Il Reddito di Cittadinanza preso nel 2019 va indicato nell’ISEE

Antonio Cosenza

04/01/2021

Reddito di Cittadinanza: le mensilità percepite nel 2019 vanno indicate nell’ISEE. Ma non ci saranno conseguenze sull’importo del 2021, ecco perché.

Il Reddito di Cittadinanza preso nel 2019 va indicato nell’ISEE

Reddito di Cittadinanza: tutto pronto per il rinnovo dell’ISEE necessario per continuare a fruire della misura anche nel 2021. Niente di nuovo visto che anche lo scorso anno a gennaio è stato necessario rinnovare l’ISEE a gennaio per poter continuare a percepire il sostegno che altrimenti sarebbe stato sospeso.

A differenza di quanto successo nel 2020, però, quest’anno per molti beneficiari sarà la prima volta in cui andrà indicato anche il Reddito di Cittadinanza percepito nel 2019 nell’ISEE. Ricordiamo, infatti, che l’indicatore tiene conto di redditi e patrimoni percepiti nel 2019: questo significa che chi ha preso il Reddito di Cittadinanza nel 2019 (ricordiamo che questo è stato istituito nel marzo di quell’anno) dovrà indicarlo nell’ISEE.

A tal proposito ci si chiede se l’aver preso il Reddito di Cittadinanza nel 2019 possa compromettere la continuità dei pagamenti anche nel 2021. Ricordiamo, infatti, che qualora il nuovo ISEE dovesse certificare un superamento delle soglie indicate per fruire del Reddito di Cittadinanza ci sarebbe la decadenza immediata del beneficio il quale non verrebbe più pagato da febbraio 2021.

Proviamo a rispondere a questi dubbi facendo chiarezza sulla possibilità che il Reddito di Cittadinanza possa influire sull’ISEE 2021 compromettendo il regolare pagamento del beneficio.

Il Reddito di Cittadinanza percepito nel 2019 andrà indicato nell’ISEE

In questi giorni, i beneficiari del Reddito di Cittadinanza dovranno rilasciare la nuova DSU ai fini ISEE per continuare a percepire la misura ed evitare la sospensione dei pagamenti.

A tal proposito, coloro che anche nel 2019 hanno percepito anche una sola mensilità del RdC dovranno darne comunicazione ai fini ISEE. Anche se questa misura - come si legge chiaramente dall’articolo 3, comma IV del decreto 4/2019 poi convertito dalla legge 26/2019 con cui il RdC/PdC è stato istituito - “non fa reddito”, e quindi è esente dal pagamento dell’IRPEF, va comunque indicata nell’ISEE.

Si tiene conto del Reddito di Cittadinanza, quindi, per misurare il livello economico complessivo del nucleo familiare e valutare se questo ha diritto all’accesso a determinati bonus o prestazioni sociali agevolate.

La normativa vigente, ossia il DPR 159/2019, stabilisce infatti che ai fini ISEE vanno valutati anche i redditi esenti da IRPEF, quali ad esempio i “trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, comprese le carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche laddove non siano già inclusi nel reddito complessivo”. Anche il Reddito di Cittadinanza, quindi, andrà indicato nell’ISEE; ma questo non deve far temere per il futuro della misura.

Reddito di Cittadinanza: possibile decadenza a causa di quanto preso nel 2019?

Sul valore del nuovo ISEE, quindi, inciderà anche l’eventuale Reddito di Cittadinanza percepito nel 2019. Ed è per questo che l’indicatore potrebbe essere anche più alto rispetto a quello del 2020.

Ma attenzione: ciò potrebbe avere ripercussioni sulle altre prestazioni per il sostegno del reddito ma non sul Reddito di Cittadinanza. Come chiarito dalla normativa stessa, ai fini dell’accertamento dei requisiti per il diritto al beneficio l’ammontare del Reddito di Cittadinanza non deve essere considerato. Quindi, questo non andrà ad influire né sul diritto al beneficio né sull’importo dello stesso.

Iscriviti a Money.it