Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa boccia la quarta dose del vaccino anti-Covid e dice sì al richiamo annuale: ecco perché e cosa ha detto sulla pandemia.
Sì a un’ulteriore dose del vaccino come richiamo annuale. Sulla questione vaccini anti-Covid si è espresso il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, il quale ha definito il problema della quarta dose come un “errore di comunicazione”.
Se al momento quindi la quarta dose è prevista solo per i soggetti immunodepressi, entro questa settimana dovrebbe arrivare una proposta unica europea che terrà conto delle fasce più anziane della popolazione, ma non è da escludersi la possibilità che piuttosto che avere un quarto richiamo sia possibile prevedere un richiamo annuale per contrastare il virus.
Infatti, con una curva epidemiologica che mostra la propria incostanza, i casi sono di nuovo in aumento nella penisola, mentre il governo procede con il progressivo abbandono delle norme anti-Covid, per un “ritorno alla normalità”. Ecco cosa si sa sulla quarta dose e cosa ha detto il sottosegretario Costa.
Vaccini Covid: a che punto sono gli studi sulla quarta dose?
A oggi la campagna vaccinale prosegue e la quarta dose è raccomandata ai soggetti fragili, condizione che può essere legata a patologie, trattamenti e conseguente a un trapianto, ma non è detto che sarà estesa a tutta la popolazione.
A voler sottolineare questo importante aspetto è stato proprio l’Agenzia europea per i medicinali (Ema). Al momento, infatti, non ci sono ancora prove sufficienti per poter estenderla a tutta la popolazione. Al momento le ricerche sulla quarta dose sono ancora in embrione, lontane dal poter dare una risposta certa su come agire in merito. Stando a uno studio israeliano, la quarta dose garantirebbe il rialzo del livello degli anticorpi anti Sars-Cov-2, garantendo una protezione come quella offerta dalla terza dose.
Il 30 marzo il ministro della Salute Roberto Speranza ha partecipato al Consiglio dei ministri della Salute a Bruxelles e ha confermato che entro la prossima settimana dovrebbe giungere una proposta unica europea per estendere la quarta dose alle fasce più anziane della popolazione.
Costa sul vaccino covid: quarta dose o richiamo annuale?
Parlare di quarta dose è stato un “errore di comunicazione”. È con queste parole che il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, commenta la questione in un’intervista con Il Corriere della Sera, mentre l’Italia attende la decisione dell’Unione Europea. Secondo il sottosegretario, infatti, a forza di parlare di quarta o addirittura quinta dose, si rischia che il Governo perda credibilità, la gente potrebbe pensare “che le dosi non servono a nulla”.
Meglio quindi insistere sul concetto di richiamo annuale, “come per l’influenza, da programmare in autunno”. Di richiamo annuale ne hanno già parlato altri esperti come il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco Nicola Magrini. Infatti, con il palesarsi delle nuove sotto-varianti il rischio è che la somministrazione a intervalli brevi di una quarta dose potrebbe rivelarsi non sostenibile nel tempo. Per questo motivo già da alcune settimane è presente sul tavolo di lavoro l’ipotesi di un richiamo annuale: una vaccinazione periodica che si basi sulla stagionalità del coronavirus. Magrini aveva ribadito che si potrà parlare di un richiamo annuale solo dopo aver valutato attentamente i dati estivi.
Covid, Costa sull’epidemia: “Ritorno alla normalità”
In queste settimane si è registrato un aumento dei casi positivi in Italia. Solo nella giornata di oggi - 2 aprile - sono 70.803 i casi Covid-19 registrati (ieri 74.350). Davanti a un tasso di positività che sale al 14,8%, il sottosegretario Andrea Costa ha ricordato che rispetto alla settimana passata sembra che i casi si siano stabilizzati.
Non c’è alcun dubbio sul fatto che “i casi siano aumentati in modo rapido e forse inaspettato” ma, come ha ricordato Costa, la crescita dei contagi non ha avuto un corrispettivo negli ospedali, “dove la pressione non si è sentita”. Il 92% degli italiani è protetto dal vaccino e c’è chi ha preso l’infezione sviluppando l’immunità naturale.
Probabilmente, mi dicono gli scienziati, stiamo entrando finalmente nella cosiddetta fase endemica, di convivenza col virus. Insomma, esistono tutti i presupposti per dare una prospettiva di pieno ritorno alla normalità dopo due anni di regole e sacrifici.
Una fine dell’emergenza che non significa la fine del virus che continua a circolare, specialmente con le nuove varianti Omicron 2 e XE.
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