Reddito di Cittadinanza: 10 modifiche necessarie per migliorarlo

Giorgia Bonamoneta

09/11/2021

Finiti i lavori della Commissione sul Reddito di Cittadinanza guidata da Chiara Saraceno. Ecco le 10 proposte trovate dagli esperti per migliorare lo strumento.

Reddito di Cittadinanza: 10 modifiche necessarie per migliorarlo

Il Reddito di Cittadinanza avrà una nuova veste? Secondo Chiara Saraceno, a capo del tavolo di discussione sullo strumento, ci sono ampi margini di miglioramento.

Il Reddito di Cittadinanza, come abbiamo già discusso in passato, può essere considerato più uno strumento contro la povertà che un sostegno per il rientro nel mondo del lavoro di persone occupabili. La definizione in sé potrebbe non avere importanza, dopotutto si sentiva il bisogno di uno strumento simile. Ma, c’è sempre un ma, il Reddito di Cittadinanza come era stato strutturato non ha davvero funzionato e per questo è stato fortemente ostacolato.

Nella Legge di Bilancio il RdC è stato ristrutturato e lucidato, ma non ha davvero cambiato forma e, sotto alcuni aspetti, è diventato più rigido. Il taglio di 5 euro ogni mese, per esempio o meno occasioni di rifiutare un lavoro, anche se questo vuol dire spostare tutto il nucleo famigliare. Proposte forse fallimentari che, a quanto si evince dalle 10 modifiche necessarie secondo la sociologa Chiara Saraceno, potrebbero essere modificate.

Il Comitato Tecnico ha parlato: il Reddito di Cittadinanza deve essere migliorato

Dopo mesi di discussione la Commissione, guidata dalla sociologa Chiara Saraceno, ha parlato: il Reddito di Cittadinanza deve essere migliorato e per farlo hanno messo insieme 10 proposte significative per la misura.

In linea generale queste proposte hanno come obiettivo quello di rendere il RdC può equo per chi ne usufruisce o potrebbe usufruirne. Inoltre, tra le possibili migliorie, non potevano mancare proposte per il rientro a lavoro, con una maggiore attenzione sulle aziende.

Reddito di Cittadinanza: le 10 proposte per migliorarlo

Chiara Saraceno, intervistata in merito al Reddito di Cittadinanza, si è sempre espressa a favore della misura, in una chiave di lettura non tanto di rientro nel mondo del lavoro, quanto di sostegno alla povertà. In altri Paesi l’avremmo chiamato reddito di base universale, ma il RdC è altro e come tale va trattato.

Gli scogli più grandi da superare, secondo Saraceno, sono quelli che “riguardano la discriminazione nei confronti delle famiglie numerose con figli minori e nei confronti degli stranieri”. Ma non sono gli unici. Di seguito sono descritte le 10 modifiche per migliorare il Reddito di Cittadinanza secondo una Commissione di esperti. Tra i nomi, oltre i rappresentanti di ANPAL, INAPP, INPS anche la prof.ssa Paola Bozzao, il prof. Andrea Ciarini, la dott.ssa Nunzia De Capite, il prof. Maurizio Franzini e il prof. Cristiano Gori.

1. Tempo di residenza per i cittadini stranieri

Uno degli scogli da scavalcare, come aveva detto Saraceno, era proprio il requisito di residenza per gli stranieri. Questo, secondo la proposta, andrebbe abbassato da 10 a 5 anni. In questo modo sarebbero incluse 68 mila famiglie.

2. Una nuova scala di accesso

Di limiti architettonici il RdC soffre parecchio, ma in questo caso si tratta proprio di una soglia d’accesso che “non ha alcuna base nella letteratura scientifica e non viene impiegata in nessun altro Paese europeo”, scrive la Commissione.

La scala utilizzata fino a oggi penalizza le famiglie numerose, facendo distinzione tra figli minorenni e maggiorenni, ma soprattutto favorisce nuclei di soli adulti o single. Anche per questo una delle proposte è di eliminare la possibilità che il RdC possa decadere per tutti i membri della famiglia, ma appunto solo per il singolo componente.

3. Il contributo per l’affitto

Il contributo per l’affitto, per tutti, è pari a 280 euro al mese. Sia che uno sia single in un monolocale, sia che la famiglia conti più di 4 persone e abbia bisogno di almeno due stanze da letto. Insomma, la disparità di trattamento in questo caso mette in condizione di discriminazione le famiglie numerose.

Questa proposta aumenterebbe il costo del Reddito di Cittadinanza, ma permetterebbe una giusta locazione per le famiglie, troppo spesso costrette in appartamenti piccoli.

4. Evitare la penalizzazione di chi lavora

Conviene lavorare se l’80% dell’incremento del reddito da lavoro abbatte l’assegno di Rdc? La Commissione ha proposto di far pesare il nuovo reddito da lavoro solo per il 60% sull’assegno di Rdc, senza limiti di tempo, ma fino al raggiungimento della soglia attuale di reddito esente da Irpef (pari a 8.174 euro per i lavoratori dipendenti e 4.800 euro per gli autonomi).

5. Un patrimonio flessibile

La proposta è di alzare a 10 mila euro il limite del patrimonio mobiliare, considerando la quota di 4.000 euro come “non liquidabile” e di calcolare il Rdc come differenza tra il livello massimo di Rdc ottenibile e la parte di risparmi “liquidabili” (al massimo 6 mila euro annui, da dividere per 12).

6. Eliminare l’obbligo di Dichiarazione d’immediata disponibilità al lavoro

Tutti i beneficiari entro 30 giorni dal riconoscimento del Rdc devono presentare la Did (Dichiarazione d’immediata disponibilità al lavoro), anche se poi effettivamente non possono essere considerati occupabili.

Questo, dice la Commissione, confonde il beneficiario e non permette di capire verso quale istituto, se un Centro per l’impiego o i Servizii sociali, deve muoversi. La Commissione quindi propone di richiedere la Did solo a chi viene indirizzato ai Centri per l’impiego.

7. Ridefinire i criteri del lavoro congruo

I beneficiari di Rdc, se occupabili, spesso non sono molto qualificati o non sono aggiornati nelle mansioni di cui hanno fatto esperienza in passato.

La Commissione in questo caso propone di considerare nelle offerte di lavoro anche contratti con durata inferiore a tre mesi, per incoraggiare le persone a fare esperienze di lavori diversi.

Ma soprattutto si propone di eliminare il passaggio che prevede di accettare qualsiasi offerta di lavoro, anche molto distante dal luogo di nascita o residenza.

8. Incentivi alle imprese per assumere

Per poter rientrare nel mondo del lavoro, servirebbero anche proposte di lavoro. Bisogna invogliare le aziende con incentivi in forma di decontribuzione, dice la Commissione, anche per contratti part-time o contratti a tempo determinato.

9. Rafforzare Patti per l’inclusione e Puc

Fino a oggi solo il 38% delle famiglie con il Rdc indirizzate ai servizi sociali (447 mila) hanno avviato la presa in carico. E solo il 39% dei Comuni ha disposto almeno un Puc.

La Commissione vuole invece rafforzare l’organico dei servizi sociali e comunali, oltre a inserire i Puc nei Patti per il lavoro o per l’inclusione.

10. Meno vincoli sulla spesa per la carta gialla

I vincolo sulle spese possibili della carta limitano la libertà delle persone”, dice la Commissione. Si propone così di abolire il vincolo di spendere tutti i soldi nel mese in corso, per permettere ai beneficiari di risparmiare in vista di future spese.

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