Prezzi del petrolio su nuovi picchi massimi di due settimane: il motore della spinta è negli USA, dove Biden è in cerca di una strategia per calmare i costi della benzina.
Prezzi del petrolio di nuovo in crescita record, con il Brent che ha superato gli 85 dollari al barile negli scambi odierni.
Entrambe le quotazioni hanno esteso i forti guadagni della sessione precedente all’inizio della giornata odierna, anche se mentre si scrive sono in flessione.
Il greggio si è fatto nuovamente notare toccando il massimo dalle due settimane precedenti. Questa volta, la partita del petrolio si sta giocando negli USA di Biden: per quale motivo?
Prezzi del petrolio balzano guardando agli USA
Il petrolio è avanzato dopo che l’amministrazione Biden ha scelto di non rilasciare immediatamente greggio dalla Riserva strategica e un rapporto del settore ha mostrato un calo delle scorte statunitensi.
Il WTI è aumentato dello 0,3% dopo il rialzo del 2,7% nella sessione precedente, poiché la Casa Bianca ha dichiarato che non avrebbe annunciato un rilascio delle SPR (Riserve strategiche nazionali).
Questa decisione è stata influenzata da una previsione secondo la quale il mercato globale sarà in eccesso di offerta e che i prezzi diminuiranno all’inizio del prossimo anno.
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Separatamente, l’American Petroleum Institute, finanziato dall’industria USA, ha riferito che le riserve di greggio a livello nazionale sono diminuite di circa 2,5 milioni di barili la scorsa settimana, anche se c’è stato un aumento nel principale centro di stoccaggio di Cushing, in Oklahoma. Il bilancio ufficiale è atteso per oggi, mercoledì 10 novembre.
Le stime AIE hanno suggerito che il greggio di riferimento degli Stati Uniti scenderà sotto gli 80 dollari al barile entro dicembre e raggiungerà i 62 dollari entro la fine del prossimo anno. Questa prospettiva, per ora, ha fermato la Casa Bianca dall’ordine di rilascio di greggio dalle riserve strategiche.
Tuttavia, l’amministrazione rimane preoccupata per i prezzi dell’energia durante i freddi mesi invernali e continua a impegnarsi con l’OPEC e i suoi partner per aumentare l’offerta.
Alle ore 11.00 circa, le quotazioni sono entrambe in calo: il WTI scambia a 83,72 dollari al barile e il Brent a 84,75 dollari al barile.
Il sentiment, comunque, resta rialzista per il petrolio. Il consumo è già tornato ai livelli pre-pandemia e aumenterà ancora l’anno prossimo, secondo Russell Hardy, amministratore delegato di Vitol Group. L’offerta e la domanda saranno “ragionevolmente limitate” per i prossimi 12 mesi e un picco a $100 al barile è una possibilità, secondo l’esperto.
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