Petrolio verso $100 e il prezzo può ancora salire

Violetta Silvestri

22/02/2022

Petrolio: il prezzo vola nel mezzo delle forti tensioni in Ucraina. Il rischio vero di una guerra e l’ostinazione dei Paesi OPEC contro ogni aumento di produzione del greggio spingono l’oro nero.

Petrolio verso $100 e il prezzo può ancora salire

Il prezzo del petrolio osservato speciale in queste ore convulse per i mercati finanziari.

Tutte le materie prime legate alla Russia stanno balzando verso nuovi record, nell’attesa di sanzioni dall’Occidente e nel timore, ora più realistico, che dopo il riconoscimento delle due repubbliche separatiste, Putin avanzi in Ucraina.

Alle ore 11.44 circa, la quotazione Brent viaggia su 95,47 dollari al barile e il contratto su WTI scambia a 93,84 dollari al barile, con un salto in avanti di oltre il 4%.

I prezzi del greggio hanno recentemente superato i 90 dollari al barile, con un aumento di oltre il 20% quest’anno e un’impennata di oltre l′80% dall’inizio del 2021. Tali guadagni, tuttavia, sono attribuiti anche alla dinamica dell’offerta.

Adesso, comunque, con il clima da conflitto tra Russia e USA, i fattori al rialzo per il petrolio stanno aumentando.

Guerra in arrivo in Ucraina? Festeggia solo il petrolio

Il prezzo del petrolio protagonista nel pieno della crisi ucraina. Già da tempo il settore energetico è sotto osservazione in vista dell’escalation di tensione tra Russia e Occidente nell’Europa Orientale.

Mosca è responsabile di un terzo del gas naturale europeo e di circa il 10% della produzione mondiale di petrolio.

“L’intensificarsi della crisi tra Russia e Ucraina ha sollevato preoccupazioni per le interruzioni dell’approvvigionamento che ne deriverebbero con sanzioni che sembrano destinate a paralizzare la Russia, il secondo esportatore mondiale di petrolio e il principale produttore mondiale di gas naturale”, ha affermato l’analista Victoria Scholar, aggiungendo:

“Se Putin continua la sua aggressione e la minaccia di guerra diventa realtà, i prezzi del petrolio potrebbero facilmente spingersi oltre i 100 dollari verso i 120 dollari al barile, a nuovi massimi che non si vedevano dal 2014”

.

Previsione simile da Lipow Oil Associates, che su CNBC ha stimato con le parole del suo presidente: “Se dovessimo effettivamente tagliare le forniture di petrolio russo all’Europa, che è di 3 milioni di barili al giorno, potremmo vedere i prezzi del petrolio aumentare di altri $ 10-15 al barile, portando il Brent a circa $110 al barile.”

Katrina Ell, economista senior dell’APAC presso Moody’s Analytics, ha affermato che le tensioni geopolitiche possono aggiungere circa $10-15 al barile ai prezzi attuali del petrolio.

“Quindi, se continuiamo a vedere l’escalation delle tensioni [causando] varie interruzioni dell’approvvigionamento alle forniture di petrolio e gas della Russia, ciò continuerà ad aumentare la pressione al rialzo sui prezzi del petrolio e a danneggiare davvero le maggiori economie asiatiche dal punto di vista della produzione e dei consumi.”

Da notare, infatti, che la maggior parte delle più importanti economie asiatiche sono importatori netti di petrolio.

Non solo guerra, focus su Paesi OPEC

C’è un mix esplosivo alla base del rialzo del petrolio. A sostenere i prezzi, infatti, non sono soltanto i venti di un conflitto.

Sulle quotazioni del greggio pesano anche gli atteggiamenti dei Paesi esportatori e la prospettiva di offerta.

Diversi membri chiave dell’OPEC+ non vedono la necessità di accelerare gli aumenti della produzione anche se il petrolio si dirige verso i 100 dollari al barile.

Iraq e Nigeria hanno affermato che la strategia del Gruppo di aumentare gradualmente la produzione è sufficiente per bilanciare il mercato e il cartello non ha bisogno di essere più aggressivo.

Molti delegati hanno fatto eco a questa visione. Tuttavia, alcuni importanti importatori di petrolio hanno chiesto all’OPEC+ di pompare più velocemente e fare pressione su produttori come l’Arabia Saudita affinché esauriscano parte della loro capacità inutilizzata.

Con maggiore greggio sul mercato, i prezzi dell’oro nero potrebbero raffreddarsi. L’unico appiglio per avere costi energetici al ribasso è l’accordo iraniano sul nucleare. Con un’intesa, infatti, le sanzioni USA sul petrolio potrebbero essere eliminate, liberando il greggio persiano.

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