Quali sono i dati sensibili? Come vanno trattati? Disciplina e differenza con i dati personali. Le indicazioni del Garante della privacy.
Quali sono i dati sensibili? Quali, invece, i dati personali?
Secondo il Garante della privacy, sono dati sensibili tutti quelli che permettono di risalire, direttamente o indirettamente, a informazioni strettamente personali, come l’orientamento sessuale, il pensiero politico e le convinzioni religiose; insomma, quelle informazioni che potrebbero esporre la persona a discriminazioni e trattamenti sfavorevoli.
Essi rientrano nella più grande categoria di dati personali, che, anche se permettono l’identificazione del soggetto, sono soggetti ad una disciplina meno rigida.
Per la loro delicatezza, il Codice della privacy detta precise istruzioni di trattamento e conservazione. Cerchiamo di capire quali sono i dati sensibili e come vanno trattati.
Quali sono i dati sensibili?
In base alla disciplina del Codice della Privacy, sono dati sensibili quelli che riguardano:
- l’origine razziale ed etnica di una persona;
- le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere,
- le opinioni politiche, come l’adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni di ogni tipo;
- le informazioni riguardo lo stato di salute e le scelte sessuali.
Insieme ai dati sensibili, devono essere trattati in maniera differenziata anche i dati giudiziari, ovvero qualunque informazione idonea a rivelare l’esistenza di provvedimenti giudiziari, condanne a carico, la qualità di imputato o di indagato della persona.
Tutti questi dati (sensibili e giudiziari) non possono mai essere trattati senza il consenso dell’interessato, a meno che non sia lo stesso Garante ad autorizzarne il trattamento.
Quando non serve il consenso al trattamento dei dati?
Come vanno trattati i dati sensibili?
I dati sensibili necessitano di un trattamento differenziato e più rigoroso. Per tali dati il Codice della privacy detta una disciplina ad hoc: devono essere trattati con tecniche di cifratura o impiegando codici identificativi o altre soluzioni che li rendano temporaneamente inintelligibili (anche a chi è autorizzato ad accedervi) e permettono l’identificazione solo in caso di necessità.
Per di più, i dati relativi allo stato di salute e all’orientamento sessuale dell’interessato devono essere conservati separatamente rispetto agli altri dati, a meno che non si richieda specificatamente il loro utilizzo.
Si sottolinea che tali dati non devono necessariamente indicare in maniera espressa le informazioni sensibili, basta che queste siano in qualche modo desumibili. Facciamo un esempio: la semplice indicazione della dieta del dipendente può far emergere un determinato orientamento religioso, per esempio i musulmani che non possono mangiare la carne di maiale.
Dati personali: quali sono?
I dati sensibili, come già precisato, rientrano nella più vasta categoria dei dati personali. Si definiscono tali tutte le informazioni che identificano o rendono identificabile una persona, anche in maniera indiretta. Vi rientrano, per esempio, le informazioni sulle caratteristiche fisiche, abitudini alimentari, stile di vita, relazioni personali, stato di salute, ecc.
In poche parole, i dati personali rendono possibile l’identificazione di una persona: in maniera diretta, nel caso dei dati anagrafici, cioè nome e cognome; in maniera indiretta nel caso di informazioni relative al codice fiscale, indirizzo IP, numero di targa e altri.
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