La Polizia di Stato e il segretario del Sap si scagliano contro il Ministro Luciana Lamorgese: vediamo perché.
Il segretario del Sap - acronimo che indica il Sindacato Autonomo di Polizia - sottolinea che la Polizia di Stato sente il Ministro Lamorgese molto lontana da quelle che sono le effettive necessità di reparti e apparato.
La situazione della Polizia di Stato in Italia era stata più volte enfatizzata e ora si torna a ripetere quali siano le carenze che non aiutano affatto una buona gestione sul territorio dei diversi uffici dislocati. Insomma, la Polizia di Stato è contro il Ministro Lamorgese: vediamo perché.
Perché la Polizia di Stato è contro il Ministro Lamorgese
Stefano Paoloni ha evidenziato, durante il corso di un’intervista, che esiste una distanza tangibile tra necessità reali di agenti e organico e discorsi teorici del Ministro dell’Interno. La situazione della Polizia di Stato italiana presenta delle mancanze che non possono essere ignorate e che vanno invece colmate.
Questo è il motivo per cui la Polizia di Stato è contro il Ministro Lamorgese: sembra, agli occhi del segretario del Sap - che parla a nome dell’organico dislocato sul territorio - che vi sia una distanza tra ciò che serve alle donne e agli uomini in divisa e i mezzi che vengono forniti per coadiuvare il risolversi della carenza.
Non solo carenze di mezzi: la media di aggressioni agli agenti di Polizia è di circa 8 in una sola giornata lavorativa e ad oggi, non ci sono sufficienti tutele legali in tema sicurezza. Certo, su questo si sta lavorando con l’introduzione nell’equipaggiamento di bodycam e taser, ma serve un impegno forte da parte di tutti nel realizzare questi progetti.
Qual è la situazione della Polizia di Stato in Italia
Stefano Paoloni del Sap ha evidenziato come la situazione non è sia semplice per la Polizia di Stato: stiamo vivendo momenti complessi che portano a conseguenze. Il periodo della spending review è stato particolarmente grave per la Polizia di Stato, perché si sono susseguiti tagli su tutto l’apparato.
Oggi la Polizia di Stato soffre una carenza di 10.000 unità. Come ricorda Stefano Paoloni, la pianta organica originaria era di circa 117.000 unità e nel 2015 venne tagliata in 106.000 unità. Ad oggi, sono diversi gli uffici e gli apparati che soffrono questa carenza e sebbene si sia al momento in un percorso di rilancio importante, questa ripartenza necessiterà di tempo e soprattutto dell’impegno economico del Governo.
Durante i prossimi due anni, la Polizia di Stato soffrirà delle fuoriuscite per il turnover e questo suscita preoccupazioni in funzione della pandemia da Covid-19. Infatti, il timore è che non ci sia la struttura funzionale adeguata per compensare il turnover, che riguarda tra le 2.000 e 3.000 unità ogni anno. In tal senso, Stefano Paoloni ricorda che c’è il bisogno di implementare l’organico per tornare al regime dell’ultimo taglio.
Il nuovo equipaggiamento previsto per la Polizia di Stato
L’introduzione del nuovo equipaggiamento (taser e bodycam) potrebbe aiutare la situazione, insieme a un ripristino del numero di agenti operanti su suolo italiano. E in effetti, sul tema equipaggiamento in dotazione, Stefano Paoloni è stato chiaro.
L’introduzione del taser potrà essere per gli agenti di Polizia, un incentivo a scoraggiare l’uso della forza in eventuali situazioni e ad evitare le aggressioni, il cui numero è ad oggi troppo alto. In più, l’utilizzo della bodycam (con tutti i problemi di privacy inerenti e da risolvere nel prossimo futuro) potrebbe tutelare di più gli agenti (e anche i cittadini), documentando le specifiche situazioni di pericolo sul lavoro o in un’aula di tribunale.
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