Prezzo argento verso i $50: le grandi potenzialità di un piccolo mercato

Matteo Bienna

13/08/2016

Il prezzo dell’argento è ancora fermo attorno a quota $20 ma ci sono almeno tre motivi per credere in una sua esplosione già nel prossimo anno: primo obiettivo il ritorno a $50.

Prezzo argento verso i $50: le grandi potenzialità di un piccolo mercato

Il prezzo argento ha oscillato attorno ai $20 durante l’ultima settimana, incastrato dall’inizio di luglio in swing incapaci di spedire la quotazione oltre i $20,5.

Le vendite al dettaglio degli Stati Uniti, pubblicate durante il pomeriggio di venerdì e ampiamente sotto le aspettative del mercato, hanno mostrato una volta di più come l’economia USA stia attraversando un momento tutt’altro che florido, nonostante il dollaro statunitense sia riuscito nell’ultima parte di giornata a recuperare parte del suo crollo.

I beni rifugio, dei quali l’argento fa parte, non sono riusciti a beneficiare di un rialzo dopo la pubblicazione dei dati USA, vista la correlazione inversa con la valuta americana, pur rimanendo all’interno di decisi trend rialzisti.

La domanda per l’oro è ai massimi ma secondo molti è proprio l’argento a nascondere le potenzialità maggiori nel prossimo futuro, in un’ottica sia di medio che di lungo periodo.

Cerchiamo di capire quali sono i motivi a sostegno di un impennata nel prezzo dell’argento, destinato ad arrivare almeno a quota $50.

Prezzo argento a $50 entro il 2017: ecco perché

Il prezzo dell’argento ha seguito un lungo cammino ribassista dopo l’ultima crisi finanziaria, che lo ha portato a scendere proprio da quota $50 giù fino ai minimi a $13 nel dicembre dello scorso anno.

Il prolungato trend ribassista ha visto nei primi mesi del 2016 la rottura della trendline che lo conteneva, con la quotazione che per la prima volta ha mostrato un chiaro segnale di inversione, come osservabile dal seguente grafico di lungo periodo:

Una rottura di questa rilevanza non indica necessariamente un prezzo target da raggiungere, con la possibilità concreta che dia il via ad un rialzo che duri diversi anni, proprio come fu, al contrario, dal 2011 in poi.

Secondo molti analisti la quotazione potrà spingersi anche ben oltre i suoi massimi a $50 nei prossimi anni, motivo per il quale chiunque non avesse ancora investito nell’argento non deve farsi scoraggiare dal rialzo già sostenuto nel primo semestre di quest’anno.

Una crescita del 130% sarebbe quella che servirebbe per riportare il prezzo dell’argento ai $50, un rendimento che non ha niente a che vedere con quelli offerti nel resto dei mercati finanziari e che, allo stesso tempo, non deve essere considerato come irrealistico, visto che dal 2003 al 2011 l’argento ha decuplicato il suo valore.

Le ragioni a sostegno di questo importante rialzo sono principalmente tre:

  • Il ritorno dell’argento nei sistemi di pagamento. L’argento ha una storia passata come moneta e potrebbe avere anche un futuro. Per quanto esso non venga più tradato dalle banche centrali come asset monetario, in Messico e in altre nazioni sembra ci sia una nuova spinta a re-introdurre l’argento nei sistemi monetari, processo che riuscirebbe in maniera molto più semplice rispetto all’oro e che porterebbe inevitabilmente ad un suo aumento di valore.
  • La produzione di argento è ferma ormai da anni. Prendendo a riferimento il Messico, ovvero il più grande produttore di argento al mondo, è possibile osservare come la produzione dal 2012 ad oggi si sia letteralmente fermata:

    Sulla colonna di destra sono rappresentate le percentuali che indicano gli incrementi di produzione di anno in anno, tenendo a riferimento i mesi da gennaio a maggio. La produzione, ovvero l’offerta, è pressoché ferma da circa quattro anni, con la domanda che invece aumenta e potrebbe presto esplodere.

  • Domanda di argento con enormi potenzialità. Sebbene la richiesta di argento sia effettivamente in fase di aumento negli ultimi anni, il mercato che riguarda questo metallo prezioso rappresenta ancora una minuscola parte dell’universo finanziario: pochi miliardi di dollari rispetto a 100 mila miliardi di dollari impiegati nei mercati finanziari. Se solo lo 0,1% degli investitori decidesse di spostare il proprio capitale nel mercato dell’argento, la sua quotazione esploderebbe. E considerati i rendimenti che ormai caratterizzano la maggior parte degli strumenti finanziari offerti dal mercato, in particolare quelli ritenuti a basso rischio, è lecito pensare che questo sia quantomeno possibile.

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