L’uso delle carte di pagamento viene sempre più favorito a quello del contante, ma quali sono i costi da sostenere?
Nell’era in cui si punta alla riduzione del contante a vantaggio di strumenti tracciabili per combattere l’evasione fiscale non ci si può non chiedere quale costo abbia questa nuova abitudine. Una ricerca dell’Università Bocconi di Milano ha mostrato come detti costi non siano solo alti, ma anche poco trasparenti.
Ma che utilizzo fanno gli italiani delle carte di pagamento? Nonostante il nostro Paese sia tra quelli che ha più terminali POS e sportelli automatici, in Europa siamo la maglia nera: ogni italiano esegue circa 31 operazioni all’anno, contro la media UE delle 72 transazioni all’anno.
Prelevare del contante con la carta di credito oggi costa ad un cittadino il 3,5% (con un minimo pari a 2,5 euro), quindi: 10,5 euro ogni 300 euro ritirati allo sportello automatico. Non solo. Il canone medio annuo è cresciuto di quasi 2 euro: dai 31,8 dello scorso anno ai 33 euro attuali.
Questi calcoli sono stati eseguiti dalla Bocconi per Corriere Economia, su cui è presente questa infografica riepilogativa.
Quali sono le carte di credito più care?
Secondo l’indagine della Bocconi il canone annuo, pari a 23 euro alle Poste e completamente azzerato in Ing Direct e Iw Bank, raggiunge i picchi con:
- American Express (80 euro);
- Santander (50 euro).
Unicredit e Credem hanno un ulteriore costo da sostenere, quello di emissione, pari a, rispettivamente, 10 euro e 5 euro.
Per quanto riguarda invece la commissione per l’anticipo del contante in generale la quota da pagare è pari al 4%, esclusa Bpm (3,5). Più soft il trattamento di:
- Findomestic: non fa pagare nulla;
- Ing Direct e Iw Bank: hanno un prezzo fisso pari, rispettivamente, a 2 euro e 2,75 euro.
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