Il Movimento 5 Stelle ha avuto un’incontro di più di un’ora con il Presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi. Si è parlato anche di Reddito di Cittadinanza.
Il Reddito di Cittadinanza incassa la fiducia del Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi: lo ha dichiarato Vito Crimi commentando l’incontro di oltre un’ora che si è tenuto oggi tra l’ex Presidente della BCE e la delegazione del Movimento 5 Stelle in vista della formazione del nuovo Governo.
Incontro al quale hanno preso parte sia Beppe Grillo che Giuseppe Conte (ormai sempre più leader dei pentastellati), ed era presente anche Davide Casaleggio. Il Movimento 5 Stelle a gran completo si è detto disponibile a sostenere il Governo Draghi, ma ad alcune condizioni. È stato Vito Crimi, capo politico ad interim dei 5 Stelle, a raccontare l’esito dell’incontro e fornire le prime anticipazioni su cosa potrebbe succedere al Reddito di Cittadinanza.
Nei giorni scorsi, infatti, si è diffuso un po’ di timore rispetto a quello che potrebbe succedere alla misura voluta dal Movimento 5 Stelle e introdotta dal primo Governo Conte; c’è chi si è detto sicuro del fatto che la visione politico-istituzionale di Mario Draghi sia contraria a qualsiasi forma di sussidio, mettendo quindi il Reddito di Cittadinanza in cima ai provvedimenti che potrebbero essere cancellati dal nuovo Governo. D’altronde non mancano coloro che vorrebbero la cancellazione di questa misura, come ad esempio Matteo Renzi e Carlo Bonomi, presidente di Confindustria.
Ebbene, il Movimento 5 Stelle ha deciso di appoggiare il nuovo Governo anche per opporsi a qualsiasi ipotesi di cancellazione di questa misura. E nell’incontro avuto con Matteo Draghi se ne è parlato, come tra l’altro confermato da Vito Crimi.
Vito Crimi (M5S): “Draghi è sensibile al Reddito di Cittadinanza”
Il Movimento 5 Stelle ha dato la propria disponibilità al sostegno di un eventuale Governo Draghi. Già questa è una notizia importante, in quanto inizialmente sembrava che il nome di Draghi non mettesse d’accordo i 5 Stelle, i quali subito dopo la rottura delle trattative per la formazione del Conte-ter hanno fatto quadrato intorno all’ex premier respingendo ogni ipotesi di alternativa.
Atteggiamento cambiato in appena 72 ore, con i pentastellati che adesso sono pronti ad entrare nella nuova maggioranza. Ma ad una condizione: che si parta dalla base che ha governato in quest’ultimo anno e mezzo, dove “forze della maggioranza hanno lavorato insieme ottenendo risultati importanti con esigenze e criticità reciproche, con capacità di mediazione, comprensione e tanta lealtà”.
Un Governo politico, e che veda il Movimento 5 Stelle al centro del progetto. E con la necessità di non indebolire il Reddito di Cittadinanza - come invece era stato richiesto da Renzi - misura che in questi mesi si è rivelata molto importante.
A tal proposito, Crimi ha dichiarato che Draghi si è dimostrato sensibile al tema del Reddito di Cittadinanza, smentendo quindi coloro che ritenevano che nell’agenda nel nuovo Premier ci fosse la cancellazione della misura, o comunque un ritorno al reddito di inclusione.
Reddito di Cittadinanza: cosa succederà?
Qualora il Movimento 5 Stelle dovesse stare nella nuova maggioranza, allora non dovrebbero esserci modifiche per la misura simbolo dei pentastellati. Semmai verranno ripresi tutti quei decreti attuativi ancora in archivio e ne verrà velocizzata l’approvazione, in modo da completare il progetto di riforma originario.
Poi bisognerà capire chi sarà il prossimo Ministro del Lavoro, il quale dovrà decidere in merito alla politica attiva collegata al Reddito di Cittadinanza. Per adesso tra i nomi più papabili ci sono Tito Boeri ed Enrico Giovannini (che Ministro del Lavoro lo è già stato) ed entrambi in diverse interviste hanno sottolineato l’importanza di investire in questo aspetto.
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