Recentemente dalla Cina sono arrivati i principali problemi per i mercati finanziari e il Paese asiatico è stato anche il più debole tra i maggiori mercati
Non c’è dubbio che nell’ultimo anno la Cina sia stata uno dei principali temi per investitori e analisti.
Senza dimenticare che proprio dalla Cina partì il Covid e restando ai periodi più recenti, c’è stato un susseguirsi di notizie negative che hanno minato non poco la fiducia degli investitori. Il risultato è stato che il mercato cinese è stato tra i peggiori dell’ultimo anno, ma anche i mercati occidentali hanno subito qualche riflesso negativo.
Ma vediamo più in dettaglio cosa è successo e cosa sta succedendo nel Paese del Dragone.
Problemi di regolamentazione e problemi per il settore immobiliare
Le prime scosse cinesi sono arrivate con dei cambi di regolamentazione. Questi hanno colpito le società del settore education e, soprattutto, il grande settore internet e tecnologico cinese.
Una regolamentazione che parte da più lontano, poi, ha imposto alle società immobiliari di contenere il loro indebitamento che stava andando fuori controllo. Questo ha creato progressivamente notevoli tensioni sul settore, culminate con il sostanziale default di Evergrande e la probabile «nazionalizzazione».
Entrambi questi elementi hanno generato notevole instabilità sul mercato azionario cinese e con reazioni anche in Occidente.
Nuovi problemi cinesi
Il nuovo problema per la Cina si chiama shortage energetico. In diverse aree del Paese ci sono stati black out improvvisi, altri saranno programmati dalle autorità per contenere la domanda di energia elettrica.
Questo ha provocato anche un calo della produzione industriale e dell’attività economica, poiché diverse fabbriche e impianti sono stati temporaneamente chiusi per carenza di energia.
Lo shortage energetico è un problema per tutto il mondo per il prossimo inverno, ma in Cina si sta già presentando ora e in modo piuttosto importante.
Il sentiment sul Dragone
Tutto ciò ha portato molti investitori a limitare l’esposizione sul gigante asiatico. A partire dai grandi investitori, come i fondi di Soros o di Cathie Wood. Altri, come ad esempio il famoso Ray Dalio, continuano ad avere una vision positiva sul Paese.
Non c’è dubbio che chi investe in Cina da molto tempo è abituato a questi alti e bassi del mercato cinese. Tuttavia, le recenti difficoltà stanno destando non poche preoccupazioni. E gli investitori, soprattutto quelli esteri, non si vedono molto tutelati.
La Cina per gli investitori comuni
Gli investitori comuni, invece, cosa dovrebbero fare con la Cina? Senz’altro questo Paese e la sua Borsa non garantiscono la stabilità degli USA. Chi non vuole troppe sorprese probabilmente dovrebbe evitarlo interamente.
Tuttavia, c’è anche da dire che questa potrebbe essere una scelta non lungimirante. La Cina è comunque destinata ad accrescere il suo peso sull’economia mondiale e, di conseguenza, anche la sua Borsa è destinata ad aumentare di importanza.
Essere completamente fuori vorrebbe dire rinunciare a quello che potrebbe diventare il maggior mercato finanziario del mondo.
La cosa migliore, come in molti altri campi della vita, è «bilanciare». La Cina non deve passare da zero al 50% di un portafoglio. Un’esposizione trail 5% e il 10% potrebbe essere una buona via di mezzo. Naturalmente tramite un ETF, che garantisce una certa diversificazione settoriale.
Inoltre, la Cina ha anche un peso preponderante all’interno degli indici mercati emergenti. Un ETF su quest’ultimo comparto, quindi, offrirebbe una buona esposizione al Dragone, bilanciata però anche dalla presenza di altri Paesi.
In questo modo non si avrebbero ripercussioni troppo elevate in caso di accentuazione delle difficoltà cinesi, ma al tempo stesso si avrebbe comunque modo di partecipare alla futura crescita di questo Paese.
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