proseguimento degli eventi. In sostanza avviando la partita si ha la netta sensazione di essere tornati alle atmosfere e stile che hanno reso questa serie una spanna sopra le altre (a partire dalle musiche).
Persona 5 Strikers: la fusione perfetta tra action JRPG e musou
Dove Persona 5 Strikers abbandona dichiaratamente le proprie origini è nel gameplay e nel genere che non è più JRPG a turni ma action JRPG mescolato alle dinamiche tipiche del musou: i due generi vengono fusi proprio come le Persona nel gioco per creare qualcosa di nuovo e diverso. Una novità che potrebbe far storcere il naso ai puristi del genere e, allo stesso tempo, riesce a entusiasmare chi preferisce uno stile di gioco più libero e action (in parole povere, chi ama menare le mani con frotte di nemici). Attenzione però, bilanciare il party, i potenziamenti, le Persona ed essere in grado di capire quando è il caso di affrontare un nemico (o aggirarlo) è fondamentale se non si vuole far fare una brutta fine a Joker e ai Ladri Fantasma: più azione sì, ma con elementi JRPG che richiedono comunque una tattica e strategia.
I monarchi creano prigioni in cui intrappolano le proprie vittime per sottargli i loro desideri: la prima che incontriamo è l’influencer Alice.
Dicevamo, in apertura, come Persona 5 Strikers possa essere paragonato a un OAV ovvero a quei film animati originali che spesso vengono tratti da anime famosi: si tratta di episodi laterali che permettono di divagare sulla trama principale sfruttando gli stessi personaggi e universo. Questo concetto si sposa molto con il sequel di Persona 5 che nonostante un punto di partenza molto fresco e interessante e apparentemente “filler” (che fa riflettere sulla dipendenza da tecnologia e smartphone e sul ruolo dell’intelligenza artificiale) non risulta solo una versione lite del precedente titolo ma un vero e proprio nuovo capitolo aggiuntivo.
Certo, c’è qualche rinuncia da fare perché mancano le relazioni con i membri del gruppo, è presente la barra legame ma unica per tutti i componenti del parterre di protagonisti, mancano le attività da svolgere nel corso della giornata e quel limite di tempo che rendeva interessante e metteva la giusta suggestione al giocatore per la risoluzione dei palazzi (qui le prigioni sono visitabili a nostro piacimento).
Niente più turni ma un action JRPG che permette di affrontare orde di nemici in contemporanea
Rimossi i combattimenti a turni, in favore dell’action RPG, in Persona 5 Strikers diventa fondamentale muoversi all’interno del campo di battaglia, schivare, saltare e combinare le potenzialità della propria Persona in una serie di attacchi speciali che massimizzino la nostra offensiva (in modo da permetterci di atterrare intere orde di nemici). Presente e importante la possibilità di switchare tra i vari personaggi (anche se Joker resta la pedina fondamentale da muovere in battaglia) e quella di fondere le varie persona raccolte nel corso di gioco per creare nuovi e più potenti alleati in battaglia.
Recensione Persona 5 Strikers: voto, pro e contro
Insomma, come in una vacanza estiva fatta con gli amici alla fine della scuola, lo scopo è quello di divertirsi gustandosi la stessa compagnia di sempre ma senza troppo impegno: in questo, Persona 5 Strikers è onesto fin da subito e non pretende la complessità (e longevità) dell’originale, che viene comunque rispettato nell’eredità portata sulle spalle da questo seguito. Non la rigetta, ma invita il giocatore a divertirsi con un sistema di gioco diverso ma altrettanto valido in grado di soddisfare chi non voleva un semplice “more of the same”.
Voto: 8
Pro: stile, musiche e trama curati e che rispettano l’originale. Gameplay e stile di combattimento diverso e più rivolto all’action JRPG...
Contro: ...che potrebbe deludere i fan della complessità del primo capitolo. Se cercate un musou classico puntate su altro.
Note: abbiamo giocato Persona 5 Strikers su PS4 grazie a un codice per la copia digitale gentilmente concesso da Koch Media . Il gioco è disponibile per PS4 e Nintendo Switch (in digitale via PSN e Nintendo eShop) e PC su Steam.
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