Reddito di cittadinanza: arriva il sequestro della carta. Ecco chi rischia

Teresa Maddonni

11 Febbraio 2020 - 09:44

Il sequestro della carta del reddito di cittadinanza in maniera preventiva è stato considerato lecito da una sentenza della Cassazione del 10 febbraio. Vediamo chi rischia.

Reddito di cittadinanza: arriva il sequestro della carta. Ecco chi rischia

Per il reddito di cittadinanza arriva il sequestro della carta rilasciata dalle Poste Italiane, un sequestro che possiamo definire preventivo.

A stabilirlo è stata una sentenza della Cassazione (n. 5290) del 10 febbraio 2020 che punisce chi ha fatto il furbo ancor prima dell’eventuale termine del procedimento penale.

A oggi i controlli della Guardia di Finanza, di concerto con INPS, Agenzia delle Entrate e Ispettorato del Lavoro hanno permesso di scovare molti beneficiari che indebitamente percepivano il reddito di cittadinanza.

Beneficiari che avevano omesso informazioni sul patrimonio o altro in fase di presentazione della domanda o con comunicazione successiva, dediti ad attività illecite o lavoro nero.

Da inizio anno le Fiamme Gialle hanno avviato un’altra serie di controlli per chi percepisce il reddito di cittadinanza e anche per alcune aziende a questi collegati.

La Cassazione nella sentenza che ha riguardato un percettore del reddito di cittadinanza ha stabilito il sequestro preventivo della carta del Rdc. Vediamo sulla base della pronuncia della Corte chi rischia.

Reddito di cittadinanza e sequestro della carta: ecco chi rischia

Il reddito di cittadinanza ha delle regole molto ferree e chi non le rispetta, anche se solo sospettato, ottiene il sequestro della carta. Ma nello specifico chi rischia? A stabilire il sequestro della carta una sentenza della Cassazione che stabilisce la chiusura dei rubinetti del reddito di cittadinanza anche prima del procedimento penale stesso.

Il sequestro non riguarda solo le persone che percepiscono il reddito di cittadinanza e che lavorano in nero o commettono atti illeciti pur usufruendo della prestazione, ma anche chi ha omesso o ha dimenticato di aggiornare le informazioni sulla situazione di reddito e patrimonio anche quando questo non superi i 9.360 euro annui, il limite massimo consentito per ottenere la prestazione. Il sequestro può avvenire anche prima dell’accertamento.

La Cassazione si è espressa sul sequestro della carta del reddito di cittadinanza preventivo in merito proprio a un caso di omissione, simile a quello che abbiamo appena descritto.

Un percettore del reddito di cittadinanza ha continuato a lavorare in un laboratorio di pasticceria per 180 euro settimanali e con contratto semestrale.

Pur non superando il limite dei 9.360 euro annui, come la difesa dell’imputato ha sottolineato, il beneficiario del reddito di cittadinanza ha omesso di comunicare, come d’obbligo, all’INPS la variazione della sua situazione economica.

La Cassazione ha così sentenziato in merito che

“il sequestro preventivo della carta reddito di cittadinanza, nel caso di false indicazioni od omissioni di informazioni dovute, anche parziali, da parte del richiedente, può essere disposto anche indipendentemente dall’accertamento dell’effettiva sussistenza delle condizioni per l’ammissione al beneficio”.

La Corte infatti ha precisato che “non può essere lasciata al cittadino beneficiario la scelta su cosa comunicare e cosa omettere”.

Il beneficiario del reddito di cittadinanza in questione è stato scoperto a seguito di appostamenti dei carabinieri. Il sequestro della carta del reddito di cittadinanza è così lecito anche se non si superano i limiti di reddito per ottenere il reddito di cittadinanza, ma basta l’omissione della comunicazione stessa.

Reddito di cittadinanza: cosa si rischia con omissione informazioni

Per il reddito di cittadinanza si può disporre quello che è il sequestro preventivo della carta rilasciata da Poste Italiane e ricaricata mensilmente, anche quando si omettono informazioni dovute, anche parziali.

Il beneficiario del reddito di cittadinanza che omette informazioni nella domanda all’INPS o manca di comunicare aggiornamenti che comunque eventualmente gli permetterebbero di continuare a percepire il sussidio cosa rischia?

  • Pena detentiva da 2 a 6 anni utilizzo di dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere e omissioni informazioni dovute in fase di presentazione della domanda;
  • Reclusione in carcere da 1 a 3 anni per mancata comunicazione della variazione della situazione del patrimonio anche se proveniente da attività irregolari dopo che il reddito di cittadinanza è stato percepito.

Questo ultimo è il caso che abbiamo sopra analizzato. Casi di questo tipo fanno scattare il sequestro preventivo della carta del reddito di cittadinanza.

In caso di condanna in via definitiva si dispone la decadenza del reddito di cittadinanza anche retroattiva con la restituzione di quanto percepito indebitamente.

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