Vede la luce il decreto Genova: Autostrade è stata esclusa dalla ricostruzione e metterà i soldi, ma cosa succederà in caso di ricorsi o ritardi?
Come quando una vedette ritarda il suo ingresso in scena lasciando in trepidazione i propri ammiratori, così il decreto Genova si è fatto attendere più del dovuto anche se ora è finalmente arrivato al Colle.
Nel testo è stata confermata l’esclusione di Autostrade dalla ricostruzione. Ancora ignoto invece il nome del commissario straordinario mentre chi tirerà fuori i soldi necessari, in totale dovrebbero essere 600 milioni, sarà sempre Aspi che però potrebbe ricorrere.
Autostrade fuori
Dopo la prima approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, però “salvo intese”, datata 13 settembre, adesso sembrerebbe essere finalmente arrivato il momento del decreto Genova. Il testo infatti è stato ora bollinato dalla Ragioneria dello Stato, ora quindi manca solo la firma del Colle.
Si alza il sipario quindi su come il governo intenderà affrontare il tema della ricostruzione del ponte crollato nella mattina del 14 agosto. Come da tempo annunciato, stata esclusa dalla ricostruzione Autostrade per l’Italia, comprese tutte le altre ditte appartenenti alla galassia Atlantia.
Una decisione questa voluta soprattutto dalla sponda pentastellata del governo, che però potrebbe portare non poche problematiche. Stando alla concessione ancora in essere, Autostrade è infatti l’unico soggetto che può eseguire i lavori.
Invece l’intenzione del decreto è quella di assegnare la ricostruzione a un’azienda di Stato (Fincantieri?). Con questo affidamento diretto ci sarebbero tempi più celeri per l’inizio dei lavori, ma senza una gara si andrebbe contro il Codice degli Appalti.
Vista l’eccezionalità e l’urgenza dei lavori, la maggioranza da tempo ha aperto una trattativa con l’Unione Europea per potere avere il via libera. Non è da escludere comunque che possano essere presentati ricorsi.
Chi pagherà per la ricostruzione?
Sono anche altri gli interrogativi che aleggiano sopra i cieli del decreto Genova. Ancora infatti non è stato reso noto il nome del commissario straordinario che dovrebbe svolgere anche il ruolo di ente appaltante.
“Con il decreto Genova - ha dichiarato Luigi Di Maio - individuiamo il super commissario alla ricostruzione, che avrà tutti i poteri per iniziare a fare subito il nuovo ponte”.
Resta da capire ora se sarà un politico (Toti?), un tecnico, oppure un politico affiancato da un tecnico. Il nome comunque stando alle ultime parole di Di Maio verrà ufficializzato dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale.
Si è capito ora anche chi pagherà per la ricostruzione. Nel decreto si parla di costi totali pari a 600 milioni di cui 300 per il ponte. A pagare sarà Autostrade per l’Italia nonostante la sua esclusione dalla ricostruzione.
“Qualora il concessionario Autostrade per l’Italia, gruppo Atlantia, non pagasse, o lo facesse con ritardo - si legge nel decreto - le spese per ricostruire il ponte Morandi di Genova, lo Stato anticiperà una somma di 30 milioni annui tra il 2018 e il 2029 attingendo al Fondo per le infrastrutture”.
Se Autostrade non dovesse pagare subito, visto che potrebbe ricorrere contro la sua esclusione, lo Stato dovrà comunque garantire le coperture necessarie andando a pescare dal Fondo per le Infrastrutture.
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