Rischio frane e alluvioni: le regioni italiane più a rischio

Luna Luciano

12/10/2021

Circa l’88% dei Comuni italiani è esposto a qualche rischio, che sia per frane o alluvioni. Uno studio dell’Ispra illustra quali sono le Regioni più colpite.

Rischio frane e alluvioni: le regioni italiane più a rischio

Sono circa otto milioni gli italiani che vivono in zone esposte a pericoli di frane e alluvioni. Il rischio idrogeologico in Italia non è mai da sottovalutare, spesso le pagine di cronaca riportano incidenti di diverse entità causati da questi fenomeni.

A seconda di quanto riportato dagli ultimi studi dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) circa il 15,8% del territorio nazionale è classificato come area a rischio medio-elevato (P4, P3 e P2) di frana e/o alluvioni.

Per poter calcolare la reale pericolosità del territorio l’Ispra da sempre utilizza degli indicatori. Nel caso specifico:

  • pericolosità bassa (P1);
  • pericolosità media (P2);
  • pericolosità elevata (P3);
  • pericolosità molto elevata (P4) solo per il rischio di frane.

Pericolo alluvioni: le Regioni più a rischio

Come detto sono circa 8 milioni gli italiani che vivono nelle zone più a rischio. Nel caso di rischio idraulico è coinvolto circa il 12,5% del territorio italiano. Le aree a pericolosità elevata (P3) corrispondono al 4,1% del territorio nazionale, pari a 12.405,3 kmq, mentre 25.397,6 kmq, ossia l’8,4% del territorio, è esposto a una pericolosità media (P2).

Ovviamente bisogna confrontare e contestualizzare i dati. Infatti ci sono centri abitati in cui l’area a rischio di alluvione è percentualmente vasta ma la scarsa densità della popolazione smorza i rischi, lasciando esposto soltanto il territorio.

L’area italiana più colpita è quella che si trova sul versante adriatico. Per poter comprendere quali siano i Comuni più esposti bisogna guardare alle singole Regioni. Dai dati dell’Ispra infatti è possibile ricavare una classifica delle Regioni italiane più a rischio.

  • Al primo posto troviamo l’Emilia-Romagna dove circa il 45% del territorio è a rischio, specialmente il versante adriatico.
  • Al secondo posto si trova la Toscana con circa il 12% del suo territorio esposto al rischio di alluvioni e altri pericoli idrologici.
  • Al terzo troviamo la Lombardia con il 10% del territorio coinvolto.
  • Seguono in fine il Veneto e Piemonte con circa il 9,3 e 8,1%.

Le altre Regioni presentano percentuali più basse ma comunque nessuna risulta essere fuori pericolo.

Pericolo frane: le Regioni più a rischio

Secondo quanto riporta L’Ispra e un articolo di Repubblica sono 7.145 i Comuni italiani interessati da rischi medio-alti di pericolosità idraulica o franosa, corrispondenti circa all’88,3% del totale. Pericoli che a livello territoriale interessano circa il 15,8% del territorio pari a 47.747 chilometri quadrati. Inoltre, stando alle statistiche, sono oltre mille gli eventi franosi che si registrano ogni anno, di queste tra le 100 e le 200 hanno conseguenze, a volte anche gravi, per le persone. Le regioni maggiormente interessate ai pericoli di frane sono in questo caso otto.

  • La Valle D’Aosta presenta circa l’81,9% del territorio esposto a pericoli medio-alti;
  • In seconda posizione troviamo Emilia-Romagna e Toscana con il 14,7%;
  • Seguono poi Liguria, Marche, Molise, Campania e Basilicata con percentuali che si trovano al di sopra del 10% del territorio.

Se volessimo colorare queste zone su una cartina della penisola si potrebbe notare che le zone più interessate sono quelle percorse dall’appennino, a esclusione ovviamente della Val D’Aosta con le maestose Alpi, dove ad esempio nella località di Courmayeur il 98% della popolazione, circa 2.800 persone, vive in zone esposte a pericolo.

Rischio frane e alluvioni: cause e i rimedi

Le cause di tali rischi sono da rintracciarsi in primo luogo nella natura stessa del territorio. A questo si deve aggiungere l’attività dell’uomo che, migrando verso le città, lascia i territori montani senza una vera e assidua manutenzione e cura. Infine non è da sottovalutare il fenomeno di cementificazione, per costruire nuove abitazioni, e l’impermeabilizzazione del terreno. Questi due fenomeni infatti limitano le capacità dell’infiltrazione delle acque. I cambiamenti climatici poi intensificano i danni ed espongono maggiormente la penisola a nuovi rischi.

Trovare soluzioni e rimedi non è semplice ma non impossibile. I sistemi di monitoraggio in questo possono aiutare, indicando dove è necessario attuare delle misure speciali, mettendo in sicurezza luoghi dove la manutenzione dei versanti e delle aree a rischio frane scarseggia notevolmente.

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