Quota 100 potrebbe costare di più agli italiani nel 2021, ultimo anno della sperimentazione. La misura tuttavia nel 2020 ha subito una flessione rispetto al 2019.
Quota 100 sembra costare agli italiani meno del previsto. La misura per la pensione anticipata introdotta dal decreto 4/2019 conclude nel 2021 l’ultimo anno del triennio sperimentale e già si sta pensando a come superare la stessa con la prossima riforma.
Se i dati del 2019 hanno dimostrato che le domande per accedere a Quota 100 sono state minori rispetto a quanto previsto, e di conseguenza anche il costo della misura si è rivelato minore rispetto a quanto inizialmente stimato, anche i dati del 2020 di INPS, al primo semestre e quelli relativi ai primi nove mesi effettivamente negativi, potrebbero confermare il risparmio.
L’Ufficio parlamentare di Bilancio, nel Rapporto sulla politica di Bilancio 2020 di dicembre 2019 che accompagnava la Finanziaria, senza considerare gli effetti devastanti del Covid che ancora non era una malattia conosciuta, ha previsto un aumento del costo di Quota 100 nell’anno in corso. Nel Rapporto di dicembre 2020 invece non vi è alcun riferimento alla misura.
Ricordiamo che Quota 100 è la misura per la pensione anticipata con 62 anni di età e 38 anni di contributi. Secondo le stime nel 2021, complice la cristallizzazione del diritto, molti potrebbero fare richiesta per Quota 100 in vista della scadenza del triennio e non perdere così l’accesso alla pensione anticipata, sebbene fino a oggi la misura abbia dimostrato una certa crisi.
Quanto costa Quota 100 agli italiani
L’Ufficio parlamentare di Bilancio ha calcolato che Quota 100 costerà di più agli italiani nel 2021 rispetto a quanto stimato dal governo. Il motivo, come abbiamo anticipato, starebbe nella previsione di un assalto agli sportelli di INPS di coloro che non vorranno perdere l’ultimo treno di accesso a Quota 100 e che magari hanno atteso l’ultimo anno per procedere con la richiesta di pensione anticipata.
Il governo per il 2021 aveva stimato un risparmio del costo di Quota 100 nel 2021 pari a 1,3 miliardi di euro, mentre per l’Ufficio parlamentare di Bilancio questo sarebbe solo di 600 milioni rispetto alla spesa iniziale prevista.
In verità i dati dell’UpB sono ormai vecchi e le stime non tengono conto dell’andamento effettivo che ha avuto Quota 100 nel 2020 laddove ha fatto registrare un calo delle domande rispetto al 2019.
Nel suo rapporto l’UpB ha tenuto conto di specifici fattori come per esempio il numero di domande presentate nel 2019, quelle respinte dall’INPS, tutti quelli che pur avendo diritto a Quota 100 hanno rimandato la decisione di andare in pensione anticipata.
- 2019: la spesa è stata di 2,6 miliardi di euro e il risparmio è stato di 1,2 miliardi in meno rispetto al previsto perché il 36% dei pensionabili non ha fatto richiesta;
- 2020: il governo aveva stimato un risparmio di 2 miliardi sui 7,8 miliardi inizialmente previsti.
In particolare INPS ha evidenziato, in ultimo con il XIX Rapporto annuale che ha riguardato tuttavia anche l’anno appena terminato e pubblicato a ottobre 2020, una flessione nelle richieste di Quota 100 rispetto al 2019.
Al 31 dicembre 2019 sono pervenute all’Istituto circa 229mila domande di pensione con Quota 100. Nel primo semestre 2020 le uscite con la pensione anticipata in generale sono state 97.671, dimostrando, sempre secondo i dati INPS, un calo rispetto all’anno precedente. Nel rapporto l’Istituto chiarisce:
“Considerando infine le domande di pensione “Quota 100” pervenute, al netto delle respinte, nel 2020 da gennaio ad agosto si sottolinea che la crisi epidemiologica di inizio anno non ha evidenziato una scelta dei lavoratori più anziani ad anticipare l’uscita dal mondo del lavoro; infatti in questi mesi di crisi non si registrano variazioni sostanziali del trend delle domande di pensioni “Quota 100”. Dopo i primi mesi del 2019 in cui si è assistito ad una richiesta più forte di esse, dovuta alla presenza di varie generazioni di soggetti che maturavano i requisiti, le domande si possono considerare stabili e anche per il 2020 si conferma l’utilizzo parziale degli aventi diritto come accaduto nell’anno 2019.”
Il risparmio quindi stimato dal governo e dall’UpB un anno fa potrebbe addirittura essere maggiore nel 2020 con un costo minore di Quota 100. Forse il costo di Quota 100 e l’appeal potrebbe aumentare nel 2021 se quanto previsto dal Rapporto UpB dovesse davvero realizzarsi.
L’Ufficio parlamentare di Bilancio ha cercato di fare anche delle previsioni più ottimistiche prevedendo che nel 2021 potrebbero essere il 65% dei pensionabili e non il 100% a fare richiesta per Quota 100 con un tasso di rifiuto delle domande dall’INPS pari al 14% (nel 2019 è al 10); così facendo il risparmio salirebbe a 840milioni di euro, comunque inferiore agli 1,3 miliardi stimati dal governo.
Più pensionati con Quota 100 nel 2021: ecco perché
L’UpB prevede più pensionati con Quota 100 nel 2021 e il perché lo ritrova in diverse variabili.
Possiamo pensare che nel 2021 coloro che avranno compiuto 62 anni entro il 2021, i nati nel 1959, avendo davanti a sé ancora 5 anni per la pensione di vecchiaia (oggi a 67 anni) potrebbero approfittare di Quota 100
Poi vi sono coloro che fino a oggi non hanno fatto ancora domanda per Quota 100 pur avendone diritto e che potrebbero decidere di fare richiesta prima della fine del periodo sperimentale nel 2021.
Solo i prossimi mesi potranno darci una’idea chiara del costo effettivo di Quota 100 nel 2020, delle richieste e di quello che potrebbe accadere nel 2021. La misura, questo ormai sembra certo, dovrebbe comunque concludersi definitivamente il prossimo 31 dicembre.
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