Regno Unito: la Brexit fa bene. PMI manifatturiero ai massimi di 9 mesi

Luca Secondino

01/09/2016

Per la Gran Bretagna continua l’effetto Brexit: indice Pmi di agosto balza a 53,3 punti tra i più forti degli ultimi anni.

Regno Unito: la Brexit fa bene. PMI manifatturiero ai massimi di 9 mesi

Gran Bretagna: l’indice PMI manifatturiero vola a 53,3 punti e porta buone notizie per l’economia del Regno Unito dopo la Brexit. Il settore manifatturiero registra una crescita dopo il calo post referendum a livelli record di novembre 2015.

All’indomani dell’incontro a Chequers, dove la premier Theresa May ha dichiarato di voler rendere la Brexit un successo, e che il governo si impegnerà a cogliere tutte le opportunità dall’uscita dall’Unione europea, è arrivato un segnale importante dell’effetto Brexit, che finora sembra aver avuto un impatto negativo sull’economia britannica.

Ad agosto l’attività manifatturiera nel Regno Unito ha dato evidenti segnali di ripresa dopo il calo fisiologico nel mese di luglio dovuto all’uscita dall’UE. Una spinta è arrivata dalle esportazioni, alimentate dal deprezzamento della sterlina seguito al voto per l’uscita del paese dall’Unione europea.

Tra le aziende britanniche c’è ottimismo, anche se l’inflazione non si arresta. Andamento diverso nel resto d’Europa dove, specialmente in Italia e Francia, l’indice è sotto la soglia della crescita, mentre in Germania resta stabile.

Manifatturiero in crescita in Gran Bretagna: indice PMI ai massimi livelli

Segnali di ripresa per l’economia britannica dopo la Brexit: il settore manifatturiero è in crescita oltre le aspettative.

La pubblicazione di questa mattina dell’indice PMI di agosto segna una crescita di oltre 5 punti nel settore manifatturiero, diretta conseguenza del crollo della sterlina a seguito del referendum del 23 giugno scorso, che ha favorito l’export made in UK.

Dai 48,3 di luglio, il settore manifatturiero britannico è salito a 53,3 punti, segnando il balzo più forte degli ultimi anni. Si tratta di un risultato oltre le aspettative degli economisti, che avevano previsto un valore a 49 punti, dunque ancora in una fase di contrazione.

Le aziende britanniche hanno segnalato il recupero degli affari posticipati o interrotti in luglio, e i clienti si sentono più sicuri. Il risultato di agosto lascia pensare che il tasso di cambio più debole e le recenti decisioni di politica economica sono riusciti a evitare la crisi.

Diversamente dalla crescita di Paesi come Austria (52,1), Irlanda (51,7) Spagna (51), quella del Regno Unito è arrivata inaspettata e favorita dal deprezzamento della sterlina. In generale il trend dell’Eurozona è sceso a 51,7 punti dai 52 di luglio, soprattutto a causa della contrazione di Italia e Francia (la più grave).

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