Il referendum della Grecia preannuncia la vittoria del No. Le previsioni sull’apertura dei mercati di lunedì e le prime voci dell’Europa. Domani l’incontro Merkel-Hollande all’Eliseo.
Il fronte del No sembrerebbe in netta avanzata per l’esito del referendum che si è concluso alle 19 (18 ora italiana) in Grecia.
Secondo i primi dati ufficiali diffusi dal ministero dell’Interno greco: il No sarebbe in vantaggio con il 60,6%.
Il No significherebbe il rifiuto dell’elettorato greco dell’ultimo piano di salvataggio e dell’austerità previsti dalla proposta dei creditori Ue.
Per il No si è schierata Syriza, la coalizione della sinistra radicale, del premier Alexis Tsipras, e la destra nazionale di Anel, che è al governo, oltre ai neonazisti di Alba Dorata. No all’austerità, no all’euro, no ai “falchi” che guidano l’economia internazionale. Ma forse il vero presentimento è che i significati del No siano molteplici. Anche premi Nobel per l’economia internazionale come Krugman e Stiglitz si sarebbero schierati dalla parte del No, sostenendo la Grecia e la sua opportunità di far vivere la democrazia dopo ben quarant’anni dall’ultima consultazione popolare che l’aveva chiamata a scegliere tra dittatura militare e repubblica parlamentare. Il No sarebbe questa volta alla dittatura dei falchi d’Europa: Bruxelles, Francoforte e Angela Merkel che si è subito pronunciata contro Tsipras e la sua ideologia politica dopo la chiusura delle urne.
Rinegoziare di nuovo dentro un’Europa deficitaria di democrazia sotto il profilo decisionale, ma che teme molto la famigerata Grexit è dunque il terreno ignoto verso cui ci si avventurerà da lunedì. Al momento nessun Eurogruppo è stato convocato, ma confermato attraverso un comunicato dell’Eliseo, un incontro tra Merkel e Hollande per definire una linea comune per la trattativa rimessa sul tavolo dalla Grecia del No.
La scelta di Atene: vicini al risultato finale
L’affluenza è stata di circa il 65% degli aventi diritto al voto. Lo hanno riferito le autorità elettorali greche, confermando la valida della consultazione contro il quorum richiesto del 40%.
La Grecia è stata chiamata a rispondere al quesito
Si deve accettare la bozza di accordo presentata da Commissione europea, Bce ed Fmi all’Eurogruppo del 25 giugno e che consiste di due parti? Il primo documento è intitolato ’Riforme per il completamento dell’attuale programma e oltre’ ed il secondo ’Analisi preliminare sulla sostenibilità del debito?
Il No sarebbe in vantaggio con il 60% mentre il Sì quoterebbe al 40,4%.
La scelta di Atene: previsioni apertura dei mercati -Goldaman Sachs
Goldman Sach riporta e analizza i possibili impatti sui mercati azionari e sugli spread.
Secondo il colosso americano la vittoria del No alle urne e il lento riallinearsi della Grecia nell’equilibrio geopolitico europeo e internazionale, influenzerebbero pesantemente i mercati finanziari.
Gli effetti sui mercati saranno:
- un allargamento degli spread a quota 200-250 punti base (con il rendimento del Btp decennale italiano visto al 3%);
- un ribasso dell’Eurostoxx 50 sull’ azionario che scenderebbe a 3.150 punti; tuttavia il ribasso sarebbe temporaneo perché la Bce interverrebbe spingendo gli investitori a concentrarsi sul miglioramento dei fondamentali nel medio termine.
Come dichiarano gli analisti nel report della Goldman Sachs:Gli investitori probabilmente anticiperanno un cambiamento politico, seguito da aggiustamenti fiscali e strutturali e un’ulteriore ristrutturazione del debito pubblico. Tuttavia, ci vorrà tempo prima che questo si concretizzi, e i prezzi potrebbero rimanere volatili.
La scelta di Atene: previsioni apertura dei mercati-Barclays
Secondo uno studio condotto per Barclays Research dalla società Qualtric tra la clientela della banca britannica, la vittoria del No al referendum, penalizzerebbe per il prossimo trimestre:
- i titoli di Stato della periferia dell’Eurozona (27%),
- l’azionariato bancario europeo(20%)
- in generale i mercati azionari europei (19%).
I Bund tedeschi e i titoli societari ad alto rendimento, non sarebbero svantaggiati.
Tuttavia, quest’ultima stima troverebbe il disaccordo del numero uno della Bundesbank, che avrebbe dichiarato l’“insostenibilità delle conseguenze del No per le finanze tedesche”.
La scelta di Atene: un No preannunciato
Già dalle prime ore del pomeriggio il fronte del No aveva preannunciato la sua netta avanzata sul Si.
I bookmaker inglesi hanno rivelato nel primo pomeriggio come le quote per la vittoria del No stavano risalendo, seppur lentamente, rispendo al Si.
Poco dopo delle 18, chiusura dei seggi, il Financial Times stimava un netto vantaggio del no alle urne greche seppur indicando un intervallo abbastanza ampio del 51-56%. Nel frattempo, in una riunione con i propri parlamentari, Angela Merkel ribadiva aspramente che Tsipras va ad occhi aperti contro un muro, manifestando con fermezza il suo dissenso per il risultato che il premier greco si accinge a portare a casa. Immediata la reazione del ministro greco Varoufakis, che abbandonando la sua volontà a dimettersi (l’avrebbe fatto solo se avesse vinto il Si), si è subito dichiarato pronto a richiedere nuova liquidità a Francoforte per le le banche greche.
Nel frattempo un comunicato dell’Eliseo poco dopo la chiusura dei seggi ha diffuso la necessità dell’incontro tra Angela Merkel e Francoise Hollande per rivedere le posizioni sui negoziati con Atene. Posizioni antitetiche vista la fermezza e il dissenso ideologico della Merkel e la linea più soft adottata dalla Francia di Hollande supportata da Benoit Coure direttamente dal board di Francoforte.
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