A dispetto delle misure per ridurre la produzione, le scorte globali di greggio, ha rilevato il ministro per l’energia saudita, continuano a crescere. È probabile, ha fatto intendere il funzionario, che i tagli dovranno essere prorogati. Cautela dal collega russo.
Nonostante un calo della produzione in arrivo da Iran e Venezuela, le scorte globali di petrolio hanno registrato un incremento. È quanto ha detto il ministro per l’energia saudita, Khalid al-Falih, nel corso di una conferenza stampa a Baku.
“Credo ci sia ancora lavoro da fare, registriamo ancora un incremento degli stock…dobbiamo sicuramente continuare fino a giugno”, ha detto al-Falih.
Da gennaio l’Opec Plus, il cartello formato dall’associazione che raggruppa i Paesi esportatori di petrolio e dagli altri maggiori produttori, capitanati dalla Russia, ha varato una riduzione della produzione globale di 1,2 milioni di barili al giorno per “ribilanciare” il mercato globale e spingere al rialzo i prezzi.
Le misure adottate hanno finora avuto successo, visto che da inizio anno il future sul Brent segna un rialzo del 23,5 per cento.
I produttori di greggio si riuniranno prima ad aprile e poi a giugno per decidere le future mosse: il 17 aprile è previsto il 176° meeting dell’Opec, e il giorno dopo la sesta riunione del cartello allargato.
Novak (Russia): a maggio valuteremo situazione
Nuove riunioni sono in calendario per giugno, quando le riduzioni della produzione potrebbero essere prorogate. “Continueremo a monitorare –ha detto il rappresentante saudita- l’andamento dell’offerta e la domanda e, nella seconda metà dell’anno, faremo ciò che è necessario”.
A frenare al-Falih, che ha indirettamente aperto a una conferma dei taglia produttivi nel corso della seconda metà del 2019, sono arrivate le parole di Alexander Novak.
Secondo quanto dichiarato dal Ministro dell’energia russo, solo nel mese di maggio si potrà iniziare a ragionare sulle future mosse da adottare in sede Opec Plus anche perché non è chiaro l’impatto della sanzioni statunitensi a carico del terzo produttore Opec, l’Iran. “Si tratta di provvedimenti che stanno distorcendo il quadro relativo offerta e domanda […] finiscono per creare incertezza”.
al-Falih: non possiamo continuare così
Nelle ultime settimane, tra Arabia e Russia sono emerse alcune frizioni sullo stato di attuazione dei tagli produttivi, valutati troppo blandi da parte del primo esportatore mondiale. L’Arabia, che finora ha intensificato gli sforzi per sopperire alla lentezza russa a ridurre la produzione (lentezza attribuita da Novak alle difficili condizioni meteo), inizia a stancarsi. Il processo di compensazione, ha detto al-Falih said non “può continuare a tempo indeterminato”.
In avvio di settimana il future sul Brent segna un rosso di mezzo punto percentuale a 66,85 dollari portando il saldo dell’ultimo mese a un +0,4% e quello trimestrale al +18%.
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