Il piano di Draghi per arrivare a fare 600.000 vaccini al giorno

Alessandro Cipolla

01/03/2021

Mario Draghi vuole accelerare per ad arrivare a fare in Italia 600.000 somministrazioni al giorno a partire da aprile, puntando tutta sull’unica dose e sul vaccino Johnson & Johnson in arrivo.

Il piano di Draghi per arrivare a fare 600.000 vaccini al giorno

La mission è ambiziosa ma più che necessaria vista l’attuale situazione sanitaria: arrivare in Italia a fare da aprile 600.000 somministrazioni del vaccino anti-Covid al giorno a fronte delle attuali 120.000.

Questo è l’obiettivo che si sarebbe dato Mario Draghi, con il primo step che sarà l’aumento a 200.000 dosi al giorno già a partire da oggi il tutto per recuperare i recenti rallentamenti a causa dei ritardi e dei tagli nelle forniture.

A riguardo, il nuovo Presidente del Consiglio all’ultimo Consiglio Europeo ha chiesto conto a Ursula von der Leyen di questi ritardi definiti “inaccettabili”, ma al tempo stesso ha messo a punto nel fine settimana un nuovo piano per l’Italia.

In quest’ottica è da interpretare il cambio al vertice della Protezione Civile con il ritorno di Fabrizio Curcio alla guida, ma anche il nuovo sottosegretario Franco Gabrielli sarà in prima linea visto che proprio a lui Mario Draghi potrebbe affidare una speciale delega alla pandemia.

Una sorta di depotenziamento di fatto del commissario straordinario Domenico Arcuri, che potrebbe restare a occuparsi solo delle forniture dei vaccini mentre per la distribuzione le redini passerebbero in mano del duo Fabrizio Curcio-Franco Gabrielli.

Vaccino anti-Covid: Draghi vuole accelerare

Dopo una buona partenza, l’Italia ha rallentato nel suo piano vaccini a causa dei tagli e dei ritardi nelle forniture da parte delle case farmaceutiche. Tra aprile e giugno si stima che arriveranno nel nostro Paese 64 milioni di dosi, comprese 9 milioni monodose di Johnson % Johnson.

Se tutto dovesse procedere senza intoppi, il prossimo 11 marzo infatti l’Ema dovrebbe approvare l’utilizzo nell’UE anche del vaccino di Johnson & Johnson, che da noi dovrebbe essere destinato ai medici di base essendo monodose e non necessitando di temperature polari per la sua conservazione.

Con quattro vaccini a disposizione, Mario Draghi così punta ad arrivare a fare in Italia a partire da aprile 600.000 somministrazioni al giorno, aumentando gradualmente il numero durante il mese di marzo passando fin da subito dalle 120.000 della scorsa settimana a 200.000.

La svolta però potrebbe essere la decisione di passare alla somministrazione unica, non solo per Johnson & Johnson dove è già prevista da protocollo, ma anche per gli altri vaccini allungando così i tempi del richiamo.

Se con l’ausilio della Protezione Civile, dell’Esercito e dei medici di base, Draghi punta a far funzionare perfettamente la macchina organizzativa, l’interrogativo maggiore resta quello delle forniture da parte delle case farmaceutiche.

La strada maestra è così quella della condivisione dei brevetti che potrebbe così far aumentare la produzione ma, se alla fine nulla si dovesse smuovere a riguardo, l’Italia potrebbe guardare al vaccino russo Sputnik V già in uso a San Marino e in alcuni Paesi UE.

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