Recentemente la BCE ha emesso un warning su tre mercati piuttosto pericolosi che potrebbero essere in bolla: è importante prestare attenzione.
Non c’è dubbio che l’attuale situazione di bassi rendimenti obbligazionari ed inflazione in aumento stia spingendo gli investitori verso scelte di investimento più rischiose.
Del resto, tenere i soldi in liquidità o bond rende poco o nulla e con l’inflazione in crescita si riduce progressivamente il potere d’acquisto. Pertanto, l’investitore è costretto a scegliere investimenti più rischiosi per proteggere il proprio capitale dall’inflazione e avere un buon rendimento.
Il mercato azionario è stato sicuramente un catalizzatore di capitali nell’ultimo anno. Al suo interno, i comparti più volatili come quello tecnologico o le small cap sono quelli che hanno fatto meglio.
Non c’è dubbio che per molti le azioni sono particolarmente rischiose in questo momento.
Tuttavia, recentemente la BCE ha emesso un «warning» dove ha indicato altri tre mercati che presentano un rischio persino maggiore in questo momento.
Criptovalute, junk-bond e immobiliare: i mercati più rischiosi
Questi sono i tre mercati individuati come particolarmente rischiosi in questa fase.
Le criptovalute sono un segmento piuttosto «esotico» del mercato. Stanno acquisendo sempre maggiore interesse presso gli investitori, ma le oscillazioni di prezzo restano ancora molto forti e sono uno strumento non regolato. Il forte aumento degli anni recenti potrebbe aver creato una «confidenza» eccessiva nello strumento e aver generato una sorta di «esuberanza irrazionale», tanto per riprendere un termine molto in voga ai tempi della bolla delle dot.com di fine anni ’90.
Sul fronte dei junk bond, la BCE rileva come i livelli di indebitamento e quindi di rischiosità delle società non finanziarie stiano aumentando sempre di più. Questo rende il mercato più esposto a eventuali aumenti dei tassi e, in generale, tutto il comparto delle obbligazioni high yield più rischioso.
Infine l’immobiliare. I prezzi del Real Estate europeo sono cresciuti del 7,3% nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo 2020. Si tratta del rialzo più elevato dalla crisi del 2008. Su questo fronte c’è da dire che negli anni passati per gran parte dei mercati immobiliari «locali» i prezzi sono rimasti stabili o scesi. In molti casi, questo è il primo rialzo dopo un lungo periodo di «gelo» dei prezzi. Detto questo, comunque, si tratta senza dubbio di un rialzo importante, forse eccessivo in un arco di tempo così ridotto.
Accettare il rischio?
Il punto, sostanzialmente, è se un investitore debba rassegnarsi o meno ad avere un maggior rischio.
Purtroppo, la risposta è affermativa. In questa situazione non si può pensare di avere buoni rendimenti con investimenti a rischio zero o comunque a rischio molto basso. Prendersi maggiori rischi è inevitabile.
Anche qui, però, l’accettazione non deve essere per forza passiva.
Ad esempio, non è necessario esporsi per forza ai tre mercati che la BCE ha identificato come maggiormente rischiosi. Ugualmente, in ambito azionario non è necessario avere una sovraesposizione ai comparti più volatili.
Il segreto è sempre quello di una elevata diversificazione. Gli investimenti non marciano necessariamente all’unisono. Mentre qualcuno scende, qualche altro sale e viceversa.
Quindi un’esposizione sul Nasdaq può essere combinata ad esempio con delle azioni di tipo «value» che possono reggere meglio nelle fasi di eventuale ribasso. All’esposizione azionaria si può aggiungere quella su immobili e bond high yield, combinata magari con un investimento sull’oro che spesso è decorrelato da questi investimenti. E anche le criptovalute potrebbero trovare spazio, ovviamente con un’esposizione ridotta.
Tutti questi investimenti, poi, possono essere affiancati da una presenza di obbligazioni a breve/medio termine. Obbligazioni che, come abbiamo detto, rendono poco o nulla, ma che possono contribuire a stabilizzare la volatilità delle componenti più rischiose. E anche all’interno del comparto dei bond, comunque, ci sono ad esempio i titoli inflation che negli ultimi mesi hanno dato buone soddisfazioni.
Insomma, diversificando si riduce notevolmente il rischio complessivo dei nostri investimenti.
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