80 milioni di euro bruciati dalla quota dell’1.5% del primo socio di Popolare di Vicenza: la banca gli ha prestato il capitale da reinvestire in azioni e aumento capitale.
Alla Popolare di Vicenza l’ennesimo assurdo negli avvicendamenti delle banche popolari italiane. Il nuovo “scandalo” dalla Popolare di Vicenza vede l’imprenditore nel settore dell’abbigliamento, Silvano Ravazzolo, e suo fratello Giancarlo ritrovarsi i soci di maggioranza all’1,5% grazie ai prestiti ricevuti dalla stessa Popolare di Vicenza per comprare azioni e sottoscrivere gli aumenti di capitale.
I fratelli Ravazzolo si sono ritrovati soci di maggioranza della Popolare di Vicenza, anche prima di Cattolica Assicurazioni, per un investimento che un anno fa valeva 93 milioni di euro, ma che oggi ha perso circa 80 milioni per una svalutazione di circa il 90%.
Gli intrecci avvenuti quando Gianni Zonin era presidente vengono confermati: la Popolare di Vicenza era solita prestare denaro a patto che il cliente comprasse delle azioni della banca. Stessa procedura anche per le sottoscrizioni degli aumenti di capitale.
Silvano, uno dei due fratelli protagonisti dell’infelice investimento, intervistato dal Corriere della Sera, ha ammesso che gli 80 milioni andati in fumo “non erano nostri, ce li ha prestati la banca”.
“Siamo diventati i primi soci con i soldi della banca”,
ammette Silvano Ravazzolo, che conferma di aver ricevuto dei soldi da Popolare di Vicenza per acquistare direttamente le azioni della società.
L’imprenditore vicentino, alla guida dell’azienda di abbigliamento Confrav da 10 milioni di ricavi, si dice del tutto estraneo a quanto accaduto.
“Siamo stati colti alla sprovvista da una situazione che non ci aspettavamo”.
Ma le manovre della banca che prevedevano il prestito di soldi che poi sarebbero rientrati sotto forma di capitale non si fermano solo all’acquisto di azioni.
Sotto l’ala dell’ex presidente Gianni Zonin la pratica ha riguardato anche gli aumenti di capitale.
“Anche quelli (aumenti di capitale, ndr) li abbiamo sottoscritti con i soldi della banca. Così da piccoli siamo diventati grandi soci”.
Riassumiamo: Silvano Ravazzolo, insieme a suo fratello, è diventato socio di maggioranza (all’1,5%) della Popolare di Vicenza, primo addirittura di Cattolica assicurazioni, per un investimento totale che un anno fa valeva 93 milioni di euro.
Come?
Semplice: la Popolare di Vicenza prestava soldi ai Ravazzolo affinché li investissero in azioni e sottoscrivessero gli aumenti di capitale.
Tuttavia, con il crollo del comparto bancario, il valore dell’investimento nell’ultimo hanno è diminuito di 80 milioni.
Il risultato è l’apertura di un inchiesta della Procura di Vicenza e il relativo inserimento nel registro degli indagati del presidente Gianni Zonin e cinque dirigenti.
L’accusa: ipotesi di aggiotaggio e ostacolo agli organi di vigilanza, a cui ora si aggiunge falso in bilancio e perassociazione a delinquere.
La procedura di concessione dei finanziamenti al fine dell’acquisto di azioni da parte dei clienti ha fatto sballare il valore dei bilanci per un totale stimato ad un miliardo che la Popolare di Vivenza ha inserito nel patrimonio di vigilanza.
Su Zonin, ex presidente, il commento del primo azionista della Popolare di vicenza assume caratteri ecclesiastici:
“Pensavamo che Zonin fosse un buon parroco alla guida del suo gregge”.
Sulla carta, i fratelli risultano persone fisiche, gli investimenti in azioni e gli aumenti di capitale risultano sottoscritti a loro nome e cognome.
Sempre sulla carta, sono investitori privati che in un anno hanno perso 80 dei 90 milioni del valore dell’investimento.
“Siamo stati usati. Fessi noi che ci abbiamo creduto”.
Sebbene si tratti di prestiti, i Ravazzolo non sembrerebbero avere intenzione di restituire i soldi alla Popolare di Vicenza e conclude:
“Ci siamo affidati a uno studio legale”.
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