Piercamillo Davigo, l’ex magistrato collegato alla vicenda con Piero Amara è sotto indagine. Vediamo chi è e perché è stato indagato.
Piercamillo Davigo è un ex magistrato italiano iscritto al registro degli indagati dalla Procura di Brescia per via di alcune vicende strettamente collegate alla figura incriminata di Piero Amara.
L’intera vicenda inerente al perché l’ex magistrato è stato indagato è abbastanza complicata e affonda le sue radici in questioni che nascono agli inizi degli anni Duemila. Vediamo chi è Piercamillo Davigo e di cosa è accusato.
Chi è Piercamillo Davigo
Piercamillo Davigo, oltre a essere un ex magistrato, è anche saggista italiano ed è nato a Candia Lomellina in provincia di Pavia, il 20 ottobre del 1950. È stato, inoltre, Presidente della II Sezione Penale presso la Corte suprema di Cassazione oltre che ex membro togato del Consiglio superiore della Magistratura.
L’ex magistrato si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Genova ed è entrato nella magistratura nel 1978, iniziando la sua carriera come giudice presso il tribunale di Vigevano, in Lombardia. Poi, è diventato sostituto procuratore della Repubblica al tribunale di Milano, dove si è occupato per la prevalenza di reati finanziari, societari e contro la pubblica amministrazione, oltre che di riciclaggio.
I procedimenti penali del pool Mani pulite
Mani pulite è un nome dato dai giornalisti a una serie di inchieste giudiziarie dell’inizio dalla prima metà degli anni Novanta agli inizi degli anni Duemila che coinvolgevano accordi fraudolenti tra politica e imprenditoria italiana.
Piercamillo Davigo, insieme ad alcuni colleghi, è oggetto di procedimenti penali da parte della Procura di Brescia verso gli inizi degli anni Duemila per abuso di ufficio e reati contro l’ordinamento costituzionale. In tal senso, la più grave delle accuse che poi fu archiviata, era quella di attentato agli organi costituzionali.
Perché l’ex magistrato è indagato
Piercamillo Davigo è indagato dalla Procura di Brescia per il reato di rivelazione di segreto d’ufficio inerente alla diffusione illecita di alcuni verbali sotto segreto resi al Pubblico Ministero di Milano Paolo Storari, anch’egli sotto inchiesta.
I verbali in questione vedono al centro della vicenda la figura di Piero Amara, avvocato iscritto nel registro degli indagati e la presunta esistenza della Loggia Ungheria, ossia un’associazione segreta che avrebbe la capacità di condizionare le nomine di incarichi pubblici e magistratura.
La vicenda dei verbali secretati
La consegna dei verbali, intorno ai quali verte l’intera vicenda delle indagini su Piercamillo Davigo e altre figure della magistratura italiana, risale a parecchio tempo fa. Nello specifico, l’accusa risale a quando Davigo rivestiva il ruolo di consigliere del Consiglio supremo della Magistratura, anche se l’ex magistrato dichiara che il materiale era stato passato poiché all’interno di una situazione delicata, serviva farsi un’opinione.
In particolare, la scorsa primavera l’avvocato Amara aveva dichiarato che l’ex magistrato Piercamillo Davigo sosteneva esistessero dei contrasti nella procura di Milano riguardanti un fascicolo delicato. A spedire copia degli atti secretati sarebbe stata la segretaria di Piercamillo Davigo, Marcella Contraffato, posta sotto indagine per un’ipotesi di calunnia.
La figura di Piero Amara e il collegamento con l’ex magistrato Davigo
Piero Amara è un ex avvocato esterno Eni. Nell’aprile del 2020, il Pubblico Ministero di Milano consegnò dei verbali segreti a Piercamillo Davigo che erano stati resi proprio da Amara e che riguardavano, per l’appunto, la famosa Loggia Ungheria.
La situazione è complessa e i rapporti tra Piero Amara e Piercamillo Davigo sono ancora sotto la luce degli inquirenti.
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