Quota 100: niente cumulo e divieto di continuare a lavorare

Simone Micocci

08/10/2018

Per andare in pensione con la Quota 100 non si potrà approfittare del cumulo gratuito dei contributi. Inoltre, sarà introdotto il divieto di riprendere a lavorare per chi anticipa l’accesso alla pensione.

Quota 100: niente cumulo e divieto di continuare a lavorare

La Quota 100, come più volte anticipato, potrebbe non prevedere delle riduzioni sull’importo della pensione. Anche se la penalizzazione dell’1,5% dell’importo dell’assegno previdenziale per ogni anno di anticipo non è stata ancora del tutto accantonata, sembra infatti che il Governo abbia deciso di non applicare nessuna riduzione per coloro che intendono ricorrere alla Quota 100 per anticipare l’accesso alla pensione.

Ciò però non significa che il Governo non prevederà altri limiti per ridurre i costi della riforma delle pensioni, per la quale non si possono superare i 7 miliardi di spesa visto quanto stanziato con il DEF (che tra l’altro è stato bocciato dall’UE).

Uno dei primi limiti è quello di cui tanto si è parlato in questi giorni: scartata l’ipotesi dei 64 anni di età e dei 36 di contributi, considerata troppo onerosa, infatti, il Governo ha deciso di fissare un minimo di età di 62 anni e uno contributivo di 38 anni.

Il requisito contributivo di 38 anni è fisso, quindi vale sia per chi anticipa la pensione di 5 anni smettendo di lavorare una volta compiuti i 62 anni, sia per chi ha più anni. Nel dettaglio, si parla di:

  • Quota 100 per chi ha 62 anni (+38 di contributi);
  • Quota 101 per chi ha 63 anni (+38 di contributi);
  • Quota 102 per chi ha 64 anni (+38 di contributi);
  • Quota 103 per chi ha 65 anni (+38 di contributi);
  • Quota 104 per chi ha 66 anni (+38 di contributi).

Questo però non sarà il solo limite ad essere applicato sulla Quota 100 per ridurre i costi della riforma delle pensioni rientrando così nel tetto massimo di 7 miliardi di euro (per il solo 2019). Nelle ultime ore, infatti, sono circolate diverse indiscrezioni su alcune regole che il Governo intende introdurre per non sforare i costi; vediamo di cosa si tratta.

Niente cumulo dei contributi

Come si legge nel DEF 2019 l’obiettivo è quello di puntare sulla capacità di innovazione delle giovani leve favorendo il ricambio generazionale nel mondo del lavoro.

Per farlo, il Governo interverrà sul sistema pensionistico “così come delineato dall’ultima riforma, che limita il fisiologico turnover nelle risorse umane impiegate, anche allo scopo di rinnovare le competenze necessarie all’innovazione.” Per questo motivo verranno introdotte delle nuove modalità di accesso al pensionamento anticipato, partendo da Quota 100 per arrivare poi - probabilmente ad inizio 2020 - all’estensione della Quota 41 per tutti.

Per quanto riguarda la Quota 100 uno dei limiti che il Governo intende introdurre è quello che vieta di ricorrere al cumulo dei contributi per maturare il requisito contributivo richiesto.

Ricordiamo a tal proposito che il cumulo dei contributi è quel meccanismo con cui il lavoratore può aggregare gratuitamente quanto versato in casse previdenziali differenti. Introdotto dalla Legge 228/2012, questo è stato poi rivisto in maniera estensiva rendendolo valido ai fini del raggiungimento sia dei requisiti per la pensione di vecchiaia che per quelli della pensione anticipata.

Quindi, qualora il divieto venisse confermato, il lavoratore non potrà cumulare i periodi assicurativi accreditati in diverse gestioni per maturare i 38 anni di contributi previsti dalla Quota 100.

Chi va in pensione con Quota 100 non può continuare a lavorare

Come noto, una volta andati in pensione si può riprendere a lavorare continuando a versare i contributi all’Inps, grazie ai quali poi si potrà chiedere il supplemento della pensione.

Tuttavia, c’è la possibilità che ciò sarà negato a coloro che anticipano l’accesso alla pensione ricorrendo alla Quota 100. L’obiettivo dichiarato della riforma, infatti, è di favorire il turnover delle forze lavoro, incentivando l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani.

Questo obiettivo verrebbe ostacolato qualora i nuovi pensionati vengano poi riassunti con contratti più vantaggiosi per le aziende - ad esempio con contratti di collaborazione - ostacolando così l’assunzione di un giovane.

Per questo motivo il Governo sta riflettendo sulla possibilità di introdurre il divieto di continuare a lavorare per chi ricorre alla Quota 100; un divieto che non sappiamo se sarà assoluto oppure parziale, ossia se nei confronti di coloro che una volta collocati in quiescenza riprenderanno a lavorare si applicheranno delle penalizzazioni sull’importo dell’assegno previdenziale.

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