Reddito di Cittadinanza a stranieri senza requisiti: così milioni di euro volano all’estero

Antonio Cosenza

20/04/2021

Reddito di Cittadinanza: la Procura di Genova indaga su migliaia di stranieri. Per adesso sono 500 i furbetti accertati: hanno percepito il sostegno senza soddisfarne i requisiti, inviando poi i soldi all’estero.

Reddito di Cittadinanza a stranieri senza requisiti: così milioni di euro volano all’estero

Reddito di Cittadinanza, nuova maxi truffa: sembra che migliaia di stranieri lo abbiano percepito indebitamente per mesi, con milioni di euro “volati” all’estero.

Il bilancio del Reddito di Cittadinanza, due anni dopo dalla prima erogazione, è in chiaroscuro: bene il pagamento di un sostegno economico alle famiglie in difficoltà, specialmente durante la pandemia, ma tra le cose che non hanno funzionato ci sono sicuramente i controlli.

Partiti molto tardi, troppo macchinosi per poter far sì che tutti i “furbetti” del Reddito di Cittadinanza vengano scovati per tempo. Lo dimostra quanto successo a Genova, dove la Procura sta indagando sulla percezione indebita del Reddito di Cittadinanza da parte di un gruppo di stranieri che non soddisfano i requisiti indicati dalla normativa. Come riportato da La Verità, al momento sono 500 i casi accertati e non si esclude che ci possa essere una precisa regia.

Il problema è che non solo questi stranieri hanno percepito indebitamente il Reddito di Cittadinanza: si aggiunge il fatto che questi hanno poi inviato i soldi all’estero, togliendoli quindi dall’economia reale italiana. Insomma, oltre il danno la beffa.

Reddito di Cittadinanza a stranieri irregolari: com’è stato possibile

Il decreto 4/2019 riconosce anche agli stranieri la possibilità di percepire il Reddito di Cittadinanza, a patto che:

  • siano cittadini di Paesi facenti parte dell’Unione europea, ovvero suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
  • siano residenti in Italia per almeno 10 anni, di cui gli ultimi due, considerati al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, in modo continuativo.

Affinché uno straniero possa percepire il Reddito di Cittadinanza, quindi, è necessario che questo risulti residente per almeno 10 anni in Italia, di cui gli ultimi 2 anni in modo continuativo. E qui nasce il problema: al momento della domanda, infatti, sono gli stranieri stessi a dichiarare se possiedono o meno questo requisito, senza fornire alcuna documentazione valida per dimostrarlo.

Spetta ai successivi controlli valutare se quanto dichiarato risponde al vero, ma vista la mole dei beneficiari e la macchinosità degli accertamenti ci vuole tempo prima che questi vengano scoperti (e non è neppure detto che succeda).

Quanto sta succedendo a Genova lo dimostra: la Procura, infatti, ha individuato 500 immigrati che hanno chiesto e ottenuto il Reddito di Cittadinanza. E in molti casi si tratta di persone che hanno ancora la famiglia al Paese di origine e ne approfittano per inviare quanto ricevuto all’estero (almeno quella parte di importo che è possibile prelevare in contanti).

Un numero di persone che sembra destinato a salire: come spiegato da La Verità, la Guardia di Finanza sta vagliando migliaia di diverse posizioni e non è da escludere che tra questi ci siano altri stranieri che irregolarmente hanno percepito il Reddito di Cittadinanza. La portata di questa truffa sembrerebbe essere di “diversi milioni di euro” se si tiene conto di tutti gli stranieri che dal 2019 hanno beneficiato del sostegno pur non avendone di fatto diritto.

Per quanto riguarda Genova i pm temono che possa esserci la regia di qualche centro di assistenza fiscale della città: si sta indagando proprio in questa direzione, così da valutare se l’irregolarità sia stata in qualche modo “suggerita”.

Reddito di Cittadinanza agli stranieri: servono più controlli

Approfittiamo di quanto successo a Genova per ribadire l’importanza dei controlli per il Reddito di Cittadinanza. E non solo per gli stranieri: sono ancora molti, infatti, gli italiani “furbetti” che nell’autodichiarazione omettono dei dati che altrimenti avrebbero comportato il non riconoscimento del beneficio. Senza parlare poi di chi prende il Reddito di Cittadinanza e lavora in nero.

Il problema è al momento della domanda: permettere l’autodichiarazione espone al rischio concreto di truffe, visto che qualsiasi informazione dovrà essere poi verificata in un secondo momento. E se in alcuni casi il controllo è semplice, vista la possibilità dell’Inps di accedere a diverse banche dati, in molti altri non è così.

Il legislatore ha scelto quindi la via dei controlli ex post, ma questo sistema non sembra aver funzionato in questi mesi. Anche perché si tratta di soldi che comunque lo Stato eroga e non è detto che dopo aver scovato i furbetti riesca a farsi restituire quanto da questi indebitamente percepito.

Sarebbe stato meglio, quindi, prevedere una procedura più controllata già dal primo momento per evitare che fatti come quello di Genova non si verificassero, i quali contribuiscono solamente a minare la credibilità di una misura che se funzionasse come dovrebbe avrebbe davvero motivo di esistere.

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