Rinnovo contratto statali: per questi dipendenti l’aumento sarà più alto, ecco perché

Simone Micocci

03/11/2021

Rinnovo contratto pubblica amministrazione: 200 milioni di euro per la riorganizzazione delle aree professionali. Chi ne beneficerà.

Rinnovo contratto statali: per questi dipendenti l’aumento sarà più alto, ecco perché

Con il rinnovo del contratto del pubblico impiego, triennio 2019-2021, si cercherà d’intervenire su alcune storture che ancora oggi caratterizzano la Pubblica Amministrazione. Una di queste riguarda la differenza di stipendio che c’è all’interno del comparto Funzioni centrali, del quale fanno parte i dipendenti impiegati nei ministeri, quelli delle Agenzie fiscali (come l’Agenzia delle Entrate) e coloro che invece lavorano negli uffici degli enti pubblici non economici come ad esempio l’INPS.

Oggi, pur facendo parte tutti dello stesso comparto, questi si trovano a percepire uno stipendio differente gli uni dagli altri. Un trattamento che secondo il Governo non è accettabile, tant’è che sono state stanziate le risorse per andare a pareggiare i salari.

Rinnovo del contratto: la differenza di stipendio nel comparto Funzioni centrali della PA

Con le risorse a disposizione per il rinnovo del contratto ci sarà un aumento della parte tabellare dello stipendio pari al 4,25%. La percentuale applicata sarà uguale per tutti: è ovvio, quindi, che coloro che guadagnano di più godranno di un incremento di stipendio maggiore, intensificando quindi le differenze retributive che già oggi ci sono.

Vediamo quali sarebbero le conseguenze di un tale incremento all’interno del comparto Funzioni centrali. Per coloro che lavorano nei ministeri, prendiamo come esempio un funzionario di terza area, lo stipendio tabellare godrà di un incremento annuo di circa 1.153,00 euro, arrivando a 28.291,00 euro lordi.

Uno stesso funzionario di terza area, ma impiegato nelle Agenzie fiscali, salirebbe invece a 28.827,00 euro. Ancora meglio andrebbe a un dipendente dell’INPS, per il quale lo stipendio lordo annuo salirebbe a 29.652,00 euro.

Tra un dipendente ministeriale e uno dell’INPS, quindi, ci sarebbe una differenza di oltre 1.300,00 euro, tra l’altro immotivata visto che comunque entrambi fanno parte della stessa area, comparto e hanno il medesimo livello d’inquadramento.

Per questo motivo l’intenzione dell’Aran è di appianare questa differenza, aumentando maggiormente gli stipendi per i dipendenti dei ministeri così da avvicinarli a quelli dei loro “colleghi” del comparto Funzioni centrali. Un incremento, seppure inferiore, dovrebbe esserci anche per coloro che lavorano nelle Agenzie. Il modello di riferimento, infatti, dovrà essere lo stipendio riconosciuto ai lavoratori degli Enti pubblici non economici.

A disposizione per raggiungere questo obiettivo i 200 milioni di euro stanziati dal Governo per la creazione del nuovo ordinamento professionale.

Come funzionerà il nuovo ordinamento professionale nella PA

Nel rivedere gli ordinamenti professionali della Pubblica Amministrazione, quindi, si andrà a mettere mano agli stipendi più bassi del comparto Funzioni centrali. Ma come funzionerà questa riforma? Come abbiamo già avuto modo di spiegare questa seguirà una nuova modalità in cui il merito del dipendente verrà preso maggiormente in considerazione.

Nel dettaglio, oggi le aree professionali sono tre: prima, seconda e terza area per l’appunto. Con la riforma saranno quattro e cambieranno nome:

  • area degli operatori;
  • area degli assistenti;
  • area dei funzionari;
  • area delle alte professionalità (novità assoluta).

Ci saranno delle progressioni verticali, da un’area all’altra, ma anche orizzontali: all’interno della stessa area, infatti, ci potranno essere fino a un massimo di sei scatti. Ogni avanzamento ci potrà essere trascorsi tre anni dal precedente, e come anticipato si guarderà perlopiù ai risultati raggiunti dal dipendente pubblico in questo periodo. Secondo indiscrezioni, per ogni scatto ci sarà un incremento di stipendio fino a 1.500,00€ l’anno.

Quale miglior occasione di questa, quindi, per mettere mano agli stipendi dei ministeriali equiparandoli al resto delle Funzioni centrali.

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