Regno Unito e Italia: contagi, morti e ricoveri Covid a confronto. I numeri non tornano

Alessandro Cipolla

27/12/2021

Il Regno Unito ha molti più casi Covid dell’Italia ma meno persone ricoverate e un numero simile di morti: nel nostro Paese di conseguenza le persone positive attualmente potrebbero essere molte di più.

Regno Unito e Italia: contagi, morti e ricoveri Covid a confronto. I numeri non tornano

Se mettiamo a confronto i recenti dati Covid del Regno Unito con quelli dell’Italia relativi ai nuovi casi, alle ospedalizzazioni e ai decessi, c’è qualcosa che non torna nei numeri snocciolati dalle rispettive Autorità sanitarie.

A fronte di un numero praticamente doppio di nuovi casi che quotidianamente vengono riscontrati Oltremanica, l’Italia ha un numero quasi uguale di morti e una ospedalizzazione addirittura superiore rispetto al Regno Unito.

Prendendo in considerazione i vaccini invece noi abbiamo un tasso superiore per quanto riguarda la popolazione con la doppia dose (75 contro 70%), ma i sudditi di Sua Maestà sono più avanti con le terze dosi (47 contro 29%).

Cosa vuol dire questo? Probabilmente quello che il professor Andrea Crisanti va ripetendo da tempo: da noi il numero reale delle persone attualmente positive al Covid potrebbe essere molto superiore rispetto ai dati ufficiali, con il Governo che ha sbagliato nel partire in ritardo con le terze dosi.

Per il popolare virologo infatti “i tamponi rapidi sottostimano, hanno una sensibilità che a seconda dell’operatore e del test utilizzato va dal 50 al 70%, quindi dà fino al 50% di falsi negativi”.

Covid: il confronto tra Italia e Regno Unito

Nonostante il forte aumento dei contagi, nel Regno Unito si stima che attualmente ci siano 2 milioni di persone positive (una su dieci tra gli abitanti di Londra), Boris Johnson finora sostanzialmente ha respinto ogni assalto da parte di chi chiedeva l’adozione di misure restrittive.

Per intenderci Oltremanica al momento non si devono seguire le logiche del distanziamento sociale, niente mascherine all’aperto e il green pass lo conoscono solo per sentito dire. Nelle scorse ore Scozia, Irlanda del Nord e Galles in maniera autonoma hanno deliberato per una stretta con Downing Street che, visti anche i sondaggi horror per Boris Johnson, alla fine potrebbe cedere emanando un giro di vite per pub e discoteche in vista del Capodanno.

Il Regno Unito nel bollettino del 23 dicembre ha fatto registrare il record di 123.000 contagi in 24 ore. La media dei nuovi casi giornalieri la scorsa settimana è stata di 96.000, un numero mai raggiunto nel Vecchio Continente da quando è scoppiata la pandemia.

Al tempo stesso nella settimana di Natale c’è stata una media di 112 morti al giorno, con il picco che è stato toccato il 21 dicembre quando i decessi accertati a causa del Covid sono stati 173. Circa un mese prima il 23 novembre le persone decedute invece sono state 165.

Se guardiamo l’ultimo report governativo sulla situazione ospedaliera, si può notare come al 21 dicembre le persone ricoverate erano 6.902. Un numero non molto più alto rispetto alle 6.322 del 21 novembre, prima che venisse scoperta la variante Omicron.

In pratica nell’ultimo mese nel Regno Unito a fronte di una forte impennata dei contagi dovuta in buona parte alla diffusione della variante Omicron, i decessi e i ricoveri hanno fatto registrare solo un lieve aumento. La situazione sanitaria al momento viene così definita Oltremanica come sotto controllo.

In Italia invece lo scorso 23 dicembre abbiamo avuto 168 morti, attualmente ci sono 9.700 persone ricoverate e il record dei nuovi casi in un giorno lo abbiamo avuto il 25 dicembre con 54.000 contagi riscontrati.

Roma così ha meno della metà dei casi giornalieri di Londra, un numero di morti simile e più persone ricoverate negli ospedali. Il paradosso è evidente e spiegabile con il fatto che, con ogni probabilità, al momento i contagiati in Italia siano un numero molto maggiore rispetto a quelli ufficiali.

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