Poste Italiane, nuova cessione: una seconda vendita da €3 miliardi

Flavia Provenzani

25/03/2016

Possibile nuova (e seconda) cessione di Poste Italiane dopo l’estate per un incasso di 3 miliardi. Lo Stato deve ridurre il debito pubblico.

Poste Italiane, nuova cessione: una seconda vendita da €3 miliardi

Lo Stato italiano si starebbe preparando a cedere un’altra porzione di Poste Italiane.

Spinto dal rispetto dei termini indicati dalla Commissione Europea e nel tentativo di ridurre il debito pubblico dell’Italia, il Governo potrebbe anche decidere di vendere una seconda parte di Poste Italiane, dopo l’IPO dello scorso ottobre.

Il ricavato di una seconda porzione di Poste Italiane frutterebbe allo Stato 3 miliardi di euro.

Dopo la cessione del 35% di Poste Italiane avvenuta lo scorso anno, il Ministero dell’Economia e della Finanza (MEF) potrebbe metterne in vendita un altro 30%, passando così da una quota del 65% ad una del 35%.
Secondo questo progetto, seguendo la capitalizzazione attuale del titolo su Borsa Italiana, la seconda vendita di Poste Italiane potrebbe far incassare allo Stato altri 3 miliardi di euro.

Poste Italiane: possibile seconda tranche di vendita

La voce sta già circolando all’interno del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che in rappresentanza dello Stato italiano detiene attualmente il 65% di Poste Italiane.

Ad oggi l’idea di cedere una seconda tranche di Poste Italiane viene accolta anche dalla maggioranza politica, data la volontà di continuare il piano di cessione del patrimonio pubblico italiano già previsto all’interno del Documento di finanza pubblica (DEF).

Poste Italiane: nuova vendita davvero possibile?

La seconda ondata di vendita di Poste Italiane da parte del MEF sarà condizionata anche dall’andamento dei mercati finanziari dei prossimi mesi.
Gli insider del settore parlano di una possibile replica dell’IPO di Poste Italiane realizzata ad ottobre 2015, quindi se le attese sono tutte concentrate dopo l’estate 2016.

L’ipotesi dell’arrivo di un’altra cessione di Poste Italiane si fa ancora più forte dopo il rinvio della privatizzazione di Ferrovie dello Stato.

Il programma del Governo prevede già nel 2016 l’arrivo di Enav sul mercato italiano e l’inserimento della quotazione di Ferrovie dello Stato alla Borsa Italiana.
Se da una parte il progetto pensato per Ferrovie sembrerebbe saltato per il 2016, il piano previsto per Enav potrebbe invece portare nelle casse dello Stato 700 milioni di euro.

Poste Italiane, nuova cessione in arrivo: gli ostacoli

Sul fronte delle tempistiche per una nuova cessione di Poste Italiane ancora nulla è certo.
Tuttavia, partendo dalle impostazioni definite all’interno del prospetto della quotazione di Poste Italiane secondo cui il periodo di assenza di nuove cessione deve essere di almeno 180 giorni, e considerando inoltre che sarà necessario una modifica a livello normativo per procedere, la seconda tranche di cessione di Poste Italiane non è molto vicina.

Secondo il Decreto del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm) del 2015 la quota minima obbligatoria che doveva essere detenuta dal MEF era al 60%, lo stesso livello attualmente posseduto.

Sappiamo che da parte dell’ad di Poste, Francesco Caio, c’è tutta l’intenzione di accettare qualsiasi sarà l’orientamento che vorrà sostenere il MEF.
Poste Italiane è pronta.

Privatizzazioni: lo Stato vuole (e deve) fare cassa

Il DEF aggiornato, in uscita a metà aprile 2016, potrebbe già contenere i dettagli per una nuova vendita di Poste Italiane e forse anche un possibile apporto da parte di Cassa Depositi e Prestiti.

I conti pubblici italiani sono a livelli allarmanti, la situazione del debito è critica: l’Italia ha bisogno di fare cassa attraverso le privatizzazioni.
Soprattutto alla luce delle pressioni proveniente da BCE e Comunità Europea.

È la riduzione del debito pubblico il punto di svolta sul quale l’Italia si è esposta a più riprese in Europa. Ed è il metro di valutazione su cui si basa l’affidabilità del Governo Renzi.

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