Venerdì 26 novembre è stato il giorno nero del petrolio: il greggio è crollato come mai accaduto nel 2021. Cosa aspettarsi dalla prossima riunione OPEC? La variante Omicron spaventa la domanda.
Venerdì 26 novembre il petrolio ha registrato il suo peggior giorno dell’anno, precipitando al livello più basso in più di due mesi.
La nuova variante denominata Omicron e proveniente dal Sudafrica ha suscitato timori per un rallentamento della domanda proprio mentre l’offerta sta aumentando.
I prezzi del greggio hanno subito uno dei più grandi crolli di un giorno di sempre, con un tonfo di oltre l’11% durante il Black Friday.
Nel timore di rinnovate scosse alla domanda di greggio, la riunione OPEC del 2 dicembre si preannuncia cruciale. Oltre alla sfida a Biden con la sua lotta al prezzo del carburante che lo ha portato a liberare riserve, il cartello dovrà analizzare gli effetti del temibile ceppo: cosa accadrà al prezzo del petrolio?
Petrolio: tonfo da record, cosa è successo
Dopo le convulse giornate all’insegna della sfida aperta USA-OPEC, con il rilascio di 50 milioni di greggio dalle riserve statunitensi, è arrivato il giorno più buio per il greggio.
Venerdì 26 novembre, con la notizia della variante Omicron nuova, sconosciuta, temuta, tutti i mercati sono crollati.
Il WTI ha chiuso la giornata con un ribasso del 13,06%, o di $10,24, in calo a $ 68,15 al barile e scendendo al di sotto del livello chiave di $ 70. È stato il peggior giorno del contratto da aprile 2020.
I futures del greggio Brent di riferimento internazionale sono scesi dell′11,55% attestandosi a 72,72 dollari al barile.
Entrambi i contratti hanno registrato la quinta settimana consecutiva di perdite, segnando la serie di sconfitte settimanali più lunga da marzo 2020.
Una diminuzione dei viaggi e potenziali nuovi blocchi, che potrebbero entrambi colpire la domanda, arrivano proprio mentre l’offerta sta per aumentare.
John Kilduff, partner di Again Capital, ha sottolineato:
“L’ultima cosa di cui ha bisogno il complesso petrolifero è un’altra minaccia per la ripresa dei viaggi aerei”
Il calo dei prezzi è arrivato pochi giorni dopo che la Casa Bianca, preoccupata per l’impennata dei costi del petrolio e per l’inflazione diffusa, ha annunciato che avrebbe rilasciato 50 milioni di barili di greggio dalla sua riserva strategica di petrolio nei prossimi mesi - il più grande prelievo di petrolio dalle scorte governative — in combinazione con contributi aggiuntivi di altri cinque Paesi.
La mossa degli Stati Uniti di martedì ha avuto scarsi effetti immediati sulle quotazioni. Tuttavia, la notizia della variante B.1.1.529 Sars-Cov-2, identificata per la prima volta in Africa, ha ora travolto il sentiment.
I riflettori si accendono sull’incontro OPEC del 2 dicembre.
Cosa deciderà l’OPEC sulla produzione di greggio?
L’OPEC+ sta monitorando gli sviluppi sulla nuova variante Covid, con alcuni che esprimono preoccupazione per il fatto che possa peggiorare le prospettive del mercato petrolifero, secondo fonti non ufficiali riportate da Reuters.
Il cartello ha resistito alle richieste statunitensi di fare di più per abbassare i prezzi del petrolio, continuando a ridurre i limiti di produzione record dello scorso anno aggiungendo 400.000 barili di fornitura al giorno ogni mese da agosto.
L’incontro della prossima settimana discuterà cosa succederà a gennaio.
“Rimane ovviamente una questione aperta se questa nuova variante rappresenterà davvero una minaccia materiale per la domanda di petrolio, con i tassi di vaccinazione che sono aumentati vertiginosamente dall’estate”, ha affermato Rory Johnston, amministratore delegato di Price Street, un gruppo di ricerca.
Fonti dell’OPEC+ hanno fatto sapere che il gruppo non aveva discusso di sospendere il previsto aumento della produzione a gennaio prima del tonfo di venerdì. L’Iraq ha detto giovedì 25 novembre che l’organizzazione dovrebbe attenersi al suo piano esistente.
Una fonte che ha familiarità con la Russia, secondo Reuters, ha minimizzato la variante.
La riunione OPEC+ del 2 dicembre sarà rilevante per il prezzo del petrolio.
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