Prepariamoci per un 2019 ancora più volatile

Alessio Trappolini

3 Dicembre 2018 - 18:02

Nel 2019 le Banche centrali, che per anni hanno inondato la finanza di liquidità, diventeranno venditori netti di asset. Questo potrebbe intensificare la volatilità sui mercati. Per questo Bezalel di Jupiter AM sta adottando “l’approccio più cauto nella storia della sua strategia obbligazionaria” che utilizza per gestire il fondo Jupiter Dynamic Bond

Prepariamoci per un 2019 ancora più volatile

Se il 2018 è stato un anno caratterizzato da forti tensioni sui mercati finanziari, le premesse del 2019 non sono da meno. Lo ha detto Ariel Bezalel (nella foto), Head of Strategy, Fixed Income e gestore del fondo Jupiter Dynamic Bond, nel corso di un evento oggi a Milano.

Bezalel, riconosciuto dal mercato per le sue acute view macroeconomiche, ha illustrato le motivazioni per cui, in questo momento, egli stesso sta adottando l’approccio più cauto nella storia della strategia.

Ariel Bezalel, gestore del fondo Jupiter Dynamic Bond di Jupiter AM

“Molte delle preoccupazioni per un 2018 potenzialmente imprevedibile per gli investitori si sono poi rivelate fondate. Infatti, in contrasto con la relativa calma del 2017, quest’anno abbiamo assistito a numerosi periodi di volatilità, a partire dal crollo del Bitcoin e dal picco di volatilità di febbraio, passando per il selloff dei mercati emergenti di questa primavera/estate, fino alla recente correzione del mercato azionario a ottobre”, ha spiegato il gestore.

Oggi il rischio principale rimane la graduale, seppur significativa, stretta della politica monetaria: a partire dall’inizio del 2019, infatti, le banche centrali diventeranno venditori netti di asset, il che potrebbe intensificare la volatilità sui mercati.

La ritirata delle Banche centrali fonte d’incertezza

Per Bezalel la ripresa della volatilità è stata innescata principalmente della decisione della Fed di ridurre il bilancio e di alzare i tassi d’interesse. In questo contesto il gestore ritiene probabile che anche la BCE porti a termine a breve il programma di quantitative easing e ciò potrebbe aggravare ulteriormente la contrazione della liquidità sui mercati.

Con il dollaro USA in rialzo di pari passo, considerati gli aumenti dei tassi da parte della Fed, non siamo sorpresi nel vedere che il calo della liquidità a livello globale abbia avuto, inizialmente, conseguenze sui mercati emergenti: “a nostro avviso, il rallentamento osservato nei paesi emergenti passerà anche alle economie sviluppate”.

Approccio ad alta convinzione sui Treasury Usa, ma con le dovute precauzioni

“Per via del rallentamento della crescita a livello globale e dei livelli record del debito di famiglie e imprese negli Stati Uniti, nonché dell’appiattimento della curva dei rendimenti, continuiamo ad adottare un approccio ad alta convinzione sui Treasury Usa, cercando di evitare i rischi”, ha proseguito Bezalel, spiegando che “di recente, abbiamo investito in maniera opportunistica in alcune aree dei mercati emergenti – ad esempio sui titoli a breve scadenza in Argentina – e su settori difensivi nell’universo High Yield – come il comparto sanitario negli Stati Uniti – anche se, al punto in cui ci troviamo del ciclo economico, siamo consapevoli della necessità di bilanciare il potenziale al rialzo con i sempre maggiori rischi al ribasso”.

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