Ragni su Marte? Non proprio: cosa hanno scoperto gli scienziati

Matteo Novelli

23 Marzo 2021 - 09:58

Cosa sono i ragni su Marte di cui parlano gli scienziati? Gli aracnidi non c’entrano nulla: ecco cosa hanno scoperto gli scienziati (e perché è importante).

Ragni su Marte? Non proprio: cosa hanno scoperto gli scienziati

Avrete sentito parlare in questi giorni dei ragni su Marte: nonostante i titoli possano far pensare a creature di fantascienza si tratta di una scoperta di tutt’altro tipo che ha interessato gli scienziati e la comunità scientifica. Ma di cosa si tratta esattamente e perché è importante?

Facciamo un po’ di chiarezza: non si tratta come abbiamo già sottolineato di ragni, ovvero aracnidi che sulla Terra conosciamo molto bene, ma di formazioni e depressioni sul terreno marziano molto simili a ragni che si osservano principalmente nell’area corrispondente al polo meridionale del Pianeta Rosso. Una caratteristica particolar e unica in tutto il Sistema Solare, motivo per cui è ora un tratto distintivo di Marte.

Vedendoli dall’alto, queste particolari formazioni appaiono simili a ragni e da qui il nome dato dagli scienziati, che si riferiscono a essere come formazioni aracniformi. Ecco cosa c’è da sapere.

Cosa sono i ragni su Marte e perché interessano gli scienziati

Una ricerca guidata dalla scienziata Lauren McKeown (operante alla Open University in Regno Unito) ha portato a una prima vera dimostrazione concreta di quel modello accreditato per supportate questo tipo di informazioni, noto come ipotesi di “Kieffer”.

Di cosa si tratta? Di una teoria che vede l’origine di queste particolari insenature a forma di ragno che sono state in realtà modellata dalla anidride carbonica congelata e incastrata all’interno del terreno di Marte. La CO2, innalzandosi, ha generato questi frattali che a prima vista ricordano dei ragni.

La McKeown ha così dimostrato l’origine del fenomeno alla comunità scientifica:

questa ricerca presenta la prima serie di prove empiriche utili a spiegare un processo ancora non del tutto noto che si pensa possa modificare il paesaggio polare su Marte. L’ipotesi di Kieffer è stata ben accettata per oltre un decennio ma fino a oggi era rimasta confinata a un contesto solo teorico. Gli esperimenti mostrano prove concrete che indicano come i ragni’ su Marte possono essersi formati dalla conversione diretta del ghiaccio secco dal solido al gas.”

L’ipotesi è stata confermata grazie a una camera di simulazione dell’ambiente marziano ricostruito alla Open University dove sono state testate le diverse condizioni dell’ambiente marziano, confermando le teorie dell’ipotesi di Kieffer.

Gli scienziati non erano sicuri prima di questo esperimento che Marte potesse presentare condizioni favorevoli a questo tipo di fenomeni.

Tutto avviene in questo modo: in primavera (marziana) la luce del sole colpisce e penetra nel ghiaccio del polo sud e riscalda il terreno. Questo giacimento di ghiaccio, grazie alle particolari condizioni date dalla temperatura e dalla pressione, si rompe consentendo quindi al gas di venire in superficie e fuoriuscire attraverso le varie fratture formando i famigerati “ragni”.

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