Reddito di cittadinanza: può rifiutare il lavoro chi è senza green pass?

Simone Micocci

12/10/2021

Reddito di cittadinanza e green pass, dubbi sull’applicazione della normativa. Cosa rischia chi rifiuta un lavoro perché sprovvisto di certificazione verde?

Reddito di cittadinanza: può rifiutare il lavoro chi è senza green pass?

In questi mesi si è discusso tanto dell’occupabilità dei percettori del reddito di cittadinanza; se ne parlerà ancora di più nelle prossime settimane. Con l’entrata in vigore del decreto green pass che rende obbligatoria la certificazione su tutti i posti di lavoro, infatti, molti di coloro che prendono il reddito di cittadinanza non saranno occupabili non solo per mancanza di titoli di studio o competenze, ma proprio perché non in regola con quanto previsto dalla normativa.

Una situazione che effettivamente ha del paradossale: per questi beneficiari il reddito di cittadinanza potrebbe essere d’ora in avanti una sola misura assistenziale, con zero possibilità di trovare un impiego.

Ed è per questo motivo che il Codacons ha chiesto che il green pass diventi obbligatorio anche per chi percepisce il reddito di cittadinanza, così da far valere per questi gli stessi obblighi di coloro che hanno un regolare posto di lavoro, i quali dal fine settimana dovranno restare a casa se sprovvisti di certificazione verde.

Green pass e reddito di cittadinanza: i dubbi interpretativi

Secondo i dati aggiornati, oltre 1 milione degli attuali percettori del reddito di cittadinanza è occupabile, e dunque sta prendendo parte alle varie fasi della politica attiva allegata alla misura. Di questi, però, ce ne sono circa 170 mila che non essendo vaccinati sono sprovvisti di green pass, a meno che ovviamente questi non siano disposti a sottoporsi continuamente a tampone e accettare così un lavoro qualora venga proposto.

E per chi non fosse disposto? Oggi la legge che ha istituito il reddito di cittadinanza, decreto 4/2019 poi convertito dalla legge 26/2019, non contempla - ovviamente - una tale situazione.

Nel provvedimento si parla effettivamente di rifiuto dell’offerta di lavoro congrua, al quale segue l’applicazione di diverse sanzioni. Nel dettaglio, per coloro che sono già nel secondo periodo di fruizione, ossia la maggior parte degli attuali beneficiari, al rifiuto della prima offerta di lavoro congrua scatta la sanzione della decadenza, con l’impossibilità di presentare una nuova domanda per i successivi 18 mesi (che si riducono a 6 per i nuclei familiari dove ci sono minori o disabili gravi).

La domanda è: rifiutare un’offerta di lavoro perché non si ha il green pass e non ci si vuole né vaccinare né sottoporre continuamente a tampone, rientra nella casistica sanzionata dalla legge? Proprio perché la normativa non è chiara a riguardo, non possiamo affermarlo con certezza.

Una sanzione di questo tipo sarebbe facilmente oggetto di ricorso e in tal caso sarebbero i giudici a valutare se non avere il green pass, e dunque non poter accettare un’eventuale offerta di lavoro, rientra effettivamente tra le casistiche che fanno venir meno il diritto alla misura. D’altronde, il beneficiario del reddito di cittadinanza potrebbe dimostrare che da parte sua c’era tutto l’interesse di accettare l’offerta, ma di non averlo potuto fare per l’impossibilità di rispettare le norme di legge.

E così come per i lavoratori senza green pass, per i quali scatta l’assenza ingiustificata e non retribuita ma non è possibile procedere con altre sanzioni, lo stesso potrebbe valere per chi prende il reddito di cittadinanza: questi dovranno rinunciare alla possibilità di andare a lavorare, ma allo stesso tempo non dovrebbero esserci altre sanzioni.

Ma ripetiamo: la legge in tal senso non è chiara, quindi molto dipende - eventualmente - dall’interpretazione che verrà data dalla gurisprudenza.

Cosa succede a coloro che accettano il lavoro?

Discorso differente per chi, invece, accetta un lavoro proposto, magari per mettersi al riparo da eventuali sanzioni. Prendiamo come esempio Tizio, non vaccinato e percettore del reddito di cittadinanza, che si sottopone a tampone e quindi ottiene la certificazione verde giusto per il tempo necessario per accettare un’offerta di lavoro.

Questo rifiuta poi di sottoporsi ad altri tamponi e dunque il green pass scade. Non potrà più presentarsi a lavoro e l’assenza non verrà retribuita: di fatto, nel comunicare il reddito percepito da tale attività, verrà indicata una cifra vicino allo zero e quindi il reddito di cittadinanza continua a essere riconosciuto per intero.

Sembra essere questa una vera e propria scappatoia per quei beneficiari del reddito di cittadinanza che non vogliono rischiare una sanzione per rifiuto dell’offerta del lavoro. Un problema che di fatto potrebbe riguardare fino a 170 mila persone, per il quale però sembrano mancare le soluzioni.

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