Analisi di inizio anno dei rendimenti dei principali strumenti di investimento del reddito fisso sulla scadenza a 1 anno.
Con l’inizio dell’anno non manca chi da inizio ai nuovi progetti, tanto nella vita personale come sul lavoro, negli hobby o in tema di investimenti. Al quest’ultimo riguardo, e con la mente al reddito fisso, vediamo quanto è possibile ottenere con 3 prodotti concorrenti di matrice bancaria e sovrana (nazionale).
Ad esempio, se a inizio anno vincolo 30.000 euro quanto potrò incassare tra 1 anno esatto, nella prima metà di gennaio 2026? Analizziamo i rendimenti di 3 strumenti relativamente alternativi, ossia il BOT del Tesoro, il deposito Supersmart sul risparmio postale e il conto deposito.
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Gli attuali rendimenti del deposito Supersmart in Poste Italiane
Per i titolari di libretto postale Smart, l’emittente Cassa Depositi e Prestiti consente di avere un maggiore interesse a scadenza aprendo un vincolo. Il riferimento è sia alle offerte che ai depositi Supersmart per i soli titolari di libretto di risparmio postale (LRP) Smart. Poi la durata, le condizioni economiche e i requisiti soggettivi e/o oggettivi di sottoscrizione vengono decisi di volta in volta da CDP in base ai prodotti che propone.
In questo inizio di 2025 gli unici due accantonamenti di durata a 1 anno sono due. Si tratta del Deposito Supersmart Pensione e del Deposito Supersmart Open di durate rispettivamente a 364 e 360 giorni. In entrambi i casi l’importo minimo sottoscrivibile è di 500 € e si procede per multipli di 50 €, e la disattivazione è ammessa anche prima della naturale scadenza.
A mutare sono i rendimenti e le condizioni per la sottoscrizione. Mentre Open è aperto a tutti i titolari di LRP Smart, l’altro è dedicato a chi accredita una pensione erogata dall’INPS sul libretto Smart. Mutano anche le condizioni economiche, pari al 2,00% annuo lordo a scadenza nel 1° caso e al 2,50% nel 2°. In entrambi i casi poi la ritenuta sugli interessi è del 26%, l’imposta di bollo è del 2x1.000, e infine non vi sono spese di gestione.
In soldoni, 30mila € ipotetici su questi Depositi produrrebbero a scadenza quasi 438 € nel caso dell’Open e 553,5 € circa sul Pensione. Questi importi sono al netto della sola ritenuta sugli interesse e quindi al lordo dell’imposta di bollo eventualmente dovuto.
Il conto deposito vincolato a 12 mesi
Lo stesso regime di spese, sia di gestione che fiscali, grosso modo lo ritroviamo anche nel conto deposito, stavolta però di matrice bancaria. Pertanto mentre nel 1° caso il capitale versato gode della garanzia dello Stato Italiano, qui abbiamo la tutela del FITD fino a 100mila €.
Sul mercato sono molti gli istituti di credito che lo propongono alle condizioni economiche più divergenti. Le più importanti di esse riguardano la presenza o meno del vincolo, la possibilità o meno di estinzione anticipata, la durata, la previsione di uno specifico c/c d’appoggio. Ora, se si è sicuri di portare a termine il vincolo l’ideale sarebbe il CD vincolato di una banca che remunera bene il deposito e non preveda l’apertura di un c/c associato.
Al momento gli istituti più generosi pagano il 3,50% lordo sul vincolo a 12 mesi. In termini di guadagno netto si tratterebbe di 717 € (sempre su 30mila € ipotetici di vincolo) al netto sia di ritenuta che di imposta di bollo.
Se a inizio anno vincolo 30.000 euro quanto potrò incassare tra 1 anno?
Arriviamo infine al Buono Ordinario del Tesoro emesso dal MEF, e quindi anche in questo caso di derivazione sovrana.
Oggi il rendimento del titolo sovrano nazionale a 12 mesi è del 2,365%, in netto calo rispetto al picco del 3,9-3,95% di 15 mesi fa. Tra una manciata di giorni arriverà la 1° emissione a 12 mesi con scadenza gennaio 2026, e sarà interessante studiarne gli esiti dell’asta per comprenderne il trend di breve.
In attesa del suo arrivo, vediamo quanto rende l’attuale IT0005627853 in scadenza il 12/12/2025. Il titolo prezza sui 97,822, per un rendimento effettivo lordo a scadenza del 2,4%. Sul fronte delle spese ci sono quelle di gestione dovute alla banca dove si detiene il conto titoli, mentre la ritenuta sugli interessi del 12,50%. Su 30mila € di capitale, a grandi linee dovremmo essere sui 550 € di introiti, variabili in base alle spese effettivamente sostenute.
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