39.760 i beneficiari che hanno trovato un impiego grazie alla misura assistenziale. I numeri, molto bassi, registrano comunque una crescita decisa negli ultimi mesi. I dettagli
Sono 39.760 i beneficiari del reddito di cittadinanza che hanno trovato un impiego grazie alla misura assistenziale. Il dato, che arriva dall’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro (ANPAL), può fornire diverse letture in base a più elementi di contorno.
La prima impressione è chiaramente quella di trovarsi di fronte a uno scarsissimo impatto sul fronte occupazionale per una delle politiche simbolo del Movimento 5 stelle, considerando che sono 1,2 milioni le famiglie che percepiscono il Reddito di cittadinanza e a fronte delle 530mila convocazioni dei beneficiari presso i Centri per l’impiego del Paese.
Va però tenuto conto del deciso balzo in avanti nell’ultimo periodo: a inizio dicembre il numero degli occupati grazie al RdC si attestava appena a quota 27mila, per poi schizzare a 39.760 a metà febbraio, per un +38% in poco più di un mese.
Da considerare anche che il numero dei convocati presso i Cpi - 530mila - non corrisponde a quello delle effettive presenze alla prima convocazione, pari a 396.297, con la sottoscrizione di 262.738 patti di servizio.
Dal Movimento hanno in ogni caso accolto le cifre con un certo trionfalismo, parlando di “bellissima notizia” e di “una nuova prospettiva” per decine di migliaia di persone:
“Il dato è che quasi 40.000 persone che ricevono il Reddito hanno trovato un lavoro, e sono 11 mila in più rispetto a dicembre (+38,2%). Spesso il Reddito di cittadinanza viene accusato di non dare lavoro, ma la verità è che, come in tutte le cose, serve semplicemente un po’ di tempo perché le scelte politiche abbiano effetto sulla vita quotidiana di ognuno di noi”,
si legge sul Blog delle Stelle, a firma del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo.
Reddito di cittadinanza: solo in 39mila hanno trovato lavoro
Sui 39.760 beneficiari del reddito di cittadinanza che hanno trovato un impiego, 4.833 assunzioni riguardano la Sicilia, 4.625 la Campania, 4.307 la Puglia, 4.007 la Lombardia e 3.190 il Lazio. Seguono Emilia-Romagna con 2.836 impiegati e Piemonte, con 2.312.
Secondo il presidente dell’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro, Mimmo Parisi, i dati dimostrano che la fase 2 del RdC è “più che partita”:
“È un ottimo punto di partenza per gli ulteriori passi necessari che servono a portare a regime gli interventi di accompagnamento ai beneficiari al lavoro, come ad esempio l’assegno di ricollocazione”.
Per quanto si voglia evidenziare la forte mossa al rialzo della quota di occupati nelle ultime settimane (+38% da inizio dicembre 2019), restano di certo numeri deboli, una porzione davvero minima rispetto ai 908.198 per cui occorre trovare una collocazione.
Su questi ultimi, per ora ne sono stati convocati presso i Centri per l’Impiego solo 529.290, ma se ne sono presentati 396.297, per 262.738 firme del cosiddetto patto di servizio.
Lo scenario politico attuale - al di là degli inevitabili entusiasmi interni ai 5 stelle - ha accolto le cifre in maniera piuttosto tiepida.
Una voce molto critica è arrivata però dai deputati di Cambiamo! Stefano Benigni, Manuela Gagliardi e Giorgio Silli, che hanno analizzato i numeri parlando di sprechi enormi per il Paese:
“5 miliardi di euro spesi per il reddito di cittadinanza e 39.000 posti di lavoro creati: significa che ogni posto di lavoro è costato ai contribuenti italiani 128.205 euro. Complimenti! Se avessimo pagato un master a ognuno, lo Stato avrebbe risparmiato parecchi soldi!”
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