Utilizzo corretto della pin bar in presenza dei livelli del prezzo più importanti del mercato
Una delle strategie più note nell’ambito dello stile di trading noto come “price action” è senza dubbio la pin bar, concepita originariamente da Martin Pring e poi rivisitata da numerosi trader, che hanno individuato alcune varianti essenziali per evitare i falsi segnali in determinati contesti di mercato. Anche la candlestick analysis, che ha origini molto lontane, si è occupata di questa tipologia di candele, etichettandole come “hammer” (versione rialzista) e “shooting star” (versione ribassista). Ad ogni modo la pin bar è quella candela (o barra) che presenta una lunga coda (tail o shadow o wick) e un corpo (real body) molto piccolo.
Il corpo della candela è generalmente 2-3 volte più piccolo della coda, che andrà così a identificare un esaurimento della tendenza in corso. Oggi andiamo a vedere come utilizzare correttamente la pin bar quando il mercato si trova in una zona “hot”, ovvero quando si registra una forte attività di scambio intorno a un preciso valore. In pratica stiamo parlando dei livelli chiave del prezzo (key levels), che possono presentare diverse sfaccettature interessanti da un punto di vista operativo.
Il grafico mostrato in alto si riferisce al tasso di cambio GBP/NZD, ossia la sterlina britannica in rapporto al dollaro neozelandese, time frame giornaliero. Si può notare la presenza di una swing area, cioè una zona in cui supporto e resistenza si sono scambiati ruolo più di una volta, decretando così la sua importanza ai fini dell’individuazione del trend. La comparsa della pin bar rialzista, con bottom della candela che si appoggia precisamente su questa swing area, è un segnale bullish significativo. Non a caso i prezzi riusciranno a salire di qualche centinaio di pip nel giro di poche sessioni.
Alla prossima pillola!
Nicola D’Antuono
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