Prezzo del petrolio in corsa, stimolato da una crescente domanda e da un’offerta inferiore alle richieste. La crisi energetica mondiale sta pressando il costo del greggio: la situazione.
Impennata dei prezzi del petrolio in questo venerdì 15 ottobre: si punta a guadagni record nella settimana, in seguito ai segnali crescenti di una domanda robusta e di un’offerta più ridotta nei prossimi mesi.
Intanto, i prezzi alle stelle del gas e del carbone alimentano il passaggio a prodotti petroliferi, accelerando la richiesta del greggio.
Negli scambi odierni, la quotazione Brent ha sfiorato gli 85 dollari al barile e il WTI viaggia sugli 81 dollari al barile.
Gli analisti prevedono una corsa duratura dell’oro nero: la situazione del prezzo del petrolio e cosa ci si aspetta nei prossimi mesi.
Petrolio in rally: oro nero sempre più prezioso
Alle ore 11.29, i future sul Brent toccano quota 84,81 dollari al barile, con un rialzo dello 0,96%. La quotazione ha raggiunto gli 84,94 dollari al barile due ore fa. Il WTI si attesta a 82,05 dollari al barile nello stesso orario.
Il rally del greggio negli ultimi mesi è stato innescato anche da una crescente crisi energetica generale, con il carbone e il gas introvabili e sempre più richiesti.
L’AIE ha allertato che la carenza di gas in Europa e in Asia sta aumentando la domanda di greggio per scongiurare blackout e blocchi produttivi.
Il passaggio ai prodotti petroliferi per la produzione di energia è già in corso nel Sud-Est asiatico e nel Medio Oriente e continuerà per tutto questo trimestre, ha affermato Shirin Lakhani, direttore del servizio petrolifero globale presso il Rapidan Energy Group.
Paesi come il Pakistan, il Bangladesh e l’India hanno una maggiore flessibilità rispetto all’Europa per bruciare combustibili diversi e aumenteranno l’uso del greggio.
Nel frattempo, il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, ha ribadito la necessità che l’OPEC e i suoi alleati adottino un approccio graduale agli aumenti dell’offerta.
Nessuna apertura, quindi, a un eventuale incremento di produzione in un momento in cui il gap domanda/offerta è grave per il greggio.
L’Agenzia internazionale per l’energia giovedì ha affermato che la crisi energetica dovrebbe aumentare la domanda di petrolio di 500.000 barili al giorno. Ciò comporterebbe un divario di offerta di circa 700.000 bpd fino alla fine di quest’anno.
Fino a quando il petrolio aumenterà? Le previsioni
Banche come UBS Group e Citigroup questa settimana hanno aumentato le loro previsioni sui prezzi del petrolio e gli analisti di RBC Capital Markets hanno affermato che il mercato petrolifero globale si sta preparando per un forte ciclo rialzista.
Le stime sul settore oil sono quindi indirizzate verso un incremento dei costi piuttosto duraturo. Damien Courvalin, stratega senior delle materie prime e analista di Goldman Sachs, ha affermato che i fondamentali del mercato garantiscono prezzi più elevati e che la previsione per il greggio Brent è di 85 dollari al barile per i prossimi anni.
Secondo l’esperto, l’attività di trivellazione petrolifera non si è ripresa molto dal lato dell’offerta, mentre la domanda è in crescita e il mercato è caduto in un “deficit radicato”.
Il focus è anche sulla transizione energetica: è necessario rendersi conto che il passaggio verso un’energia più pulita richiederà molto tempo e che gli appelli a smettere di investire nella fornitura di idrocarburi creeranno solo “prezzi dell’energia molto più alti nei prossimi anni”, secondo Courvalin.
L’AIE e altre istituzioni, come la Commissione UE, insistono invece sull’accelerazione alle energie rinnovabili con maggiori investimenti e su uno stop a trivellazioni per i combustibili fossili al più presto. Il cambiamento è in atto e il petrolio, per ora, ne esce rafforzato.
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