Non si arresta la corsa di XRP, la valuta nativa della fintech USA Ripple. A scaldare il mercato sono (ancora una volta) le indiscrezioni sulla causa della SEC.
Non conosce battute d’arresto la grande corsa di XRP, la valuta nativa della fintech statunitense Ripple. Al momento della scrittura la crypto scambia a 1,83 dollari, di fatto la quotazione più alta degli ultimi 3 anni, conquistando la quarta posizione tra le monete digitali per market cap, 82,3 miliardi.
Solo sette giorni fa XRP aveva dato segni di vita balzando fino a 0,98 dollari. Da lì, poi, un’altra accelerata che vale un rialzo dell’86,7%. E l’allungo, allora come oggi, sembra dettato dalle indiscrezioni che continuano a trapelare sulla causa SEC-Ripple, che starebbe pendendo con decisione verso la fintech USA.
Ripple ai massimi di 3 anni: che succede?
Una causa, quella intentata dall’Ente di vigilanza della Borsa USA, che seguiva l’accusa mossa a Ripple di aver violato le norme che vietano la vendita di titoli non registrati, in questo caso i token. Sotto la lente della SEC erano finiti soprattutto gli 1,3 miliardi di dollari incassati dalla fintech con lo scambio di XRP, oltre ai 600 milioni intascati dal CEO Brian Garlinghouse e dal cofondatore Christian Larsen con le vendite personali della crypto.
Ed era bastata la mossa legale, visti anche i precedenti della SEC con le start up Block.one e Kik sulle Initial Coin Offering (ICO), entrambe uscite sconfitte dalla causa con l’Ente, a far tremare il mercato. La crypto, tra una picconata e l’altra, era infatti colata a picco fino a 0,23 dollari, perdendo più di una posizione tra gli asset digitali.
Ma proprio quando tutto sembrava perduto hanno iniziato a circolare alcune voci su un esito tanto positivo quanto imprevedibile della causa. Qualcosa si era già capito otto giorni fa, quando il giudice Netburn aveva ordinato all’authority di svelare la documentazione inerente alle proprie discussioni interne sul Bitcoin e su Ethereum. Un passaggio celebrato come una vittoria sul fronte Ripple, visto che gli avvocati puntavano sui segreti gelosamente custoditi dall’Ente per mettere in luce la disparità di trattamento tra XRP e le prime due crypto per market cap in termini di associazione token-security, e che ha innescato le prime fiammate sul mercato.
E infine, a mettere definitivamente le ali alla valuta, e forse un punto alla bagarre legale, ci ha pensato ancora una volta, lo scorso venerdì, il giudice Netburn, negando alla SEC la possibilità di esaminare i record finanziari degli imputati. Un uno-due boxistico, nell’arco di pochi giorni, che rischia di mettere al tappeto l’authority e fa gongolare la crypto.
Ripple, +695% da inizio anno
Intanto, la quotazione di 1,83 dollari già certifica una variazione percentuale positiva del 695% da inizio anno, quando la valuta raschiava il fondo a 0,23 dollari. Il balzo negli ultimi dodici mesi è stato invece del 916,7%, sufficiente a riportare XRP a poche spanne dal podio delle crypto per capitalizzazione di mercato.
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