Oltre al Recovery Fund e MES lo scontro tra Renzi e Conte continua sui servizi segreti e la cybersecurity. La situazione.
In attesa dell’incontro previsto a Palazzo Chigi per la verifica di Governo, continua lo scontro a distanza tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte. Il fondatore di Italia Viva, dopo aver dato buca al presidente del Consiglio, ha rilasciato nella giornata di ieri diverse dichiarazioni pubbliche, ponendo tre condizioni per non aprire la crisi.
Renzi ha più volte affermato negli ultimi giorni di essere pronto a levare l’appoggio all’esecutivo non solo in materia di Recovery Plan e MES, sui quali si concentra gran parte del dibattito pubblico, ma anche sulla questione dei servizi segreti.
Rispetto a questo argomento trattato anche nell’intervento al Senato dello scorso 9 dicembre, Renzi si sta opponendo in particolare alla creazione dell’Istituto italiano di cybersicurezza.
Renzi contro Conte su cybersecurity e servizi segreti
L’Iic era stato ideato da Paolo Gentiloni nel 2017 con l’obiettivo di mettere a disposizione del Paese nuove competenze, da una parte nel campo della cybersicurezza e della protezione informatica, dall’altra nello sviluppo di nuove tecnologie.
Quindi, il ruolo dell’Istituto sarebbe di essere allo stesso tempo il controllore e il promotore dell’Italia rispetto a materie tecnologiche e scientifiche.
Conte avrebbe cercato di inserire nella manovra la fase di avvio per l’istituzione dell’ente, prevedendo inizialmente l’erogazione di 240 milioni di euro fino al 2025 e, in una seconda occasione, abbassando il budget a 10 milioni di euro per il 2021.
Dopo questi tentativi bloccati da Italia Viva, ma anche dal Partito Democratico, la questione dei fondi per il Centro nazionale di ricerca e sviluppo in cybersecurity, come anche viene chiamato, è al momento sparita dal tavolo.
La creazione dell’Istituto italiano di cybersicurezza
Ciononostante non si sono placate le polemiche sulla nascita dell’Istituto, il quale all’inizio avrebbe uno statuto da fondazione privata con a capo lo stesso Conte.
Insieme al premier, gli altri fondatori sarebbero il Comitato interministeriale per la Sicurezza della Repubblica (Cisr) e il ministro dell’Università e ricerca.
A supervisionare l’azione sarebbe, invece, il Dipartimento informazioni per la sicurezza (DIS), diretto da Gennaro Vecchione, stretto collaboratore dell’inquilino di Palazzo Chigi.
I dubbi sollevati principalmente da Renzi, e in seconda battuta da Zingaretti, riguardano quindi il timore che con questa mosse Conte riuscirebbe ad accentrare nelle sue mani una consistente fetta dei servizi di intelligence italiana, gestendo in solitaria la partita delle nomine.
Polemiche anche da PD e Movimento 5 Stelle
Il Movimento 5 Stelle, il quale si è espresso in maniera favorevole alla costituzione dell’Iic, è contrario ad alcune funzioni che questo potrà avere, tra cui ricevere finanziamenti da parte di soggetti privati e siglare autonomamente contratti con essi.
Intanto anche il Copasir, Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, presieduto da Raffaele Volpi della Lega, ha espresso il proprio disaccordo sulla mossa di Conte che potrebbe portare a uno sbilanciamento dei poteri.
A questo punto si aspettano i prossimi step per la creazione di quella che secondo molti sarebbe un’istituzione fondamentale del Paese, ma che rischia di non vedere la luce a causa di interessi personalistici espressi da tutte le parti coinvolte.
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