Quanto sta succedendo in Ucraina, con la minaccia di emergenza nucleare, incide sulle ricerche del web: cresce infatti l’interesse per le pillole di iodio.
Dopo la presa della centrale nucleare di Zaporizhzhia da parte della Russia, le preoccupazioni riguardo una possibile crisi nucleare aumentano. È questo uno dei principali motivi per cui la ricerca delle pillole di iodio è aumentata in modo vertiginoso negli ultimi giorni.
Il rischio è quello di una nuova Chernobyl, e tra chi cerca informazioni su cosa fare in caso d’incidente nucleare, e chi indaga su quali siano i luoghi meno a rischio, cresce anche l’interesse per le pillole di ioduro di potassio. Guardando ai dati di Google trends, infatti, ne risulta che negli ultimi giorni c’è stato un boom di ricerche verso un tale prodotto, e non solo in Italia. Ma cosa sono queste pillole allo iodio? E perché stanno aumentando le richieste?
Cosa sono e a cosa servono le pillole di ioduro di potassio?
Erano già state usate per l’incidente di Chernobyl, in quanto l’esplosione della centrale aveva provocato un’emissione di iodio-131, un tipo di iodio radioattivo che può accumularsi nella tiroide e causare tumori.
L’assunzione di compresse di ioduro di potassio poteva però impedire l’accumulo di questo agente radioattivo, o almeno limitarlo: nel dettaglio, la pillola avrebbe saturato la ghiandola tiroidea, prevenendo l’assorbimento dello iodio-131 disperso nell’aria.
Perché aumentano le richieste delle pillole allo iodio?
È ovvio che dopo due anni di Covid e le continue preoccupazioni riguardo alla salute, le persone sono molto sensibili e tendono ad allarmarsi ancora prima che sia necessario. Gli esperti dicono che non c’è motivo di preoccuparsi ma, specialmente dopo la pandemia affrontata, le persone sono molto impressionabili e tenere a freno le paure è sempre più difficile. E l’impennata di ricerche per le pillole di ioduro di sodio lo conferma.
Il boom di ricerche più significativo è registrato in Belgio - dove già si fanno scorte - e in Svizzera dove le pillole allo iodio vengono distribuite alla popolazione entro 50km dalle centrali nucleari.
Anche in Italia, però, negli ultimi giorni le ricerche sono in costante aumento.
L’Agenzia federale per il controllo nucleare ha fatto presente che l’attuale situazione in Ucraina non ne richiede l’uso, e sottolinea l’importanza di non assumere le pillole in maniera preventiva senza prescrizione o indicazione da parte delle autorità competenti.
Ma la possibilità di un’emergenza nucleare esiste sia per quanto riguarda un possibile attacco missilistico, sia per l’esplosione di una o più centrali. Non stupisce quindi, trattandosi di un tema molto delicato, che sempre più persone decidano di correre ai ripari prima del tempo.
Evitare il panico
“Non esiste un’indicazione ad assumere integratori o pillole che contengano iodio se non in circostanze particolari, per esempio in previsione di alcuni interventi chirurgici sulla tiroide oppure in gravidanza o in chi segue una dieta particolarmente restrittiva.” È ciò che chiarisce Marcello Bagnasco, presidente dell’Associazione Italiana della Tiroide (Ait) e specialista in endocrinologia, medicina nucleare e immunologia clinica.
Come è stato spiegato, le compresse allo iodio vengono impiegate in caso di grave incidente in una centrale nucleare con fuoriuscita di iodio radioattivo perché impediscono alla tiroide di assorbire lo iodio radioattivo servendo così da prevenzione per il cancro alla tiroide. Ma la probabilità di una tale emergenza è ancora lontana se non quasi impossibile: le conseguenze per un attacco nucleare o l’esplosione di una centrale, causerebbero danni insanabili a più nazioni. Gli stessi russi non trarrebbero alcun vantaggio da un attacco del genere.
L’economia stessa crollerebbe ed è sufficiente questo dato a garantire rassicurazione. La stessa Cina ha ammonito Mosca di non alzare la posta in gioco: il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha chiesto sia alla Russia che all’Ucraina “di mantenere la calma e di esercitare moderazione per evitare un’ulteriore escalation”.
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