La proteina Spike è la chiave con cui il Sars-Cov-2 attacca l’organismo. Con il vaccino mRNA questa viene replicata così da far nascere gli anticorpi specifici. Ma questo processo è sicuro?
Quando si parla del vaccino Pfizer-BioNTech (Comirnaty), come pure di quello realizzato da Moderna (Spikevax), non si può non far riferimento alla proteina Spike. D’altronde, il principio sul quale sono stati creati i vaccini mRNA è proprio quello per cui si va a bloccare la proteina Spike così da impedire l’infezione delle cellule; il come questo è possibile lo vedremo di seguito, facendo chiarezza su cos’è questa proteina e su come il vaccino mRNA va a contrastarla.
Va detto, però, che è proprio la proteina Spike a essere sotto attacco da parte di coloro che ritengono che i vaccini contro il Covid possano comportare dei danni alla salute. Nei loro appelli riguardo alla necessità di “non vaccinarsi”, infatti, i No-Vax fanno proprio riferimento alle conseguenze dannose che la proteina Spike avrebbe nell’organismo.
Questi fanno riferimento spesso a studi indefiniti, senza citarne i realizzatori.
Spinti dalla curiosità di capire come effettivamente si è espressa la comunità scientifica riguardo ai potenziali rischi dei vaccini mRNA abbiamo effettivamente trovato la teoria di Robert W. Malone, uno dei ricercatori che ha posto le basi teoriche e cliniche delle attuali le terapie geniche, riguardo alle possibili conseguenze negative della proteina Spike per l’organismo.
Cos’è la proteina Spike e come agisce il vaccino mRNA
La proteina Spike la troviamo nella superficie esterna del Sars-Cov-2.
Questa è capace di legarsi all’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2), ossia un enzima - coinvolto nella regolazione della pressione sanguigna - che si trova nelle cellule dell’epitelio polmonare. Questa ha un compito molto importante: difendere i polmoni dai danni causati da eventuali infiammazioni e infezioni.
Una volta che la proteina Spike entra in contatto con l’ACE2, il Sars-Cov-2 riesce a entrare nella cellula e a replicarsi. È dunque la proteina Spike che consente al coronavirus di accedere alle altre cellule dell’organismo. Se proprio volessimo semplificare possiamo dire che la Spike è la “chiave”, mentre l’angiotesina 2 è la “serratura”.
Una volta avuto accesso alla cellula, poi, avviene l’infezione tramite il codice genetico virale, appunto l’RNA, che viene rilasciato dal virus: questo costringe proprio la cellula umana a produrre proteine virali che allo stesso modo vanno a invadere altre cellule.
Capito questo meccanismo, gli esperti hanno potuto trovare un modo per combatterlo. A tal proposito, il vaccino realizzato da Pfizer BioNTech contiene al suo interno delle molecole di RNA messaggero (si tratta dunque di un vaccino mRNA) nelle quali si trovano le informazioni genetiche utile alla ricostruzione di copie della proteina Spike.
Sarà proprio la presenza di questa proteina, dunque, a stimolare il nostro organismo il quale andrà a produrre gli anticorpi specifici in grado di riconoscere il virus e contrastarlo immediatamente, impedendo dunque il verificarsi di una grave sintomatologia in caso - raro - di contagio.
Perché il vaccino mRNA è sicuro
La grande maggioranza della comunità scientifica ritiene assolutamente sicuro il vaccino mRNA come quello realizzato da Pfizer-BioNTech. Questo perché una volta portato a termine il processo l’mRNA non resta dell’organismo ma va a degradarsi dopo pochi giorni e non c’è alcun rischio - come invece sostenuto da molti No-Vax - che questo vada a modificare il nostro DNA.
E d’altronde se ci fossero stati dubbi riguardo alla sua pericolosità non sarebbe arrivata l’autorizzazione da parte d’istituzioni come l’EMA e l’AIFA.
Perché c’è chi ha dubbi riguardo alla non pericolosità della proteina Spike
Non tutti, però, credono al fatto che il vaccino mRNA sia sicuro per l’organismo. Mettendo da parte le teorie dei “tuttologi”, possiamo analizzare il parere di Robert W. Malone. Una figura affidabile, in quanto egli stesso ha contribuito a porre le basi teoriche per le attuale terapie genetiche.
A fine giugno questo è stato intervistato da Tucker Carlson di Fox News, esprimendo i proprio dubbi sui vaccini mRNA. Nel dettaglio, nell’intervista questo ha dichiarato:
Una delle mie preoccupazioni è che il governo non sia trasparente con noi su quali siano questi rischi. E quindi, sono dell’opinione che le persone abbiano il diritto di decidere se accettare o meno i vaccini.
Ma qual è il motivo della sua preoccupazione? Nel dettaglio, questo non crede a quanto affermato dalla comunità scientifica riguardo al fatto che la proteina Spike del vaccino resti ferma nei siti d’inoculazione, quali linfonodi regionali, ascella.
Malone ritiene piuttosto che questa proteina “circoli nell’organismo” e che per questo motivo bisogna interrogarsi su quali potrebbero essere le conseguenze negative per l’organismo.
Bisogna capire, dunque, se la teoria di Malone è corretta oppure no. A riguardo ci sono delle tesi contrastanti:
- da una parte abbiamo lo studio dell’Oxford vaccine group, il quale appunto sostiene che le proteine rimangono attaccate alla superficie cellulare attorno al sito d’iniezione, senza dunque “viaggiare” nell’organismo. Solo l’1% del vaccino, infatti, raggiunge il flusso sanguigno, dove però viene distrutto dagli enzimi epatici;
- lo studio pubblicato sul Clinical Infetcious Diseases (Oxford Academic), invece, ha rilevato la produzione di antigene Spike anche al di là del sito d’iniezione. Una tesi confermata anche dal Report-EMA sull’ mRNA di Moderna, dove si legge che post iniezione si trovano concentrazioni di mRNA anche oltre il sito d’iniezione, come ad esempio nella milza, nell’occhio ma anche in altri tessuti come cuore, polmoni, testicoli e tessuti cerebrali. Si tratta, comunque, di piccole concentrazioni.
Ma attenzione, anche se la teoria di Malone dovesse essere corretta, ciò non significa automaticamente che il vaccino mRNA sia dannoso per l’organismo. Lo stesso Malone non lo dice, ma afferma che comunque sia necessario un ulteriore approfondimento per capire se effettivamente sono più i benefici rispetto ai “costi”, specialmente nel caso della vaccinazione dei più giovani.
Riguardo alla tossicità della proteina Spike ci sono degli studi e diverse teorie, ma nulla che per il momento valga la pena riportare.
Cosa ci dice tutto questo? Semplicemente che ulteriori approfondimenti e studi vanno ancora fatti - e d’altronde la sperimentazione non si ferma - per capire se effettivamente qualcosa può essere migliorato così da eliminare anche la più minima percentuale riguardo alle controindicazioni del vaccino.
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