Matteo Renzi torna a incalzare il premier Giuseppe Conte sul tema del MES, annunciando la libertà di scelta di Italia Viva al referendum sul taglio dei parlamentari e tornando a parlare di un possibile governo Draghi.
Torna a picconare Matteo Renzi, che con un’intervista a La Repubblica non ha risparmiato stilettate a Giuseppe Conte e soprattutto al Movimento 5 Stelle, premier e alleati di un governo che proprio lui un anno fa ha fortemente voluto.
“Ho mandato a casa Salvini perché non volevo morire leghista, ma certo non voglio vivere grillino o giustizialista - ha sottolineato il leader di Italia Viva - in Liguria, a Sassari, a Pomigliano stanno insieme su una piattaforma filogrillina, noi corriamo da soli. Meglio soli che male accompagnati”.
Ma la stoccata maggiore arriva sul tema del MES, con Renzi che ha ripreso la sua opera di pressing nei confronti di Palazzo Chigi nel chiedere che l’Italia possa beneficiare al più presto dei fondi messi a disposizione dall’Europa.
“Credo che Conte debba battere un colpo - ha specificato l’ex sindaco di Firenze in merito al MES - Dire no al fondo è un suicidio per un Paese indebitato. Che stiamo aspettando?”.
Per Renzi “dal MES capiremo che vuol fare Conte da grande”, visto che “se chiede il MES significa che vuole guidare l’Italia, se non chiede il MES significa che vuole guidare solo i grillini, a lui la scelta”.
Renzi apre a un governo Draghi
Matteo Renzi però nella sua intervista non si è limitato soltanto a tornare a spingere per il MES, ma ha mandato anche un preciso avvertimento a Giuseppe Conte in merito a un possibile governo istituzionale.
“Da ottobre iniziano tempi durissimi - ha specificato l’ex premier sempre a La Repubblica - O c’è un esecutivo politico forte, come spero, o si farà strada l’ipotesi di un governo tecnico o di unità nazionale”.
Il leader di Italia Viva ha così parlato del nome di Mario Draghi come “quello più credibile, una riserva della Repubblica”, ma al momento “eviterei però di tirarlo per la giacchetta, non adesso almeno”.
Infine per quanto riguarda il referendum sul taglio dei parlamentari, Matteo Renzi intende lasciare “ libertà di voto ” per quanto riguarda il suo partito, specificando di non condividere “chi parla di attacco alla democrazia, ma neanche l’entusiasmo grillino sulla svolta storica; non è una svolta, è uno spot: taglia i parlamentari, ma lascia intatti i problemi del bicameralismo perfetto”.
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